II Papa dal Lussemburgo «Troppa disoccupazione»

II Papa dal Lussemburgo «Troppa disoccupazione» ! Poca folla ma clima disteso: da oggi è in Belgio| II Papa dal Lussemburgo «Troppa disoccupazione» LUSSEMBURGO — La disoccupazione è «un flagello» per molti Paesi e per tutti «un male, specie quando colpisce i giovani- che vedono frustrata la loro «sincera volontà di assumere responsabilità nel mondo-. Lo ha detto ieri il Papa rivolto ad alcuni dei massimi responsabili delle istituzioni comunitarie europee, affermando che ognuno deve interrogarsi su come far fronte a tale dramma, di dimensioni mondiali. Giunto in Lussemburgo dopo i quattro giorni della visita in Olanda, il Pontefice ha parlato della disoccupazione anche su una piazza di periferia, davanti a un folto gruppo di lavoratori, tra cui vi erano immigrati di vari Paesi. Il discorso nell'emiciclo del grande «Palazzo d'Europa» ha pure toccato problemi che vanno al di là del Continente: come il «dovere» di colmare i gravi squilibri economici tra Nord e Sud. Il Pontefice ha rilevato la necessità, in particolare, di iniziative concrete verso l'Africa, cui la Comunità è legata dalle convenzioni di Lomè. «Bisogna domandarsi — ha affermato — se tutto ciò che è attuabile e giusto è staio fatto, dinanzi a un'importante frazione dell'umanità, in Africa, dove la fame fa stragi, la terra si impoverisce e gli Stati sono bloccati dai debiti con l'estero». Giovanni Paolo Il ha auspicato che vengano superate le sfiducie e le «vertigini del dubbio- dell'uomo moderno. «L'Europa sappia reagire a tutto ciò che potrebbe indebolire i benefici di una giusta visione elica- ha proseguito. Il Papa ha infine detto che pensa ad una prossima visita al Parlamento europeo di Strasburgo, ma non ha indicato date. Dopo la tappa in Olanda, ricca di contestazioni, il breve soggiorno in Lussemburgo (il Papa già oggi comincerà una visita di alcuni giorni in Belgio che si annuncia delicata) è apparso come una tre¬ gua felice in un viaggio molto impegnativo. Anche nel Granducato, tuttavia, la presenza di Giovanni Paolo II non ha raccolto grande folla nelle strade, malgrado il Paese sia ad ampia maggioranza cattolico. Il Pontefice è stato fra l'altro ospite del Granduca Jean nella sua dimora cinquecentesca. Nel discorso serale, su una piazza di periferia, Giovanni Paolo II ha parlato anche in italiano, portoghese e polacco, per dirsi vicino a chi ha lasciato la patria. Ha quindi voluto rimarcare che oggi «ii peccato ha assunto una dimensione sociale» consistente neìV«egoismo degli uni che priva gli altri del necessario, nell'orgoglio e nella volontà di potenza che si manifestano in molte forze di sfruttamento ingiusto, di qua e di là delle frontiere». Questo crea, ha osservato, una «concatenazione tragica» che porta alle «reazioni violente ed anche rivoluzionarie».

Persone citate: Giovanni Paolo, Giovanni Paolo Ii, Granducato