Giro in tv: la festa comincia soffocata tra film e novelas
Giro in tv: la festa comincia soffocata tra film e novelas DA OGGI DIRETTA SU RAIUNO ALLE 15 -1 FILM SUL VIDEO Giro in tv: la festa comincia soffocata tra film e novelas Oggi su Raiuno si avvia il Giro d'Italia che avrà quotidianamente fra le 15 e le 16,30 una ripresa diretta. Le mie cognieioni di ciclir sino si fermano al ducilo Coppl-Bartall, con preferenea netta per Coppi anche perché Bartali mi sembrava un po' troppo sponsorizzato dalla Madonna. Ma se portiamo il ciclismo nel teleschermo, devo dire che l'annuale riapparizione del Giro risveglia precise memorie televisive. Una volta — vent'anni fa e più — il Giro era un avvenimento, ansi era l'avvenimento del pomeriggio tv allora deserto e muto, animato soltanto (si fa per dire), e più dalle soporifere trasinissioni per i bambini. Ogni volta le telecamere mostravano un'Italia minore e provinciale tutta In piazza e sui balconi per accogliere la gara: erano continue immagini di gente che salutava con la mano ma spesso l'obbiettivo vagava poeticamente sui comignoli, sulle chiome degli alberi, sui profili delle colline, persino sul lento navigare di nuvole bianche nel cielo sereno. Poi si tornava sulla terra, al telecronista via via sempre più affannato ed eccitato, e che via via alzava sempre di più la voce, auciic senza necessità. Meraviglia e ammirazione destavano i collegamenti dalle postazioni mobili, con telecamere perigliosamente sistemate su auto o su molicicletta. E la tensione cresceva, ali¬ mentata dalle grida del telecronista, e scandita dall'arrivo di nunzi motorizzati die facevano cenni misteriosi; alla fine, in un boato di urla, compariva il gruppo, là in fondo al viale, e disputava la volata... C'erano gli abbracci, le interviste fra gli strattoni, il bacio delle vallette, i fiori, il tutto in una confusione tremenda fra rivoli generali di sudore; e poi, calmati i clamori, c'era il «processo alla tappa» in un clima di riflessione, una specie di tribuna ciclistica (autorevolissimo moderatore Zavoli) la cui austerità subiva a volte rudi scosse da uscite di ciclisti. Imbestialiti che ringhiavano «Non ho vinto perché mi hanno preso per il culo sul traguardo... si, mi hanno afferrato la mutanda, me l'hanno fin rotta La gente affollava i bar, partecipava con ardore. Uno scoppio di indignazione popolare ci fu quando un manipolo in fuga venne bloccato ad un passaggio a livello dal transito di un merci interminabile. Un'altra volta la vista di un carabiniere che aveva dato una pedala ad un cane per levarlo dall'arrivo provocò un'ondata di lettere di protesta ai giornali. Forse, più o meno, oggi lo spettacolo è lo stesso, e succedono le stesse cose. Ma il quadro tv è tutto cambiato. La ripresa del Giro affoga in un pomeriggio fitto e congestionato di trasmissioni, è pizzicata e soffocata fra quiz, telenovelas e telefilm. Non è più un avvenimento, è uno dei tanti pezzi del gran flusso televisivo, guardato dai più, sazi, con occhio distratto, e con passione solo da pochi nostalgici. u. bz.
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