Altre spiagge di Gianfranco Piazzesi

Altre spiagge Altre spiagge La maggiore stabilità politica, conseguenza delle elezioni di domenica scorsa, si basa anzitutto sui numeri. E' infatti aumentato il margine di sicurezza del pentapartito e si è assistito all'avanzata parallela della de e del psi, senza i quali nessuna maggioranza sarebbe possibile. La crescita collettiva ha dissolto una atmosfera da ultima spiaggia, ma l'avanzata parallela e un dato ancora più importante, perché due partiti in concorrenza hanno potuto toccar con mano che l'attuale alleanza non 6 soltanto una scelta obbligata, bensì può risolversi con vantaggio reciproco. I numeri tuttavia non sono tutto. Se ne debbono trarre anche le logiche conseguenze. Per esempio, De Mita commetterebbe un grosso errore se, cedendo alle proposte di consiglieri piuttosto interessati, si affrettasse a reclamare per la de la poltrona di Palazzo Chigi. Ugualmente avventa- 1 to sarebbe Bettino Craxi se non mantenesse l'impegno, assunto alla vigilia del voto, di estendere ulteriormente la formula del pentapartito dal centro alla periferìa. Ma tanto Craxi quanto De Mita stanno in politica da troppo tempo per cadere in simili trabocchetti. Proprio loro dovrebbero rimettersi a litigare, col solo risultato di rimettere in gioco il comune antagonista? E infatti nessuno dei due ha finora autorizzato il benché minimo sospetto. Una volta tanto, non è lecito dubitare dei loro buoni propositi. Non resta che verificarne la consistenza. La prima verifica riguarda il referendum. Conviene, almeno in un primo momento, accantonare le polemiche sulla astensione generalizzata, che fino a ieri hanno assurdamente diviso il «fronte del no» e autorizzare il governo a presentare una proposta equilibrata e accettabile dalle parti sociali che consenta di evitare in extremis questa ulteriore e inutile prova di forza. 1 risultati di domenica scorsa hanno infatti mutato la prospettiva. Invece di un pei all'attacco, nel tentativo di estromettere Craxi da Palazzo Chigi, liquidare definitivamente il pentapartito e imporre nuove elezioni anticipate, i comunisti si trovano dinanzi a una situazione del tutto imprevista. Le elezioni di domenica scorsa hanno dimostrato che gli italiani, appena si profilano certi pericoli, accorrono ancora alle urne e votano in un certo modo. I comunisti possono ugualmente cercare una rivincita. Ma una seconda sconfitta, divenuta assai più probabile, non farebbe che accrescere il loro isolamento. E' ovvio interesse, per i leader della maggioranza, definire al più presto una linea di condotta comune, quale essa sia, lasciando al pei la piena responsabilità della scelta tra un compromesso onorevole e un nuovo scontro frontale. La seconda verifica riguarda le prossime elezioni presidenziali. Alcuni leader della maggioranza, e in particolare De Mita e Spadolini, nelle scorse settimane hanno precisato che il Presidente della Repubblica deve essere il rappresentante di tutti gli italiani, e che perciò va cercata una maggioranza più vasta di quella rappresentata dal pentapartito. L'osservazione é giusta, purché venga approfondita, eliminando ogni eventuale margine di incertezza o di ambiguità. Senz'altro l'autorità e il prestigio di un Presidente sono direttamente proporzionali all'estensione dei consensi ottenuli fuori e dentro il Parlamento. L'esempio di Pertini non lascia alcun dubbio in proposito. Ma per raggiungere un simile risultato, per impostare un dialogo realistico e proficuo con l'opposizione, sarebbe opportuno che i parliti della maggioranza raggiungessero un pieno e convinto accordo sul candidato o sui candidati proponibili. De Mita e Spadolini non sono certo i soli a pensare che va fatto tutto il possibile per evitare che il nuovo Presidente della Repubblica sia imposto al pei contro la sua volontà. Ma certamente anche loro ritengono che non può essere nemmeno il pei a nominare di fatto il futuro inquilino del Quirinale, imponendolo a una maggioranza esausta e irreparabilmente divisa. Da ieri qualcosa è cambiato, nella vita politica italiana: dai tempi del primo centro-sinistra, democristiani e socialisti non hanno mai avuto una cosi chiara convenienza a fare un lungo tratto di strada insieme. Va da sé che non debbono approfittare dell'isolamento comunista per favorire un processo involutivo che renderebbe la nostra democrazia zoppa fino al Duemila. Non è proprio il caso di stravincere. Ma sarebbe ancora più grave dilapidare fin da ora tutti i frutti di una duplice vittoria: Gianfranco Piazzesi

Persone citate: Bettino Craxi, Craxi, De Mita, Pertini, Spadolini