Friuli, dove il mare è pulito

Friuli, dove il mare è pulite Inchiesta sui litorali inquinati: cosa abbiamo fatto, che c'è da fare Friuli, dove il mare è pulite Dal confine con la Jugoslavia alla foce del Tagliavento poche zone di perìcolo - Il direttore regionale dei lavori pubblici: «C'è qualche eccezione a Trieste, a Muggia e a Grado» - Chiesti finanziamenti allo Stato per 140 miliardi - Potenziati i depuratori - Gli interventi nei paesi dell'area veneta DAL NOSTRO INVIATO VENEZIA — Viaggio lungo le sponde dell'Adriatico inquinato in quel gomito di mare dove si affacciano le spiagge del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia. Una sorpresa perché apprendiamo che il mare non è poi cosi In cattiva salute come lo si è sempre creduto. Il problema dell'Inquinamento da colibatteri c'è in verità solo alla foce del fiumi e quello dell'eutrofizzazione sarebbe un fenomeno addirittura insignificante. Una situazione tranquilla' confortata da un archivio di 200 mila dati raccolti in undici anni dagli esperti triestini in 30 punti di osservazione lungo la loro costa che va dal confine con la Jugoslavia alla foce del l'agitamento. I prelievi vengono fatti una volta o due il mese e 1 reperti analizzati fino all'ultima molecola. I risultati sono positivi al punto che queste regioni tengono conto dei parametri che furono formulati nell'82, cioè 100 coli per 100 centimetri cubi nell'80 per cento dei casi e per quanto riguarda l'ossigenazione, tra i 70 e i 120. Non tengono conto dei dati Cee che recentemente ha alzato il minimo a 80 e non vogliono neppure sentire parlare della deroga del nostro Consiglio del ministri che 24 ore dopo lo ha abbassato a 50 •curiosa manovra per salvare il turismo dell'Adriatico: E anche come trasparenza 11 mare triestino ha tutte le carte in regolaci disco bianco che calano in acqua per saggiarne la limpidezza, è visibile a un metro di profondita. Questo panorama sull'inquinamento in Friuli-Venezia Giulia è dell'ingegner Gaetano Novelli, responsabile del servizio idraulico della direzione regionale Lavori Pubblici che ha sede a Trle- ste. 'Nella stragrande generalità delle acque costiere non possiamo escludere che in qualche punto limitato e in certe situazioni si verifichino delle sacche inquinate — spiega pacatamente — nonostante i risultati in senso migliorativo che abbiamo ottenuto». Le elenca: « A Trieste, nella zona di Barcola, ce n'è una che si spinge al largo per circa un chilometro, a Muggia un'altra che corre per 500 metri e ultimamente abbiamo realizzato la grande condotta di Grado che raggiunge i quattro chilometri e mezzo». Il liquame di quest'ultima località prima di essere spinto in Adriatico subisce una depurazione primaria, cioè di decantazione «ma c'è in previsione di sottoporlo a una precipitazione chimica. Non vogliamo arrivare al terzoquarto stadio di depurazione per privarlo del fosforo e dell'azoto in quanto tutte le analisi di cui disponiamo ci stanno a indicare che i parametri fondamentali che definiscono il fenòmeno di eutrofizzazione sono buoni*:- • — Ma a proposito dell'eutrofizzazione qualche problema le due Regioni lo hanno avuto, nella baia di Muggia e nel golfo di Panzano. vicino a Monfalcone perché queste aree hanno uno scarso ricambio Idrico. Non un fenomeno allarmante come sulla riviera Romagnola, con tratti di mare privi di ossigeno, moria di pesci ed esalazioni nauseabonde «da costringere i bagnanti a scappare via. In¬ quinato anche un tratto sul ragliamento, a monte della confluenza con il fiume Fella. Per risolvere il problema di queste ^sacche» abbiamo chiesto finanziamenti allo Stato per 140 miliardi e altri 30 sono stati deliberati dalla Regione: Ugnano è inclusa nelle zone di intervento e l'attuale depuratore sarà potenziato. « Certo — conclude l'Ingegnere | — molta strada nell'opera di< disinquinamento generale è stata fatta, ma molta ne resta ancora da percorrere: Sull'altra sponda del Tagliamelo inizia il Veneto con 1 suoi «frammenti di Germania» che sono le spiagge df Bibione, Caorle, Eraclea, Jesolo, Punta Cavallino tanto per ricordare le più famose. Poi Venezia (città con mille problemi) e superato il golfo, Chloggla. Per proteggere le spiagge di Rosolina, Sottomarina e Chloggla dai veleni del Brenta e dell'Adige, la Regione ha speso, alcuni anni or sono, 3 miliardi e mezzo. Ha sistemato, nei punti dove la corrente di superficie del mare sflora la battigia, degli sbarramenti mobili chiamati «pennelli»,' "Un sistema ancora speri-, mentale - s'affretta a precisare 11 direttore del dipartimento Lavori Pubblici, Antonio Borrelli - che funziona discretamente in attesa di quello che sarà il piano di bonifica. di tutto il Veneto: Per la voce Inquinamento la Regione ha già consumato oltre 306 miliardi. Una guerra che dovrà combattere ancora per molti anni perché tutte le acque del suo territorio finiscono nell'Adriatico. Non avrebbero troppi problemi le spiagge di Bibione, Caorle, Jesolo perché dotate di una rete fognarla e quasi tutte di un depuratore recentemente ampliato, per far fronte alle punte degli ospiti estivi. Comunque l'Inquinamento di tutta la Regione sarà affrontato a monte -dal Bellunese in giù — continua Antonio Borrelli —. Non dimentichiamo il grande collettore del Garda che è nella fase conclusiva, i lavori nel bacino del Gorzone che raccoglie gli scarichi delle 350 concerie vicentine. Sono stati inoltre finanziati i lavori per il disinquinamento dei torrenti e del canali. Sono in corso d'attuazione punti pilota dove cerchiamo soluzioni d'avanguardia compreso il recupero energetico attraverso il biogas e l'abbattimento dei nutrienti, fosforo e azoto che causano la proliferazione delle alghe». ... _ Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Antonio Borrelli, Fella, Panzano, Tagliavento