Quanco il voto è firmato

Aiutano davvero i partiti gli appelli pre-elettorali degli intellettuali? Aiutano davvero i partiti gli appelli pre-elettorali degli intellettuali? jgg^^ E33 A im ^ft éBktÈb - /SS Sk -uro- JMm -tam»- ^<n^ -: ■ - —.. m. .„ - nflr IH EH3 ESSI Hbflk ^S^HW ^^Mfct BR9 B CTI Mff iHBk nani Awk AW^n BHIM BBflBHflBh^HK «iWlHBI 1HHM1 liBrlnil Quando il voto è firmato Dopo anni di disimpegno sono tornati gli sponsor illustri per le liste - Una tradizione del pei che questa volta si è estesa ad altre forze politiche - Mario Soldati: «Ho aderito alla ricliiesta, ma non è un obbligo» - Franco Fortini: «Volevo testimoniare contro il riflusso» - Ugo Gregoretti: «Mi sembrano tanti trenini di cattedre» OMA—Secchi o prolissi, | )luti o slòganisUci, dietro jAn. ROMA — Secchi o prolissi, involuti o slòganisUci, dietro il frastuono della prima, vera campagna elettorale elettronica sono riemersi i tradizionali, inaffondabili .appelli» ai cittadini-elettori. E con loro, sono tornati sulla scena gli intellettuali, questa volta mescolati ad artisti e uomini di spettacolo, grandi manager finanziari e persino campioni spòrtivi per sedurre l'opinione pubblica attraverso l'esemplo, il monito, l'invito a votare cosi. Forse proprio l'elezione amministrativa dell'85 è stata l'ultima occasione di convivenza tra la nuova suggestione elettorale dei mass-media e la vecchia tradizione italiana del mattre-à-penscr, un ruolo messo in discussione dall'insistenza persuasiva degli spot televisivi,- dalla potenza straripante dei comizi in diretta sul video, dall'accerchiamento senza scampo della pubblicità ammiccante di grandi e piccoli candidati. Dunque lo sponsor intellettuale è ancora un buon affare per andare a caccia di un sindaco, di qualche assessore, della conquista di un Comune? Stando alla corte serrata che i partiti hanno fatto agli uòmini di cultura per convincerli ad entrare in lista o almeno a firmare un ..manifesto,, indirizzato agli elettori per chiedere il voto, si direbbe di si. La «firma di garanzia., dell'intellettuale, anzi, si è estesa dalla sinistra al centro, e ha contagiato anche l'anticonformismo delle nuove formazioni politiche, scese in campo per la prima volta. Negli ultimi anni, l'elenco di firme sotto un appello di sostegno alla lista, veniva rac- colto quasi solo dal pei — che non ha mai rinunciato a questa tradizione — e dal psi. In questa campagna elettorale, a Milano come a Torino e a Roma, ecco spuntare le firme che chiedono di votare democrazia proletaria: ecco i nomi degli Intellettuali sotto 11 manifesto repubblicano; ecco. Infine, l'appoggio pubblico e dichiarato di filosofi e scrittori alle neonate liste Verdi. Da un lato, quindi, si ritorna a credere nel potere di indirizzo e di orientamento dell'intellettuale. Dall'altro lato, si ritorna a firmare, dopo una parentesi di ritrosia e di prudenza. 'Io non sono un firmaiolo, pronto a mettere il mio nome sotto qualsiasi appello e qualsiasi manifesto — spiega Mario Soldati — ma questa volta ho firmato l'appello di sostegno al psi, e sono ben contento di averlo fatto. Non è tanto una dichiarazionc di vóto, perché sotto sempre stato socialista c tutti sanno da che parte sto: ma è un servizio al partilo, per quanto minimo. Se la mia firma può servire, io la do. Non pretendo che tutti gli scrittori si comportino come me davanti alle richieste di appoggio dei parliti. In questi casi, per un intellettuale, firmare non è obbligatorio, ma non è nemmeno disdicevole: si può fare, insomma, se si vuole». Ma qualcuno lo fa imi per testimonianza individuale che per convinzione nel potere di