C'è burrasca nel pci Natta in difficoltà
C'è burrasca nel pei Natta in difficoltà Oggi in direzione primo scontro tra i leader C'è burrasca nel pei Natta in difficoltà Si parla di Lama o di Zangherj come i possibili successori ROMA — -E' necessario che un uomo come Lama si impegni in un momento come questo, in cui la capacità di rischiare deve far premio sulla prudenza». Il sasso è gettalo nella piccionaia della dirigenza comunista che esamina con prudenza e circospezione il deludente risultato elettorale. Non è più tempo di svolte tanto larghe da sembrare rettifili, sembra dire il senatore comunista Napoleone Colajanni. siciliano eletto a Torino. E. in effetti, chiede con chiarezza .una rottura». Si capisce dall'intervista rilasciata da Colajanni all'Europeo, che la rottura, deve modificare i metodi del ricambio interno, della scelta dei dirigenti, sino ad arrivare al segretario. Cioè. Luciano Lama al posto di Natta, anche se questo'Colajanni non lo dice esplicitamente. Non e la prima volta che si parla di Lama come segretario del pei. Era considerato uh anno (a uh possibile «candidato., alla successione di Berlinguer, ma il suo nome non raccolse consensi nella ampia consultazione che avviò il partito tra i dirigenti locali. D'altra parte, lo stesso Lama aveva rifiutato la propria candidatura appoggiando quella di Natta. Ma poi ha annunciato che lascerà la Cgil al congresso di dicembre. Sarà quindi libero di tornare al lavoro di partito dove ■ qualche contributo posso ancora darlo», lui spiegato. Il possibile successore di Lama alla testa della Cgil. Corrado Pizzinato, comunista anche lui. non prende comunque sul serio la proposta di Colajanni. -Natta succederà a Natta al prossimo congresso die si terrà nel 1986, e di questo avviso è anche Lama». Forse è un'azione di deplstaggio. Certo è che il nome di Lama oggi circola a Botteghe Oscure assieme a quello di Zangheri e a quelli di Occhetto e Rcichlin. Sembra proprio che per il pei si apra una stagione di forti e nuove emozioni al seguito dello «choc» elettorale. Non si era mai sentito un dirigente proporre un cambio di segretario in modo cosi leggibile e pubblico. Non si era mai sentito parlare a quattr'occhi tra i comunisti della possibilità di cambiare un segretario ancora in vita, come una evenienza del tutto normale. Il pei vuol diventare realmente «laico»? Le ultime due vignette autoironiche pubblicate sulla prima pagina delì'Vnità, dicono che quanto meno nel pei circola il senso dell'umorismo. Quando si sarebbe potuta sentire una fulminante analisi politica tanto spregiudicata come quella che ci offre il deputato Lamberto Marchetti, della federazione di Pesaro? «Sforno leninisti, siamo marxisti, siamo gramsciani, ma siamo anche un po'pirla» dice quasi tra sé e sé nella Montecitorio che comincia a ripopola™. «Pirla» perché il pei è voluto rimanere a tutti i costi abbarbicato alle giunte di sinistra anche quando erano chiaramente defunte, e questo pur di non rompere con i cugini socialisti, pur di evitare il tanto temuto isolamento. -Abbiamo tenuto nelle regioni serie e dal governo non condizionato — nota l'on. Giovanni Motetta — l'Emilia, la Toscana, l'Umbria. Là dove abbiamo cercato il chiarimento, ci ha reso... La paura dell'isolamento ha provocalo le sconfitte di Torino, di Roma. -Questa prigionia della nostra diversità ci isola, ci isterilisce» osserva Colajanni. ■ Oggi si riunisce la direzione per esaminare 11 voto, e si prevede un comitato centrale a breve scadenza. ■ Ma il. dibattito sulla linea politica, a quanto pare, sarà affrontato apertamente solo dopo il referendum e prima delle elezioni del presidente della Repubblica. Per ora il pei deve chiarire se può evitare il referendum oppure no. C'è chi vi cerca la rivincita sul 12 maggio, ma c'è anche chi teme un ulteriore allontanamento dai socialisti. Alberto Kapisarda
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