Mosca e le rivolte dei forzati di Lia Wainstein

Mosca e le rivolte dei forzati IN UN LIBRO TRENTANNI DI PROTESTA OPERAIA NELL'URSS Mosca e le rivolte dei forzati I conflitti del mondo del lavoro, che in Occidente vengono studiati sistematicamente, sono più difficili da conoscere quando si tratta dcll'Urss. Un'indagine approfondita è stata condotta recentemente da Karl Schloegel, giornalista e sociologo delia Germania occidentale, e autore di un'originale guida che rivela itinerari moscoviti inediti, musei poco frequentali e perfino un indirizzarlo del 1923 in cui si potevano trovare i telefoni di Stalin. Bucharin, Trockij o Mejerchold (Moskau leseti. Leggere Mosca. Sledler-Verlag. Berlino). Lo spunto per 11 suo nuovo libro. Der renitente Held — Arbcitcrprotest in der Sowlelunion 1953-1983 (L/eroc renitente — La protesta operaia nell'Unione Sovietica 19531983, Ed. Junius, Amburgo, pag. 323), è stato fornito a Schloegel dalla fondazione di un libero sindacato ad opera del minatore Vladimir Klcbanov nel 1978 e. lo stesso anno, dalla fondazione della Libera unione interprofessipnale dei lavoratori (sigla Smot). Qui l'indagine, fondata su libri usciti in Occidente, su analisi sovietiche e sul samizdat, include alcuni aspetti fondamentali del complesso problema: le rivolte nei Lager di lavoro forzato negli Anni Cinquanta, le proteste spontanee dopo la morte di Stalin, i sindacati liberi, i rapporti tra operai e dissenso, le reazioni delle autorità. Va comunque tenuto presente, avverte Schloegel. che le iniziative sindacali in Urss si trovano in una fase preliminare in confronto agli altri Paesi di tipo sovietico: le rivendioazioni degli operai costituirono infatti il nucleo nelle rivolte di Berlino (1953). dell'Ungheria e della Polonia (1956), nella primavera di Praga (1968) e nelle sommosse delle città costiere in Polonia (1970). E' inoltre variamente valutalo 11 numero dei detenuti nei Lager sovietici, coinvolti nel lavoro forzato: pare che tra il 1939 e il 1955 oscillasse da tre milioni e mezzo (dal 1946 al 1950) a tredici milioni e mezzo (nel 1941). Chi organizzava le rivolle nei Lager? I gruppi delle minoranze nazionali, ritengono molti autori, mentre altri citano «la rinascita di un'opposizione leninista interna- e dei gruppi anarchici. I principali scioperi, nel Lager siberiani di Noril.sk. Vorkuta e Kingir (1953-1954) sono stati anche descritti da Solzcnicyn nclMrcipctooo Gulag. Nel periodo successivo, dei conflitti scoppiarono nell'industria, causali sia dagli abusi del dirigenti, sia dalle infrazioni commesse dagli operai. Ai problemi tuttora irrisolti, dell'assenteismo e dell'alcolismo, si aggiunge il fenomeno deWitaljanskaja zabastovka (sciopero italiano) cioè «un lavoro lento, negligenza nell'uso delle macchine, falsi dati per eludere le norme ed ottenere i premi...-. Allo sciopero, non espressamente vietato ma deprecalo a livello ideologico, si ricorse ben 58 volte tra il 1956 e 11 1981. Dalla quarantina di casi citati da Schloegel risulta che gli operai protestavano per la riduzione dei premi o della razione di carne, per la mancanza di materiali e per le ingiustìzie ncU'assegnazione degli alloggi. Nel 1978 Vladimir Klebanov (n. 1932) fondò il primo Sindacato libero. Le autorità reagirono subito mandando Klebanov nel manicomio di Dnepropetrovsk, 21 suoi amici in altri istituti, e arrestando ancora dicci persone. Il fallimento dell'impresa sembra dovuto all'isolamento di Klebanov, che non ottenne alcun aiuto per esempio dal Gruppo di Helsinki, non autorizzalo dal proprio statuto ad appoggiare singole associazioni. Sempre nel 1978 venne fondato da un centinaio di membri — operai, impiegati, ingegneri, scienziati — il gruppo Smot, che si rivolse ai corrispondenti stranieri a Mosca e alla Lega Internazionale dei sindacati liberi di Bruxelles. Fine dello Smot era una completa autonomia dallo Stalo e dal partito e la difesa, dei diritti sociali, culturali e politici dei lavoratori. Benché lo Smot agisse apertamente e ribadisse la propria legittimità, le repressioni, scatenatesi già un mese dopo la fondazione, furono dure: anni di detenzione, internamenti coatti in manicomio, confino, espulsione dal Paese colpirono gli esponenti dello Smot, ma tuttavia nel corso del processo l'organizzazione non venne mal definita né «f//egalc- né «antisovietica*. Schloegel conchlude la sua Interessante indagine, mirante non a formulare delle tesi esaurienti sulle piospcttlve del movimento sindacale in Urss, ma piuttosto a Integrare gli sviluppi constatati empiricamente, con un auspicio: «La critica, spesso rivolta alla presunta astrattezza delle rivendicazioni per i diritti dell'uomo del dissenso intellettuale, non capisce che a meno di esautorare il monopolio dell'informazione ufficiale, anche il passaggio da forme di protesta diffuse ed eruttive a quelle di un movimento operaio non è possibile... St potrebbe dire che il successo di un movimento operaio nell'Unione Sovietica rimane legato al successo del movimento per i diritti dell'uomo-. Lia Wainstein Solzenicyn visto du Irvine (Copyright N.Y. Rcvlew ot Boote. Oliera Mundi c per l'Italia .La Stampa,)