Gazzelloni: ci servono università della musica

Gazzelloni: ci servono università della musica Incontro con il flautista che adora Mozart Gazzelloni: ci servono università della musica MILANO — «No, per carità, chiudere anche un Conservatorio soltanto sarebbe una poesia. Non si può condividere l'idea di coloro che condannando giustamente i metodi di insegnamento suggeriscono di chiudere gran parte dei Conservatori italiani. Ne sarebbero penalizzati i ragazzi che non hanno alcuna colpa e l'Italia rischierebbe di passare per il Terzo Mondo della musica». Severino Gazzelloni (questa sera interpreterà a Chieri, Sala Studio S, ore 21, pagine di Scarlatti, Haendel, Mozart, Beethoven e Dvorak) insieme con il francese Rampai, lo svizzero Nicolet, l'irlandese Galway e l'americano Beker, è considerato uno dei maggiori flautisti viventi. Una vita dedicata alla diffusione della musica contemporanea ma mozartiano per vocazione, Gazzelloni, che non disdegna di eseguire anche la musica di Rota e dei Beatles; sostiene: •Comprendo l'amarezza di tanti docenti che vogliono studi più severi, ma il problema è essenzialmente un altro. Bisogna cominciare a insegnar musica nelle scuole elementari come avviene negli altri Paesi europei e negli Usa». I professori d'orchestra, i solisti migliori dovrebbero formarsi nei Conservatori, ma altri celebri musicisti sostengono che mancano i grandi Insegnanti. E allora, che fare? •Bisogna avere molto coraggio oggi per insegnare nei Conservatori, perché i progranimi sono quelli degli Anni Trenta, la preparazione collettiva è insufficiente, non si formano nuovi docenti di grande avello, i talenti restano delle eccezioni. Questo è vero, è un circolo vizioso. Basti pensare che un professore d'orchestra non può insegnare nei Conservatori. Ma chi meglio di uno strumentista è in grado di insegnare ai ragazzi? Bisogna apportare una riforma radicale e perché questo avvenga è indispensabile che ai vertici del ministero della Pubblica istruzione, per ciò che concerne la musica, ci siano musicisti insigni, che conoscono a fondo la materia, non burocrati o politici.. E' una proposta difficile da fare accettare... •E' l'unica praticabile, mi creda. I Gazzelloni, gli Accordo, Uto Ughi o Pollini, i Muti, gli Abbaio finiranno con l'essere cattedrali nel deserto in una nazione che musicalmente ormai ha assai poco da dire. Il governo ed il Parlamento devono varare leggi che modifichino il piano degli studi in Italia.. Che cosa suggerisce Gazzelloni ai responsabili degli studi musicali del nostro Paese? •Sono i bravi professori d'orchestra i depositari delle verità musicali. Gli si consenta, nei Conservatori delle grandi città, di formare orchestre con i giovani e si istituiscano nei quattro o cinque Conservatori italiani più importanti le Università della Musica con corsi strumentali di un anno, retti dai grandi concertisti. SI, gli Accardo, i Gazzelloni, Uto Ughi, Pollini, Rampai, Piero Farulli, Filippini, Giuranna, Rostropovich, Asciolla, Franco Gulli e tanti altri stranieri. Lo Stato obblighi i solisti italiani per tre, quattro mesi l'anno ad insegnare in queste università. Sono proprio questi artisti che hanno il dovere di trasmettere le loro esperienze». E per le orchestre che mancano? .C'è un insegnante che tutti ci invidiano, Franco Ferrara. Oli si dia. l'incarico. Ci sono gli Abbado, i Muti, i Si-t nopoli, è si possono invitare] gli stranieri, Zubin Mehta, Lorin Maazel ed altri, artisti disponibili all'insegnamento. .Vorrei dire a questo proposito al ministro responsabile, non permetta che l'orchestra dei giovani di Fiesole sia costretta a sciogliersi per mancanza di fondi. Sarebbe una perdita imperdonabile. I talenti ci sono, facciamoli studiare». La gente ormai la identifica con 11 flauto d'oro. Qual è stato il segreto di tanto successo? • Fare conoscere il flauto come strumento di concerto. Dal '52 al '66 a Darmstadt con Bruno Moderna, Boulez, Berto, Stockhausen, Luigi Nono, mi sono imposto di contribuire a diffondere la musica contemporanea. Loro scrivevano per me ed io ho fatto il mio primo concerto in America con musica d'avanguardia. Ci voleva coraggio, il pubblico era scelto. Pittori, letterati, artisti che venivano ad ascoltare ciò che accadeva nella musica. Erano anni di sacrifici,. E in Italia?. •In Italia Ito costretto gli organizzatori musicali ad accettarmi cosi come sono. In concerto suono Mozart che è il mio dio, ma anche musiche moderne. Parlo con il pubblico, spiego quel che suonoOggi le maggiori soddisfazioni mi vengono dai ragazzi di provincia, dei piccoli centri, nelle chiese dei paesi della Sicilia». , ' Armando Caruso Gazzelloni suonerà a Chieri: interpreterà brani di Scarlatti, Macinici, Mozart, Beethoven, Dvorak ra