«La gente non copre più i killer di casa nostra » di Marzio Fabbri

« La gente i killer di copre più nostra » L'analisi del sociologo Arlacchi dopo la strage di Trapani « La gente i killer di copre più nostra » MILANO — -Quattro testimoni dell'attentato al giudice Carlo Palermo collaborano alle indagini; non molti anni fa persino alcuni agenti di polista che erano stati presenti ad un delitto di mafia dissero di non aver visto nulla. E' il tipico esempio del fatto che non esiste più la solidarietà tra popolazione e mafia». Lo ; sMene Pino Arlacchi, doccili e di sociologia cohipar la alla Università della Calabria e consulente della commissione Antimafia, uno dei maggiori esperti dell'argomento. Un attentato dettato dalla debolezza, quello di Trapani? 'Quello attuale — spiega — è un momento difficile per la mafia che non dispone più della carta della manipolazione delle indagini, giocala per tanto tempo in tante città siciliane, ma non solo siciliane. L'arma terroristica è l'unica che resta ai mafiosi che, complessivamente, lianno perso terreno». Ma allora è stata imboccata la strada giusta? .Direi di sì: colpire sul piano economico; la legge La Torre si è dimostrata un ottimo strumento. Sono stati finora sequestrati patrimoni accumulati illegalmente per un valore che si aggira sui 500 milioni di dollari, metà del quali nel corso di due sole operazioni. La confisca dei beni appartenenti ai gruppi criminali, misura da estendere al più ampio numero possibile di legislazioni nazionali, li colpisce nella loro fondamentale ragione di essere: la ricerca del profitto tramite l'infrazione delle leggi penali». Ma questo è sufficiente? .No, certo. E' necessaria un'azione internazionale che istituisca una rigida barriera tra il mercato finanziario legale e quello dei capitali sporchi. Negli ultimi anni il collegamento tra i due è stato assicurato dai cosiddetti paradisi fiscali e da una serie di banche operanti sul mercato dell'eurodollaro; sarebbe importante saldare la lotta alla criminalità all'esigenza di un nuovo ordine finanziario internazionale. Quello attuale rischia il crack mondiale anche a causa dell'avventurismo e dell'anarchia connaturati al capitale illecito. Tipici esempi i crolli di Franklin Bank (Usa), Nugan Hand Bank (Australia) e Banco Ambrosiano, avvenuti tutti sul versante della finanza illegale e dell'uso dei "paradisi fiscali"». Le operazioni finanziarie sono condotte dal «terzo livello» mafioso? .Non esiste un terzo livello, se si intende parlare degli "insospettabili". Esistono invece i Greco, i Ciancimino: politici o magistrati stanno sotto, sono a libro pa^u. I finanzieri, invece, sono esterni: a loro i mafiosi, che non lo possono fare per mancanza di strumenti tecnici, si rivolgono per avere guadagni maggiori, finendo però spesso truffati anche se alle strette il banchiere è il più debole perché dispone solo del denaro altrui, mentre il mafioso dispone ancìie delle vite. Una generazione di finanzieri mafiosi non c'è ancora, forse potranno costituirla i figli dei boss Usa». E in Italia? .Qui i figli dei mafiosi hanno fatto i mafiosi perpetuando il sottosviluppo delle zone in cui operano. E'ora di smettere di dire che la mafia è figlia del sottosviluppo: è vero il contrario. Dove c'è mafia i capitali puliti, gli imprenditori regolari, scappano e rimane la povertà. In Calabria la 'ndrangheta è riuscita ad impedire lo sviluppo turistico delle coste più belle, ha fatto scappare persino i capitali stanziati dall'Onu per un villaggio. E' il sottosviluppo che è figlio della mafia: in Puglia, Abruzzo, Basilicata, dove c'è meno criminalità c'è stato un discreto tasso di sviluppo». In cosa investe la mafia i proventi .del traffico di droga, delle informazioni industriali e commerciali, degli esseri umani in schiavitù economica o sessuale», come dice lei? •In primo luogo nell'espansione dello stesso, poi in im- . mobili; ma la quota maggiore va in investimenti ad alto rischio, e altrettanto alto reddito: commercio delle armi, operazioni sui cambi o materie prime. Per quanto riguarda il primo, il giudice Carlo Palermo ha fatto un ottimo lavoro mettendo in evidenza i rapporti tra traffico d'armi e mafia, turca ad esempio». Marzio Fabbri

Persone citate: Arlacchi, Carlo Palermo, Ciancimino, Franklin Bank, Greco, La Torre, Pino Arlacchi

Luoghi citati: Abruzzo, Australia, Basilicata, Calabria, Italia, Milano, Puglia, Usa