Il decalogo di Matusalemme di Franco Giliberto
Il decalogo di Matusalemme A Saint-Vincent convegno sul buon invecchiamento Il decalogo di Matusalemme Primo: non isolarsi; secondo: coltivare qualche interesse... - Il farmacologo Trabucchi indica che cosa bisogna fare per evitare il decadimento - Il filosofo Severino: «La grande paura degli anziani? Perdere i privilegi» - L'antropologa Rocchi: «Vive meglio l'aborigeno che crede di essere immortale» DAL NOSTRO INVIATO ST-VINCENT — Che Matusalemme sia vissuto per 969 anni, come si legge nella Genesi, può anche esser creduto. Più difficile è aver fede in talune notizie del nostri giorni, che periodicamente giungono, poniamo, dalla Georgia 'sovietica, dal Pakistan o dalTEquador, e che cercano di 'accreditare longevità eccezionali: un contadino ancora "pimpante a 144 anni, un artigiano che continua a intagliare il legno a 147 anni, un pastore andino morto (precocemente) a 139 anni. ■ Ci sarà anche aria buona in certi angolini di quel Paesi e i cibi saranno genuini; ma sono gli uffici dell'anagrafe a non esistervi, o a funzionare all'insegna del pressappoco. Per fortuna, il primo congresso nazionale della Società italiana di psicogeriatrla, che si conclude oggi a St-Vincent, ci mette in guardia da questo tipo di notizieburla. Per fortuna, dicevamo, perché sarebbe pericoloso che la gente credesse negli . artifizi di lunga vita — geo- ■ grafici, dietetici, chimici — in contrasto con le naturali leggi genetiche (relazione di Franco Foresta Martin).' Oggi la speranza di vita degli individui, in media, si attesta sui 75 anni. Non vi è quasi dubbio tra gli esperti che poco prima del Duemila sarà molto più facile raggiungere mediamente la soglia degli 80-85. Ma non vi è segno, nemme-, no bioingegneristico, che in un futuro vicino l'uomo possa andar oltre il limite, come speranza di vita, del 90-100 anni. Allora il problema attuale è: spender bene il tempo che passa. Il congresso in Valle d'Aosta aveva per titolo proprio: •L'invecchiamento tra paura e desiderio». Ottimisticamente, l'antropologa Carla Rocchi ha ricordato — in una tavola rotonda preliminare — che l'età fisiologica è «un dato elaborabile culturalemente», ossia soggettivo. Vive meglio, per esemplo, chi crede d'essere immortale Celò accade presso taluni gruppi etnici) ovvero chi attribuisce il trapasso unicamente a un errore: come l'aver fatto arrabbiare qualche divinità o per qualche altro accidente del gene- re. Fatalisticamente, il filoso- io Emanuele Severino ha rammentato all'uditorio qua- le coscienza abbia la nostra cultura europea: 'Essa sa che l'uomo, fin da quando nasce, è già abbastanza vecchio per morire». Ma detto in sintesi, su quale tipo di altalena ci si dondola mentre s'invecchia? •C'è la paura di perdere i privilegi. Poi c'è II desiderio — spiega Severino — di perpetuarli». E con un gioco di parole sulla voglia di vivere: •Quella voglia è in primo luo¬ go il voler continuare a tro- varst nella situazione di vote- re; si vedrà in un secondo go il voler continuare a trovarsi nella situazione di volere; si vedrà in un secondo tempo cìie cosa si vuole nel dettaglio». Altra musica nei discorsi del farmacologo. Nessuna novità da questo congresso, dice 11 professor Marco Trabucchi, sul piano delle nuove medicine, del farmaco miracoloso. Trabucchi sostiene: -Quel che oggi più importa è la giusta concezione della vecchiaia: non si tratta di una malattia. Sembra banale che sia necessario riaffermarlo, ma c'è ancora un sacco di persone, medici compresi, che non hanno assolutamente le idee chiare in proposito». La solitudine e l'Inattività sono i peggiori nemici di chi invecchia, il terreno più fertile sul quale possa metter radici anche il decadimento fisico. Professore, c'è un antidoto o un decalogo da proporre? Il farmacologo sta al gioco: •Primo: vivere cbn gli altri il più possibile, partecipare in qualche misura alle situazioni che ci circondano. Secondo: avere interessi anche minimi, ma coltivarli. Terzo: cercare di lavorare un po', provvedere di persona a piccole incombenze, o meglio ancora cercare Una mini-attività part-time. Quarto: se necessario curarsi secondo le regole die il medico consiglia, ma sema polarizzare l'attenzione sui propri distitrbl, os-i sia senza farne oggetto principale di discussione con tut-, ti, e tutti i giorni. Quinto: usare le medicine-come semplice punto di partenza e im-. pegnarst soprattutto nel continuare a faré-pensare-caplre. •Sesto: muoversi, passeggiare, non rinunciare, fosse anche nella peggiore delle ipotesi un percorso casalingo, ripetuto a più riprese durante il giorno. Settimo: prendere esemplo dalle donne (il consiglio è per i maschi, ovviamente), che avendo sempre qualche cosa da sbrigare in casa propria, o in quelle del nipoti, sono molto più a lungo dinamiche, lucide, serene. Ottavo: rifiutare il circolo-chiuso letto-poltrona-tv-bàr. Nono: non guardare la tv senza vederla, ma cercar di capire fino in fondo parole, discorsi, immagini. Decimo: non allenarsi mal al lutto, allenarsi alla vita.. Franco Giliberto
Persone citate: Carla Rocchi, Emanuele Severino, Franco Foresta Martin, Marco Trabucchi, Trabucchi
Luoghi citati: Georgia, Pakistan, Quarto, Saint-vincent, Sesto, Valle D'aosta
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