Gromyko: non permetteremo che ci siano armi nello spazio di Alfredo Venturi

Gromyko: non permetteremo che ci siano armi nello spazio Il ministro russo alla celebrazione dei 30 anni del trattato per l'Austria Gromyko: non permetteremo che ci siano armi nello spazio Andreotti incontra Shultz a Vienna, poi dice: «11 nuovo round di Ginevra sarà positivo» DAL NOSTRO INVIATO VIENNA — L'Unione Sovietica non permetterà, dice Andrei Gromyko, che si collochino armi nello spazio. Proprio su questo, aggiunge, sono concentrati gli sforzi della nostra politica eslera. All'indomani del colloquio cori George Shultz — sei ore, un record considerato, in sé, positivo — il capo della diplomazia russa parla nella Sala del marmi al Castello del Belvedere. 81 sta celebrando con grande solennità il trentesimo compleanno di quel trattato di Stato che consenti all'Austria, con il ritiro delle truppe di occupazione, di recuperare a dicci anni dalla guerra la sua piena sovranità. Molti autorevoli personaggi affollano la sala del Belvedere: con il presidente austriaco Rudolf Klrchschlaeger e il cancelliere Fred Slnowatz ci sono undici ministri degli Esteri. I rappresentanti delle quattro potenze alleate che negoziarono 11 trattato (il do¬ cumento porta, le firme di Molotov, Foster Dulles, McMlllan, Pinay), e quelli dei sette Paesi che confinano con l'Austria: Svizzera, Liechtenstein, Germania federale, Cecoslovacchia, Ungheria, Jugoslavia, Italia. Shultz segue con particolare atten- zione, attraverso l'auricolare della traduzione simultanea, l'intervento di Gromyko che parla in russo. Fra poco toccherà a lui, al segretario di Stato, salire alla tribuna per celebrare l'accordo del '55. Non fu la vittoria di questa o di quella parte, dice, fu la vittoria di tutti. Non risponde al sovietico sul terreno specifico delle armi spaziali: si limita a auspicare che lo stesso spirilo di trent'anni fa porli una ventata nuova nei negoziati di Vienna, sugli armamenti convenzionali nell'Europa centrale, e di Ginevra, sulle tre lamiglie, spaziale, strategica e di media portata, dello spaventoso arsenale atomico. L'ombra di Ginevra, della decisiva posta in palio laggiù sul triplice tavolo, attorno al quale fra due settimane torneranno a riunirsi Kampelman e Karpov e le loro delegazioni di tecnici e diplomatici, ha dominato dunque Vienna e la sua festa. Una festa scandita dalle musiche di Bach, Mozart, Haydn, Beethoven, che si sono alternate ai discorsi nel Castello del Belvedere, dalla marcia di Radetzky eseguita dalle bande militari sotto gli aceri del Ring, da. un frenetico incrociarsi di colloqui e contatti fra i ministri convenuti nella capitale austriaca. Al centro di questi contatti le prime analisi dell'incontro dell'altro ieri fra Shultz e Gromyko, Il segretario di Stato ne ha riferito, per esemplo, agli altri quattro ministri atlantici. Howe. Genscher, Dumas e Andreotti. E dal rapporto di Shultz Andreotti ha tratto l'impressione che «il nuovo round di Ginevra sarà positivo». Un'impressione che in qualche modo contrasta con altre valutazioni a caldo, improntate a una prudenza tendente piuttosto al pessimismo. Secondo il ministro italiano Alfredo Venturi (Continua a pagina 2 In sesta colonna)