In Libano la milizia cristiana si ritira e rompe con Israele
In Libano la milizia cristiana si ritira e rompe con Israele Improvviso annuncio: via libera al ritorno dei soldati siriani? In Libano la milizia cristiana si ritira e rompe con Israele BEIRUT — Le Forze Libanesi cristiane hanno annunciato ieri di avere troncato 1 rapporti con Israele, ordinato al loro combattenti di ritirarsi dalla città di Jezzln e da tutto il Sud del Libano, e chiesto ai musulmani e ai drusi un cessate-il-fuoco a Beirut. La decisione, presa dopo una notte di bombardamenti a tappeto sulla capitale (quattro uccisi), potrebbe significare la fine della prova di forza che in venti giorni ha provocato almeno J03 morti e oltre 500 feriti, in grande maggioranza civili. In un comunicato trasmesso dalla radio falangista, il nuovo comandante delle Forze Libanesi, Elle Hobeika — succeduto a Samir Geagea, l'uomo che si ribellò all'autorità di Gemayel — afferma di avere chiesto una riunione urgente del Comitato di sicurezza (in cui sono rappresentati l'esercito e le principali milizie) per raggiungere una tregua lungo tutto 11 fronte che va dalla «linea verde* tra le due Beirut alla montagna, fino a Suq el-Gharb e Aley, dove i cristiani combattono contro 1 drusl. Hobeika annuncia di «avere dato ordine che l'ufficio delle forze libanesi in Israele sia chiuso e tutto il personale rientri in patria'; i miliziani devono ritirarsi dalla «fascia di sicurezza» lungo il confine israeliano per consentire «un rapido dispiegamento dell' esercito nazionale'. L'Ufficio a Oerusalemme, di fronte alla Keneseth, venne aperto due anni fa, dopo la firma dell'accordo di pace poi abrogato. A Jezzln rimangono circa 200 uomini della milizia filoisraeliana del generale Antonie Lahad; anch'egli, però, ha affermato ieri di essere disposto ad andarsene. Secondo la radio falangista, una compagnia dell'esercito aspetta nella Bekaa occidentale l'ordine di entrare nella città appena 1 miliziani ne saranno usciti. La presenza delle milizie cristiane a Jezzln è, secondo fonti governative, il principale ostacolo a un Intervento «pacificatore» della Sirla dopo 11 ritiro completo di Israele, previsto entro due settimane. L'iniziativa delle Forze Libanesi sembra esser stata presa appunto per sbloccare questa situazione. Nominato il 9 aprile al comando delia milizia, Hobeika aveva immediatamente riconosciuto 11 'ruolo essenziale della Siria' in Libano. Finora, però, non si è pronunciato sull'opportunità di un ritorno delle truppe di Damasco a Beirut, chiesto da vari leader libanesi cristiani e musulmani. Il ministro dell'Istruzione ed ex presidente del Consl- gito Gellm el-Hoss ha dichiarato Ieri che 'nessuno si oppone a un intervento siriano, salvo coloro che approfittano del caos'. Per un'iniziativa militare siriana hanno preso posizione nei giorni scorsi gli ex presidenti Franjieh e Chamoun. In serata è partita per Damasco una delegazione presieduta dal deputato Nazem Qadrl, che venerdì aveva presentato in Parlamento una proposta dì legge per il ritorno dei siriani «per sei mesi in tutto il Libano, tranne nelle regioni controllate da forze dell'Onu«. Qhassan Seblanl, uno dei capi del movimento sciita Amai, ha detto minacciosamente, in un'intervista pubblicata ieri, che se 11 governo non chiederà l'Intervento del siriani a Beirut, Damasco «darà ai suoi alleati libanesi via libera per risolvere il problema con mezzi militari'. Da Oerusalemme, per ora, nessuna reazione, anche perché l'annuncio non è stato dato ufficialmente,
Persone citate: Antonie Lahad, Chamoun, Elle Hobeika, Gemayel, Hobeika, Nazem Qadrl, Samir Geagea
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