opinion-leader degli intellettuali. "Io ho firmato l'appello a votare dp per una valutazione politica, certo, ma soprattutto per testimoniare che in questi anni di riflusso non mi tiravo indietro — dice Franco Fortini —. Più che il suggerimento di un intellettuale, dunque, la mia è la presa di posizione di- un cittadino. Bisogna smetterla di credere che l'intellettuale, in quanto tale, disponga di un diritto pubblico di parola, per status. Questa è Una gran brutta eredità, nata dui settimo congresso dell'Internazionale comunista, quando si pensava all'intellettuale come portavoce privilegiato della coscienza dei popoli, un ere- dita trasmessa fino a Sartre compreso». Eppure la firma del lilosolo, dello scrittore, del professóre, può essere ancora oggi una forma concreta di impegno, sia pure in (orine nuove e diverse, «Per tue è cosi — dice Paolo Flores d'Arcais —. Non credo all'intellettuale che firma un appello ogni tanto per scaricarsi la coscienza, non eredo neppure al consigliere del principe, e nemmeno all'intellettuale organico a un partito, perché diventa un funzionarlo. Ai Verdi, abbiamo dato non solo la nostra firma, ma il sostegno di un comitato di intellettuali che non vogliono fare i politici di professione, non vogliono cambiare mestiere, ma sperano di trovare finalmente, modi nuovi per fare politica come bricolage: non a tempo pieno, ma su prò mi concreti, attraverso ba ~rj„ n~,..,„ a tempo pieno, ma su problemi concreti, attraverso battaglie specifiche. Per questo, dopo anni di appelli e un decennio in cui noti ho sottoscritto praticamente più niente, in queste elezioni ho ritirato fuori la mia finita». Si torna a firmare, ma con prudenza, con sorveglianza, qualche volta con scetticismo. «Il mio più die un appello è stato un appoggio — dice Franco Venturi —. Con due parole, abbiamo cercalo di sostenere il pri. Credo sia giusto, 'perette in periodi importanti come quello di oggi lìntellettilale può allargare i confini del suo intervento, per poi naturalmente tornare dentro l'ambito del suo lavoro». 'Abbiamo firmato perette era un testo di poclie righe, sema dogmi né slogan —. dicono Frutterò e Luccntini, che hanno sottoscritto lo stesso appello —. Ci vengono i brividi a pensare al nostri nomi sotto certi manifesti prolissi sguaiati e trombonlstici, con cose di cui poi magari vergognarsi, anche dal punto di vista grammaticale. Perché in questo Paese lutti firmano tutto, dimenticando che le idee storte si denunciano già dal modo in cui sono esposte». Ma tutte queste firme serviranno davvero, alla fine? «Io ho firmalo, perchè il pei me l'Ita chiesto — dice Ugo Gregoretti —. Ma credo proprio che non serva a nulla. Gli intellettuali sono antipatici alla gente, soprattutto quando si mettono in ordine alfabetico come un trenino di cattedre. Un bel treno di cinquanta vagoni, ognuno con il suo intellettuale dentro...». Ezio Mauro RISULTATI NELLE COMUNALI Comunali 'HI. Comunali '60 Dillerenza % seggi % seggi V seggi DC 33,7 15.797 34,0 15919 —0,3 — 122 PCI 28,5 11.541 30,7 11.736 —2,2 — 195 PSI 14,9 6.055 14.1 6.469 + 0,8 + 586 PSDI 4,4 1.405 6,3 1.670 —0,9 — 265 PRI 4,8 1.171 3,7-* 644 + 1,1 + 327 PLI 2,4 403 2.6 375 —0,2 + 28 DP 1.2 121 0.7 95 + 0,5 + 26 MSI 5,3 1.142 4.5 810 + 0,8 + 332 Verdi 1,2 85 — 2 + 1,2 + 83 SVP 0,7 1.526 0,7 1 644 — — 18 Llga Von. 0,3 34 — + 0,3 + 34 Ps. d'Az. 0,3 104 0,1 24 + 0,2 + 80 Altri 2,3 1.533 2.3 3.049 — +1.516 N.B. Riepilogo dei 1 590 Comuni con sistema proporzionale.

Persone citate: Ezio Mauro, Flores D'arcais, Franco Fortini, Franco Venturi, Mario Soldati, Sartre, Ugo Gregoretti

Luoghi citati: Milano, Roma, Torino