Aromi e vecchi speziali

Aromi e vecchi speziali UNO SGUARDO SULL'ANTICA ARTE Aromi e vecchi speziali «Conversare» con le strade, di Torino, invase come sono dal traffico, non è facile. Ma a volte basta un'occhiata a un portone, un muro, un'insegna, ed ecco subito una storia. In via Milano la farmacia Anglesio — la più vecchia della città, nata nel Settecento' nel convento di San Domenico e adorna dello stemma reale per la incrollabile fedeltà dei suoi proprietari alla dina-, stia sabauda — suggerisce per esempio un'avventura a ritroso in un settore ormai sopraffatto dal prodotto industriale, ma un tempo deliziosamente artigianale e ricco di. fantasia: il mondo del farmacisti. Dei preparatori di farmaci (pharmaceutae, poi pharmacopei) si parla sin dal tempi di Ippocrate. Ma sono medici o collaboratori di medici. Gli antenati del moderno farmacista sono invece, nel secolo XIII, gli apothecari, gli aromatarii, gli speziali se non, polemicamente, i plperarii, venditori di pepe più interessati all'arte mercantile che alla medicina. Insomma dei droghieri. In uno «strumento» all'Archivio di Stato di Torino si dichiara che il maestro Omobono Sampietro di Ferrara, medico dei conti di Savoia e Nicolò di Nono di Moncalieri, die si erano associati per aprire una bottega di spezlerla, hanno attestato davanti al notaio di non avere più obblighi o debiti reciproci. La data dell'atto è 27 maggio 1382 Nel 1851 gli speziali di Torino sono 24; 36 nel 1620. Qual è il compito dello speziale? Ai tempi di Vittorio Amedeo II, quando le arti sanitarie, dagli speziali ai barbieri, dai ciarlatani ai cavadenti, vengono sottoposti al controllo* del Protomedicato e del Magistrato della Riforma (1729), l'aspirante speziale (come spiega la interessante ricerca storica Schiapparelli) deve saper «pestare, lavare, infondere, cuocere, distillare, compor bene, ed egregiamente li composti conservare. E perciò è obbligato a saper bene la Grammatica acciocché possa benissimo intendere le ordinazioni delle ricette». La fondazione della prima cattedra di chimica-medico farmaceutica avviene il 18 ottobre 1800 durante l'occupazione napoleonica. La prima farmacopea, cioè l'elenco ufficiale di tutte le medicine in uso, è del 1853. Ma sin dal 1736 esisteva una Pharmacopea Taurinensis e farmaci e ricettari erano conservati negli inventari, come quello del pinerolese Pietro Fasolis (1398) e il ricettario membranaceo compilato nel XIII-X1V secolo e conservato alla Biblioteca Reale. v. sin. 1 Un ricettario membranaceo ospitato nella Biblioteca Reale

Persone citate: Anglesio, Ferrara, Omobono Sampietro, Pietro Fasolis, Schiapparelli, Vittorio Amedeo Ii

Luoghi citati: Moncalieri, Torino