Abbado nel cuore di Macbeth

Abbado nel cuore dì Macbeth : , L'opera di Verdi con la regia di Strehler è tornata alla Scala: di nuovo un trionfo Abbado nel cuore dì Macbeth : , Esecuzione magistrale; Cappuccini, protagonista in continuo crescendo; Dimitrova, voce d'acciaio per la Lady MILANO — Salisburgo, luglio '84; Parigi, settembre; Napoli, dicembre; Milano, maggio '85: quattro grandi teatri, quattro sontuose esecuzioni del Macbeth di Verdi, un'opera che sino a vent'anni fa veniva rispolverata come un cimelio e che oggi, da quando la Oallas l'ha rimessa in circolazione con una memorabile interpretazione di Lady, si ripresenta con ritmo accelerato, e — a dire il vero —un po' ossessivo, su tutte le piazze musicali del mondo. Un punto fermo in questa riscoperta del Macbeth, opera non perfetta, «problematica», come suol dirsi, e quindi particolarmente vicina al gusto sperimentale della cultura moderna,' 6 stato l'allestimento scaligero del 1975 con regia di Giorgio Strehler, esecuzione diretta da Abbado, prontamente registrata su disco. Questo spettacolo è tornato trionfalmente . l'altra sera sulle scene della Scala, protagonista lo stesso Piero Cappuccini che aveva vestito allora i panni di Macbeth e che, dopo una partenza un po' timida, ha fornito una prestazione In crescendo, culminata nell'aria -Pietà, rispetto, amore; giustamente salutata da una calorosa ovazione. Accanto a lui, Nicolai Ohiaurov (insieme ad Alfredo Oiacomottl nella particlna della prima apparizione) era l'unico superstite dello spettacolo originario: sono passati dieci anni, Ohiaurov s'è lasciato alle spalle una lunga carriera, ma l'autorità con cui sta In scena, l'Incisività scultorea con cui sbalza le note, la voce, ancora bellissima, ne fanno una presenza magnetica, capace, di per sé, di catalizzare l'attenzione dell'uditorio. Nuova era Invece Lady Macbeth, interpretata da Ohena Dimitrova, una voce d'acciaio, opportunamente fredda e tagliente, a proprio agio più nel canto spianato che in quello d'agilità, più nel registro medio-basso che in quello acuto; complessivamente un'attrice piuttosto autorevole in grado di rendere attendibilmente un personag¬ gio tra 1 più difficili di tutto il repertorio operistico perché non dev'essere né troppo freddo né troppo feroce, ma trasformare 11 gelo dell'ambizione in un fuoco divorante, fatale. Quella fatalità che possiede in alto grado l'Interpretazione di Claudio Abbado, tecnicamente magistrale per trasparenza, precisione, varietà di coloriti ed emotivamente quanto mal viva. Basti ricor¬ dare le pause che scandiscono 11 preludio, e che pochissimi sanno esprimere come fa Abbado In tutta la loro tensione; 11 grido, veramente cosmico, di dolore che sale dal coro e dall'orchestra nel finale del primo atto; le tinte ambigue e nebbiose della musica delle apparizioni; 11 modo di scandire gli accompagnamenti, animandoli con un respiro fisiologico: l'um-pap-pa che diventa ritmo del cuore... Spettacolo sempre di gran classe, seppure il riallestimento di Enrico D'Amato dalla regia di Strehler, con scene <il Luciano Damiani, fosse ... .stanza lontano d-lia vlt -\Vit\ Inventiva dell'origli iaw. tutto appariva un po' fané, specie In ciò che riguarda 11 gioco degli attori... Sempre irresistibile, comunque, l'effetto del grande velo rosso-sangue che si agita sul tremendo destino del prò-' tagon isti, singoli e masse, incarnate, queste ultime, dalla voce potente del coro diretto da Giulio Bertola. Il successo è stato vivo per tutti, compreso il tenore Peter Dvorsky che ha raccolto una messe abbondante di applausi dopo l'aria di Macduff eseguita con alta classe stilistica. Paolo Gallatati \& Dimitrova e Cappuccini in un «Macbeth» di classe ma un po' lontano dalla vitalità originale

Luoghi citati: Milano, Napoli, Parigi, Salisburgo