Con i tre amici di Pavese l'estate diventa una sfida

l r, gtuiiA uamBi .umiliti i tre amia l'estate diventa una sfida L'intelligente «Diavolo sulle colline» di Cottafavi A B l r, gtuiiA uamBi .umiliti i tre amia l'estate diventa una sfida CANNES — Un'eco di Pavese come contraffatta dalla memoria e insieme resa autentica dalla vivezza delle sue parole, cosi letterarie, cosi scoperte. Il Diavolo sulle colline di Vittorio Cottafavi, presentato ieri nella sezione «Un certaln regard», è una trasposizione cinematografica abbastanza singolare, molto intelligente di un racconto che Cesare Pavese pubblico nel '49 con altri due, La bella estate e Tre donne sole (da cui Le amiche di Antonioni). Perché singolare? Proprio per la fedeltà al testo, che viene «detto» dagli attori in modo da allontanarlo nel tempo, ma, per contrasto, recuperato dal regista con una sobria, rivelatrice ricostruzione d'ambiente. Cottafavi, dopo una controversa carriera nel genere mitologico ed una fama d'autore colto in veste popolare, s'è imposto del tutto nella maturità con Maria Zef ed ora si conferma col Diavolo sulle colline, girato per la Rai con pochi mezzi e molta attenzione. Tre amici, Rino, Oreste e Pieretto, consumano notti di chiacchiere nella Torino d'ombre e lampioni dell'anno 1937, lungo il Po o sulla collina in vista della città addormentata. Li muove una segreta voglia di crescere e di misurarsi. Quando ritrovano, ubriaco e drogato sulla sua macchina di lusso, il Poli amico ricco di Oreste, comin- eia un'avventura vera, una sfida. Prima il Poli è ridotto in fin di vita dall'amante che vuole abbandonare; poi, convalescente, li invita nella sua villa in Monferrato, dove c'è anche la moglie Gabriella. Sarà per tutti un'estate di esperienze indimenticabili, l'estate della maturità: la presenza di Gabriella, l'attrazione e paura che suscita nei tre amici, l'amore tra lei e Oreste, il fascino d'un mondo felice per la sua colpevole dissolutezza, il richiamo sereno della campagna, cosi paveslano. Già Straub si provò a tradurre con distacco Pavese (La nube e la Resistenza), qui Cottafavi aggiunge di suo una pregevole ambiguità, la buona scelta delle facce, forse un poco di tenerezza per lo scrittore. Sta bene, nel ruolo misterioso di Gabriella, Daniela Sllverlo con gli amici che la circondano in collina, Fontana, Accornero, Corvino e Barberini. A tutti la fotografia di Tonino Nardi dà le trasparenze d'epoca. s. r.

Luoghi citati: Monferrato