Palermo mezzo passo avanti di Francesco Santini

p — - ' Palermo, mezzo passo avanti Il risultato ha premiato chi lotta contro la mafia ma anche candidati «venuti dal nulla» ~ p — - ' Palermo, mezzo passo avanti Il cardinale Pappalardo: «Il futuro della città è nelle mani degli eletti, ma forse nemmeno loro sanno che accadrà» - Se ne va il commissario, si profila un pentapartito - Ventimila miliardi da spendere per risanare il centro storico, «problema nazionale» - Magistratura e Università non vogliono sostituirsi agli amministratori M ~ DAL NOSTRO INVIATO PALERMO — Ecco il cardinale Salvatore Pappalardo che esce di buon mattino per le strade di Palermo. Lascia l'arcivescovado, s'immette nel traffico che paralizza 11 centro antico. Ad urne chiuse, dice della citta: «Per Palermo non faccio il profeta: bisognerà ascoltare gli eletti, C'è tra loro tanta brava gente». Poi si corregge: «Afa forje — aggiunge — neppure toro sanno ancora che cosa accadrà: -, S'analizza il voto. La democrazia cristiana, con 32 consiglieri, ha perso 7 seggi in municipio e il 9 per cento sulle amministrative dell'80. Ma tutti temevano risultati peggiori e il recupero del 4 per cento sulle europee spinge all'euforia. Il partito comunista mantiene i 12 seggi che aveva conquistato nell'80, ma arretra di 9 punti in percentuale rispetto all'anno passato. Unici vincitori i socialisti, con due esponenti in più a Palazzo delle Aquile. Buone, infine, le posizioni delle nuove liste: due seggi ai Verdi, due al movimento di Citta, per l'Uomo e due all'Unione popolare siciliana. E' una giornata di sole. La città è in stato d'assedio. La mafia ha ripreso a sparare. Due fratelli uccisi a Cinisi, che è il feudo Incontrastato dei clan di don Tano Badalamentl. Un elicottero segue dall'alto l'automobile blindata del giudice Carlo Palermo che va all'Ucciardone per ascoltare i cavalieri del lavo- ro arrestati a Catania. Posti di blocco e giubbotti antiproiettile. Sirene e mitra imbracciati, in una città, che vive nella paura. La Vucclrla, che è 11 mercato del centro storico, ha l'aspetto di sempre. E padre La Rosa, che è 11 parroco di San Giacomo alla Marina, dice ad alta voce: « Jn questa città dominata dalla droga, stavolta la mafia non ha dato indicazioni di voto». Padre La Rosa è il gesuita che due anni fa apparve su tutti i giornali. C'era, a terra, un morto nel sangue e lui, su un carretto, predicava contro la mafia. Dice padre La Rosa: «Paterno non ha bisogno di intellettuali e di dibattiti, ma di coraggio». Spiega che Elda Pucci, medico pediatra, ex sindaco, ha vinto le elezioni perché, senza apparato e senza clienti, ha avuto «un applauso anonimo al coraggio». •In questa città martoriata, la Pucci non s'è fermata neppure davanti al tritolo che le ha devastato la casa e la gente ha applaudito». Il gesuita La Rosa parla di rinnovamento e di democrazia cristiana. Del voti d'appa¬ rato mche sono andati a Sergio Mattarella» e delle preferenze confluite su «uomini sconosciuti». Domanda: «Afa chi è questo Michele Chimenti, che nella de ha preso il terzo posto? A Palermo nessuno lo conosce. Ecco il dramma della città: 11 mila voti che il "puparo" ha indirizzato su un "pupo", un "pupo" che arriva da Partinico». La mafia non ha dato indicazioni di voto e neppure il cardinale. Salvatore Pappalardo s'è limitato a dire ai palermitani: »-Andate a votare». La testimonianza è di un altro sacerdote, padre Giuseppe Florio, che ha la responsabilità di Radio Voce Nostra. Nel piccolo ufficio dell'emittente padre Florio spiega: • Questa radio libera è nata per diffondere il pensiero del cardinale. Lo abbiamo invitato a parlare perché temevamo la nausea della gente per il Comune: s'è limitato a dire che il voto è un