Sul deficit commerciale la chimica pesa per il 23%

Sul deficit commerciale la chimica pesa per il 23% Sul deficit commerciale la chimica pesa per il 23% MILANO — Nel 1984 la nostra bilancia commerciale con l'estero ha fatto segnare un passivo di 19.163 miliardi con un incremento del 67% rispetto agli 11.464 miliardi del 1983. Un quarto circa di questo passivo, per l'esattezza 11 23,4%, è determinato dalle forti importazioni di prodotti chimici di base, intermedi e finiti; sono 4479 miliardi di squilibrio nell'interscambio che rappresentano ormai la quarta voce del nostro passivo con l'estero dopo il petrolio, 1 prodotti alimentari e 1 derivati del legno e della carta. «L'importazione delle materie chimiche rappresenta un aspetto fondamentale del nostro sviluppo economico —' commenta Enzo Bel trami, presidente dell'Associazione delle Imprese per il commercio chimico, circa 350 aziende che si ripartiscono un volume d'affari annuo di 15.000 mi¬ liardi —, tranne qualche modesto quantitativo di prodotti finiti l'Italia importa prodotti intermedi della chimica fine (che le nostre aziende non producono) e che sono destinati allindustria». Nel 1984 abbiamo importato prodotti chimici per oltre 15.000 miliardi e ne abbiamo esportato per 10.900; 11 saldo negativo è stato appunto di 4479 miliardi, contro i 3857 dell'anno precedente. Un rapido esame del principali prodotti scambiati ' dimostra come l'Italia sia debitrice nei confronti dell'estero di materie chimiche dotate di alta tecnologia, dagli organici di base e intermedi, alle materie plastiche (tecnopolimerl) agli Organici fini, ausiliari per l'industria è 1 materiali sensibili, mentre 1 punti di forza delle nostre esportazioni sono le fibre chimiche, gli elettrodi, adesivi, pitture e vernici. g. mo.

Persone citate: Enzo Bel

Luoghi citati: Italia, Milano