Nel balletto degli esclusi 2 assessori e un presidente di Marzio Fabbri

fNel balletto degli esclusi 2 assessori e un presidente Clamorose bocciature tra i candidati alla Regione Lombardia — ■ fv f—- Nl blltt dli li fNel balletto degli esclusi 2 assessori e un presidente MILANO — Il presidente del Consiglio regionale, Renzo Peruzzottl, socialista, già assessore alla Sanità, è il più illustre tra i candidati esclusi. C'è per lui ancora qualche speranza di essere «recuperato» con 11 gioco delle dimissioni essendo il primo dei non eletti del suo partito nella circoscrizione del capoluogo, ma la bocciatura resta comunque clamorosa. Ugualmente non rimetteranno piede nel grattacielo Pirelli, dove la maggioranza di pentapartito è ampiamente riconfermata, gli assessori all'Energia e alla Cultura, 11 liberale Guido Sasso e 11 democristiano Alberto Galli che hanno pagato lo scotto del calo dei consensi (e quindi dei seggi) ai loro partiti, rispetto alle regionali del 1980. Il gruppo democristiano, infatti, perde 3 consiglieri e rimane con 31 (è comunque largamente la forza di maggioranza relativa) mentre quello liberale passa da due a un consigliere pur potendo contare in Regione su due tra le zone di maggior radicamento, a Milano e a Como. Risultano al contrario eletti presidente e vicepresidente > della Giunta, il de Giuseppe Guzzetti (quasi 48 mila preferenze) e il socialista Luigi Vertemati. Bara profonda¬ mente mutata la composizione dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale nel quale, oltre al presidente Peruzzottl, non ci saranno più neppure i vicesegretari Lauro Casadio, comunista (non ripresentatosi dopo avere fatto già, tre legislature) e Camillo Lucchl (non rieletto). Anche Remo Bozzi, socialdemocratico, non è stato eletto e quindi 11 suo posto di segretario sarà assegnato ad un altro. Per quanto riguarda gli elementi di spicco presentatisi nel vari partiti non ci sono esclusioni clamorose. Per la democrazia cristiana slederanno cosi in Consiglio Enrico De Mita, fratello del segretario del partito (tini ha ordinato di presentarmi* ha scherzato qualche giorno fa), Sandro Fontana, vicesegretario della de, e gli assessori Vittorio Sora, Antonio Muffatti, Giovanni Ruffini ed Ernesto Vercesl. Per 1 socialisti (che guadagnano un seggio) sono confermati gli assessori Renato Tacconi, Maurizio Ricotti, Sergio Moroni e Sergio Marvelli; entrano in Consiglio anche il segretario regionale Ugo Finetti, il presidente della Usi Michele Coluccl Tra gli eletti comunisti spiccano 11 segretario regionale (ex presidente «deila Provincia) Roberto Vitali, l'ex assessore comunale al Traffico Vittorio Korach, 11 leader sindacale dei metalmeccanici Pio Galli, 11 giornalisti» del Tg2 Bruno Ambrosi, l'indipendente Elio Veltri, che nella legislature passata era nel psi, dopo avere ricoperto, per anni la carica di sindaco socialista di Pavia, e Giovanni Comincili.- Rieletto l'assessore repubblicano Fabio Semenza, come pure quello soclaldemocrati-' co Orazio Picciotto Crisafulli. Il consigliere uscente di de- mocrazia proletaria, Emilio Molinari, è stato eletto sia a Milano sia a Brescia e la sua rinuncia in una delle due circoscrizioni dovrebbe fare posto a Giuseppe «Pippo» Torri. . Entra in Consiglio il capolista del msi Ignazio La Russa alla testa di una rappresentanza di quattro eletti, uno in più di cinque anni fa. Armando Frumento sarà l'unico rappresentante ' liberale, mentre 1 verdi saranno due, Roberto Albanese e Sergio Andreis. Per quanto riguarda le preferenze 11 più votato in tutta la Lombardia è il socialista Finetti. vicino al 70.000 consensi, seguito dal comunista Vitali e da De Mita che hanno ingaggiato un testa a testa sul filo dei 55.000 consensi nel quale l'ha spuntata l'esponente del pei. Ogni partito ha conservato 1 suol punti di forza. Il pel ha ceduto la palma di primo partito in provincia di Milano, ma l'ha conservata a Mantova e Pavia; la de è tornata irresistibile nelle province bianche tradizionali come Bergamo e Sondrio. In quest'ultima, insieme a Milano, il miglior risultato psl e anche quello del psdi. Roccaforte repubblicana rimane Milano e liberale Como. Marzio Fabbri