Ambiguità visive e vasi di Faenza

Ambiguità visive e vasi di Faenza LE MOSTRE D'ARTE Ambiguità visive e vasi di Faenza Dino Bedino («Il Segno-, corso Duca degli Abruzzi 12) «mette insieme, dice Emilio Isgrò, le tessere di un mosaico castamente, moderatamente, prudentemente visionario-. Gioca in realtà su poetiche ambiguità visive, tra parole che si fanno Immagine e figurazioni emblematicamente rappresentate da vocaboli o semplici lettere alfabetiche disposte secondo un disegno che ne impiega 1 corpi diversi: tra un riferimento proustiano e ìùn verso tratto da Borges o da Lautréamont. La sua è la cultura del labirinto eretta a sistema, del virtuosismo, dell'enigma: con quell'orologio senza lancette che vigila sulle spumeggianti onde del mare e la variata sagoma della poltrona «di Borges-, Là dove la disperazione sembra convivere a volte con Vhumor più sottile, la raffinatezza del dettato visivo con un nulla temuto e corteggiato insieme. Tra Ottocento e Novecento, la «Berman» (via Arcivescovado 19) presenta una cinquantina di significativi dipinti di scuola piemontese: da un Paesaggio canavesano di Reycend ad alcuni bei Folllni, con un raro Interno di stalla dì Pasquinl e l'Intenso Tramonto di Gheslo Volpengo (usciti entrambi dalla nidiata fohtanesiana). dalle materiche note d'un Depetrls a Delleanl e Pasini, da certe belle vedutine di Camillo Merlo al Morando de La tai>olata, con i Gigi Morbclli e la riassetta d'inverno di Paulucci. Alberto Razzi («Pirra ceramiche», lungo Po Cadorna 1) opera con sensibilità «tra vetro, terra e oro.,. Uscito dall'Istituto di Faenza, con consumata originalità produce al tornio piatti e vasi d'ogni foggia, ciotole tondeggianti in piccole serie. Si vale soprattutto di terre chiare o di diversa colorazione che tratta poi con luminose colature d'oro che ne accrescono i valori ornamentali. Gianni Castagneto («Viotti», via Viotti 8). Da una figurazione che anni fa sembrava tenere a certe valenze surreali il pittore torinese è passato al gusto d'una struttura pittorica di tipo musivo, che appare dominata da una viva tavolozza mediterranea, capace di accomunare nelle sue luci il paesaggio provenzale e le marine della Costa Azzurra dove spesso lavora. Tommaso Tosco: terre varie e variabili («Visitazioni sonovislve», via Po 28). Mostra dimostrativa delle ricerche d'un giovane ceramista (nato a Santena nel 1957) che si cimenta con materiali e forme plastiche diverse. Anche in questo caso l'archetipo della ciotola mobilita l'indubbio impegno dell'autore insieme con altri inediti elementi. an, (jra-

Luoghi citati: Faenza, Santena