Natta fa l'autocritica «l'alternativa non va» di Giuseppe Fedi

Natta fa l'autocritica «l'alternativa non va» Il segretario pei mette in discussione la linea politica Natta fa l'autocritica «l'alternativa non va» La nuova via sarà decisa dal comitato centrale - Il leader pei: «offuscamento» delle giunte rosse ROMA — Natta analizza l'insuccesso del pel alle amministrative del 12 maggio in una lunga intervista che appare oggi su l'Unità in un inserto dedicato al dopo elezioni. Nella sconfitta, spiega, hanno pesato più elementi, ma la ragione principale del calo di voti è da ricercarsi nel fatto che .nell'immediato e in termini di soluzione politica l'alternativa democratica è apparsa non avere consistenza e possibilità concrete. E in assenza di una visibile alternativa, una parte dell'elettorato ha temuto il rischio di uno stato di incertezza politica'. A quanto pare di capire, Natta rimette completamente in discussione la strategia lanciata da Berlinguer all'indomani dell'insuccesso del compromesso storico. Siamo, con ogni probabilità, ad un' altra svolta. Obiettivi e strategia verranno definiti al Comitato centrale che si svolgerà da giovedì a sabato prossimi. Di certo, siamo di fronte a segnali di disgelo non solo verso 1 socialisti ma anche verso tutti gli altri partiti, de compresa. Sembra una sorta di «rivoluzione copernicana* applicabile non soltanto nelle grandi città ma anche alla politica nazionale di un partito in gravi difficoltà dopo la sconfitta elettorale di domenica scorsa. Continuando nell'autocritica, Natta parla di .offuscamento* delle amministrazioni di sinistra, di 'perdita di slancio* della loro capacità di rinnovarsi e talvolta di collegati con 1 mutamenti sociali, anche se con il patrimonio da esse costruito *dovrà fare i conti chi vi subentra*. Lo schieramento pentapartito •si è rafforzato sotto il profilo nazionale e sul terreno locale e guai se fingessimo — sottolinea il segretario del pel — che non è così*. Quello del 12 maggio è stato dunque un scolpo severo*, sia riferito alle europee che alle amministrative del 1980. Quanto al sorpasso, Natta dice che c'è stato «un uso esasperato* da parte della de di questa preoccupazione. Che fare ora? Natta assicura che nel pei «nessuno pensa di accodarsi alle altre forze politiche giocando in difesa, oppure di chiudersi in presunzioni, in sterilità settarie, rinviando al futuro tutto*. C'è bisogno, invece, di «una piti chiara, netta e coerente definizione di linee programmatiche, di proposte di fondo che abbiano un grande respiro e nel contempo una grande concretezza*. In secondo luogo occorre «una strategia incisiva di alleanze sociali e politiche che' si fondi in modo aperto sui problemi del Paese, per andare ad un confronto serio con tutte le forze sociali interessate allo sviluppo, con tutte le altre forze politiche, con il, pìlWpri eartene fa' devi ojk»*Si tratta di un confronto necessario anche perché' «non credo affatto — chiarisce Natta — che il colpo riduca e tanto meno chiuda le nostre possibilità e prospettive, di forza riformatrice, di cui c'è più che mai bisogno perché il pentapartito, anche se rafforzato, non è in grado di far fronte alle esigenze e al problemi del Paese*. All'interno del governo, poi, si «é rafforzata la tendenza centrista e sarebbe sbagliato pensare ad una situazione chiusa e ad un superamento automati¬ co di contraddizioni e contrasti nel pentapartito*. Infine un accenno al problemi interni del partito: da Togliatti a Berlinguer, dice Natta, c'è sempre stato «un richiamo contro i pericoli di un gualche verticismo, di chiusure nel cogliere il nuovo, di una certa .boria* della propria forza*. La vita interna del pel e i suol collegamenti con la società, secondo Natta, .debbono avere un respiro democratico*. • Giuseppe Fedi

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