Un'occasione d'arte riapre Villa Massimo di Simonetta Robiony

Un'occasione d'arte riapre Villa Massimo Roma, la mostra annuale dei borsisti tedeschi Un'occasione d'arte riapre Villa Massimo Fino al 27 si potranno visitare nel parco anche gli studi di pittori, scultori e architetti ospitati dall'Accademia ROMA — Si è inaugurata Ieri sera, al tramonto, con una grande festa sul prato, la mostra annuale degli artisti ospiti dell'Accademia tedesca in villa Massimo. A esporre nelle sale a pianoterra della palazzina centrale, un fotografo, Michael Ruetz; quattro pittori Ralph Fleck, Thomas Hartmann, Johannes Tapyult, Klaus Stumpell; un architetto, Wolfram Goldapp, le cui opere sono state collocate nella sala di lettura, davanti a una entrata che si affaccia su una fontanella. Come tutte le mostre dell'Accademia tedesca anche questa ha lo scopo di far conoscere agli italiani questi giovani artisti ignoti che hanno il merito però di aver vinto la borsa di studio per poter lavorare a Roma, a spese del governo. Gli artisti dell'Accademia tedesca, infatti, pur potendo restare a Roma per un periodo che va dai sei al dodici mesi, finiscono con il non vedere né farsi vedere dai tanti romani interessati all'arte, fallendo, a volte, lo scopo principale di questo loro soggiorno. Ma se questa è la ragione principale, per la quale, almeno una volta all'anno, l'Accademia organizza manifestazioni, il motivo di maggiore curiosità per i romani non interessati all'arte, e questi sono ancora più numerosi, è poter visitare la bellissima villa Massimo, sempre chiusa al pubblico. Da Oggi al 27, per tutti 1 giorni della mostra, la villa sarà aperta dalle quattro del pomeriggio alle otto, ma soltanto oggi e domani, per il fine settimana cioè, sarà possibile entrare anche negli studi degli artisti che si allineano all'interno del parco, lungo un viale tra le mura di cinta e un boschetto. Si tratta di una serie di casette a un plano con una intera parete di vetrata per poter far passare quanta più luce è possibile, dove questi fortunati studenti possono lavorare e vivere in tranquillità. Dice la direttrice dell'Accademia Elisabeth Wolken: «Oli artisti sono molto gelosi della loro privacy: è difficile convincerli ad essere a disposizione della gente per tutti i dieci giorni della mostra*. Soprattutto per proteggerli, perciò, nonostante villa Massimo sia aperta ogni lunedi mattina, sono pochissimi ancora adesso 1 romani che siano a conoscenza di questo segreto. E cosà la villa, che pure si trova nel cuore del quartiere Nomentano, a pochi passi da villa Torlonia, resta per i più un edificio misterioso di cui si conosce appena il grosso cancello di ferro che segna l'entrata. La storia dell'Accademia tedesca è singolare. A volerla fu un ricchissimo Industriale, Eduard Arnhold, che nel 1910 durante un viaggio a Roma, aveva confrontato le condizioni in cui vivevano gli arti ■ stl francesi, ospiti della prestigiosa villa Medici a Trinità dei Monti, con quelle assai più precarie dei suoi compatrioti. Acquistati tré ettari e mezzo di terreno dal principi Massimo, affidato il progetto di costruzione della v8la e degli studi all'architetto Zurcher, l'Accademia tedesca fu inaugurata tre anni più tardi, ospitando 1 primi quattordici artisti: pittori, scultori, musicisti, scrittori. Da allora, salvo due lunghe parentesi, una dal '19 al '28, l'altra dal '43 al '58 in coincidenza con le due guerre mondiali che comportarono la confisca dell'accademia da parte dello Stato italiano, la villa è sempre stata in mano alla stessa famiglia: gli eredi di Eduard Arnhold. L'attuale direttrice, infatti, è nipote della figlia del fondatore. •Non è un obbligo previsto dal nostro statuto però. E' solo un caso che ha riguardato prima mio padre e poi me; spiega Elisabeth Wolken. Curiosamente a villa Massimo non c'è un museo con le opere lasciate in dono dagli artisti che l'hanno abitata. Motivi di spazio. I quadri sono sparsi perciò nel saloni della palazzina principale, nella dependence trasformata oggi in ufficio, nell'appartamento riservato al cosiddetto artista ospite. C'è sempre un tedesco famoso che sceglie di starsene per un po' a Roma: Otto Dlx, per esempio, fu uno di questi Ma non tutti gli artisti hanno lasciato un ricordo alla villa. Guttuso, Mazzacurati, Leoncino, Greco che pure l'hanno abitata negli anni'immediatamente dopo la guerra quando era diventata proprietà italiana, non hanno lasciato niente. Simonetta Robiony

Luoghi citati: Roma, Trinità