Un nucleo speciale di agenti protegge i cantieri in Calabria

Un nucleo speciale di agenti protegge i cantieri in Calabria Dopo le continue intimidazioni di un commando mafioso agli operai Un nucleo speciale di agenti protegge i cantieri in Calabria DAL NOSTRO INVIATO REGGIO CALABRIA — L'intimidazione della mafia non ha fermato 1 lavori per la costruzione della diga sul torrente Menta a Roccaforte del Greco nel cuore dell'Aspromonte. Da mercoledì gli operai sono protetti dalla polizia, un nucleo speciale definito «squadra cantieri» istituito dall'ex prefetto Ciro Ciompi per scoraggiare il racket che con intimidazione al tritolo e a colpi di lupara vuole mettere le mani sul subappalti, sulle tangenti, sulle «protezioniLa costruzione dello sbarramento avrà un giro d'affari di molti miliardi (si parla di 300 erogati dalla Cassa per il Mezzogiorno) e di questi soldi la 'ndrangheta vorrebbe gestirne una buona fetta. La diga sorgerà in località Plscoplo, a 1400 metri di altezza e 11 suo invaso sarà destinato a contenere 20 milioni di metri cubi d'acqua che disseteranno la fascia costiera da Villa S. Giovanni a Melilo di Porto Salvo, il suo interno e naturalmente la città di Reggio. Sono impegnate due imprese, la Ferrocementl di Roma e la Italstrade di Milano (quest'ultima è del gruppo Irl) che concluderanno 11 lavoro entro 11 1989, salvo imprevisti. Il rifornimento idrico in questo angolo di Calabria sarà operante fra una quindicina d'anni, 11 tempo necessario per realizzare la rete che porterà l'acqua in tutti i centri, anche nel più sperduti. Attualmente nel due cantieri lavorano una ventina di operai, tutti calabresi, per allargare quattro chilometri e mezzo 'di strada dove passeranno 1 camion e per costruire un villaggio prefabbricato che ospiterà le maestranze. Lunedi 1 venti uomini sono arrivati alle sette e da dietro una baracca sono sbucate tre persone mascherate che Impugnavano la pistola. 'Non preoccupatevi, vogliamo solo parlare con l'ingegnere». Ma il direttore del cantiere, Francesco Titta, era a Roma e 1 tre banditi hanno avuto un gesto di rabbia. Hanno parlottato fra loro poi uno di questi si è rivolto agli operai e ha detto: « Voi qui non dovete più mettere piede». Nlent'altro. Per andarsene i tre hanno preso una Campagnola dell'impresa dopo aver raccomandato agli operai di stare fermi ancora per mezz'ora» Passata la comprensibile .emozione, gli operai hanno informato i carabinieri di Roccaforte e a mezzogiorno in questura c'è stato un vertice di funzionari che hanno deciso di proteggere gli operai della diga con la «squadra cantieri».- Questo particolare nucleo di poliziotti è già intervenuto quando iniziarono i lavori della superstrada che unisce la costa ionica a quella tirrenica superando i contrafforti Zomaro sull'Aspromonte. Tredici chilometri di paura, intimidazioni e attentati che avevano costretto la ditta appaltatrìce, la Salcos, a sospendere più volte l'attività. Attorno al cantiere era stata formata una cintura di sicurezza invalicabile giorno e notte. L'ing. Francesco Titta ignora che cosa volessero 1 tre mascherati. »Sono anni che lavoro in Calabria, ho solo e sempre trovato delle brave persone, non ho mai avuto problemi». Rimane un attimo pensieroso c aggiunge: 'Non è detto che i tre volessero parlare proprio con me. Forse hanno chiesto dell'ingegnere in quanto è la persona che in un cantiere credono la più autorevole. Devo aggiungere die non ho mal avuto minacce né mi sono state sussurrate frasi ambigue. Che quei tre fossero mafiosi, lo pensano tutti; ma lo ne so quanto voi». Il bacino coprirà un centinaio di ettari di terreno 'espropriati senza alcun problema — continua l'ingegnere — quindi dovrebbe essere escluso il tentativo di far so-, spendere i lavori da parte di uno o più ex proprietari dei fondi che per altro erano quasi tutti comunali. Resta l'alternativa del racket, ma dovranno accertarlo le autorità competenti: Che sia stata un'azione della 'ndrangheta è invece la convinzione delle segreterie della Cgll, Clsl e Ull e della federazione lavoratori delle costruzioni che sollecitano 'l'intervento dell'alto commissariato per la lotta alla mafia per arginarne la più pesante e intollerabile presenza in ogni grande opera pubblica delia provincia di Reggio Calabria: Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Ciro Ciompi, Francesco Titta