dovere, null'altro». Cosi Palermo, che ha visto crollare il mito di Ciancimino e l'impero dei cugini Salvo e ha assistito all'arresto dell'ex sindaco Insalaco, ha premla- to Elda Pucci, 11 medico-sindaco che per primo ha denunciato dinanzi all'antimafia 11 «comitato d'affari» perché incombeva sul Palazzo delle Aquile e sul fronte degli appalti pubblici. Oggi la Pucci, tradita nell'84 dal franchi tiratori democristiani, richiama l'attenzione, per prima cosa, sul centro storico. Dice che 11 'risanamento» della città antica deve diventare un 'problema nazionale». E questo è 11 tema di fondo. Ci sono 20 mila miliardi, in parte già nelle casse del Comune, da gestire nel prossimi cinque anni. Una sola formula, con la sconfitta dei comunisti, è possibile per il municipio: un pentapartito. In lizza, con Elda Pucci, 11 socialista Gaspare Saladino, ex sottosegretario alle Poste, funzionarlo di partito, primo degli eletti nella sua lista. Alle 9 del mattino il Palazzo delle Aquile è deserto. Il commissario prefettizio Vitocolonna prepara le valigie. Ancora un mesetto e lascerà la poltrona municipale più difficile d'Italia. Ha tentato di mettere in moto 11 risanamento, ma ancora tutto è in aria. L'Università stessa, ricevuto 11 compito di procedere al plani particolareggiati, s'è bloccata. »Non ci possiamo sostituire agli amministratori», hanno spiegato gli urbanisti, ^perché qui a Palermo sono in troppi a esercitare ruoli non propri». Nella città blindata, ecco a palazzo di giustizia le automobili corazzate del magistrati. Un sostituto procuratore giovane e battagliero ricorda il ruolo del giudici: •ivo?! ci possiamo sostituire — dice con convinzione — agli amministratori, né i nostri ordini di cattura possono scattare per fini politici: Non vuole essere citato, ma afferma: *A Palermo i giudici debbono apparire imparziali: la gente non vuole pubblici ministeri al servizio del partiti». Dice del voto: la de ha vinto senza i voti della mafia, il pel ha perso perché della lotta ai clan delinquenziali ha fatto non una bandiera ma uno strumento fino al punto di dare l'impressione di criminalizzare chiunque non la pensasse come 1 comunisti. Gli uffici democristiani di via Isidoro La Lumia s'affollano soltanto di sera, quando la temperatura s'abbassa e 11 traffico rallenta sul lungomare. Hanno brindato alla vittoria, ma la signora Corinnl, che da vent'annl frequenta il partito, si domanda se poi è veramente 11 caso di far saltare i tappi dello spumante con sette consiglieri persi a Palazzo delle Aquile. I! dibattito s'apre su una vittoria costruita, paradossalmente, su una sconfitta. Il discorso scava le radici profonde della società e della cultura palermitana, sino ad intaccare i concetti di base nella lotta alla mafia e nel recupero della socità civile. A Villa Withaker, sede dell'alto commissario contro la mafia, l'analisi del voto passa in secondo plano. E' incerta. La visione del principe di Salina, la filosofia del Gattopardo, torna ad agitarsi come un'ombra fantastica. Domandano: «Afa se i palermitani hanno votato anche Di Fresco nell'Unione popolare siciliana con i carni, dell'indipendentismo, che cosa vuol dire tutte questi ■. Ernesto Di Fresco, ex presidente della Provincia democristiano Inquisito dal pool antimafia, entra trionfante a Palazzo delle Aquile con due seggi. Accanto ad Elda Pucci, ecco la Palermo di sempre, il vecchio potere che non rinuncia, con nuovi simboli e nuove bandiere, alla gestione della cosa pubblica, della città. Una Palermo tutta da decifrare, sempre più povera, con l'editore Sellerio che, in queste ore di difficoltà, arriva a dire: •£' meglio che rimanga il commissario prefettizio a Palazzo delle Aquile per la guida di un Comune tanto fragile». Francesco Santini