Rock giapponese da vedere

Rock giapponese da vedere A Genova l'interessante esibizione dei Melon Rock giapponese da vedere Musica forse non originale, ma avveniristiche soluzioni spettacolari GENOVA — La musica del futuro avrà forse la struttura, le scansioni, i colori e le articolazioni die i Melon sono venuti a proporre in questi giorni a Genova, città-teatro che fino alla fine dt maggio suggerisce disseminati per tutta l'area urbana mostre, performances, concerti, spettacoli, azioni visive, nell'ambito della manifestazione Giappone, avanguardia del futuro. Al teatro Garibaldi i Melon hanno dimostrato in un'ora di esibizione quali strade ci attendono di qui a qualche anno. La loro musica non è forse molto originale e progressi sta, lo è invece lo show, una specie di collage che Impegna l'occhio quanto l'orecchio, travolge le barriere della comunicazione tradizionale del rock, conduce a livelli dt totalità ti rapporto di partecipa zione tra palco e platea in un continuum di suoni e situazioni di straordinaria densità, ancorché sull'effimero di uno sfuggente sogno tecnologico. Piuttosto conosciuti In patria, dove rappresentano il movimento della new wave nipponica i Melon sono tra i pochi ad avere un minimo di popolarità anche fuori dal confini: dovrebbero entro breve incidere il prossimo disco per la etichetta londinese Virgin. Il palco è organizzato come una piccola fiera di effetti luminosi, i volti dei 4 musicisti sono dipinti di sostanze fosforescenti, gli abiti richiamano a elementi tra il primitivo, il post-atomico e un'immaginazione senza tempo e mentre la musica fluisce pulsante e combattiva, su una dozzina dt monitor scorrono immagini, graffiti, disegni animati, macchie policrome, che gli stessi Melon hanno compilato a commento delle loro azioni. Nel loro repertorio che ha i ritmi della disco-music più bieca, si incrociano citazioni, da Michael Jackson alle ovvietà del tecnoc-pop. Ma la confezione ne rende la successione contagiosa, eccitante, con la voce della cantante Chica Sato che lancia versetti striduli e demenziali, a porsi da contrappunto ironico alla complessità del progetto dove sottili e discreti si avvertono i richiami alla cultura e ai suoni dell'antico Giappone. E' il futuribile che comunque prende spesso e volentieri il sopravvento: la musica, fatta eccezione per la chitarra di, Toshi Nakamishl e di alcune' piccole percussioni, è tutta figlia di computer e di marchingegni tecnologici. Il risultato ha II sapore e la lucentezza della plastica, ma non c'è il dolo della finzione: il rapporto tra l'uomo e la macchina è trasparente, esemplare, senza ambiguità di sorta, come si conviene a un prodotto che dichiara in partenza la sua dipendenza quasi supina, di Imitazione dai modelli in voga nel rock anglo-americano. ■ Quella dei Melon così come capita a tutti gli esponenti della nouvelle vague del rock giapponese, è musica d'uso, che non a caso viene anche presentata durante concerti volanti nei grandi magazzini di Tokyo: l'importante è saperlo, ammetterlo lucidamente e evitare mistificazioni. e. e-

Persone citate: Melon, Melon Rock, Michael Jackson, Sato, Toshi Nakamishl

Luoghi citati: Genova, Giappone, Tokyo