Wozzeck tutto d'un fiato di Massimo Mila

Wozzeck tutto d'un fiato Berg al San Carlo di Napoli con la Deutsche Staatsoper di Berlino Est Wozzeck tutto d'un fiato L'opera eseguita senza intervalli • Scene fortemente espressioniste - Cast ottimo, meraviglioso il personaggio di Maria DAL NOSTRO INVIATO NAPOLI — La più vistosa originalità di questo Wozzeck che viene eseguito sei volte al San Carlo da una formazione della Deutsche Staatsoper di Berlino Est, mentre le forze del teatro napoletano sono In tournée a Wiesbaden, è che 1 tre atti dell'opera vengono eseguiti di seguito, senza interruzione, per una durata complessiva di ottantacinque minuti. Strana idea. Mentre da qualche tempo si comincia timidamente ad | accedere al malcelato desiderio di Wagner che In questo modo venga eseguito il Vascello fantasma, assai più lungo, non se ne vede proprio la necessità, per il Wozzeck, la cui scansione In tre atti e quindici scene è cosi accuratamente studiata dall'autore che fa parte intrinseca della composizione. Del resto tutta la messa Inscena (regia di Ruth Berghaus, scene di Hans-Dieter Schaal, costumi di MarieLuise Strandt) sembra si faccia un punto d'onore di contravvenire alla »regola generale di stretto realismo' prescritta dall'autore nelle Indicazioni pratiche per lo studio di 'Wozzeck', oggi evidentemente considerate vecchie e pompleristiche. L'autore richiede che sia ben determinato 11 carattere delle differenti stanze (quella del Capitano, quella del Dottore, quella di Maria), e delle diverse strade e delle osterie nel secondo e nel terz'atto. Qui Invece è caratterizzata, e molto bene, la stanza del Capitano: una specie di cella, sollevata alta sul palcoscenico, nuda, grigia, con un tavolino e una seggiola dove siede 11 Capitano a farsi radere dall'attendente. In seguito tutto si svolge In una specie di quartiere popolare in cemento armato, dove abili spostamenti di grossi blocchi di scena permettono d'immaginare ora le osterie, ora l'abitazione di Wozzeck (ma sempre all'esterno), ora il dormitorio della caserma, ora perfino 11 lago. Espressionismo, certo. Case tragicamente pendenti, traforate di finestre vuote come occhiale cieche. Ma si direbbe che la messa in scena si preoccupi soltanto di informarci che il Wozzeck è un dramma espressionistico; poco di farci capire quel che accade In questo dramma. Oggi usano tanto le regie rivolte esclusivamente agli Intenditori, a quelli che già sanno di che si tratta. Berg desiderava che «fa rappresentazione dei fenomeni naturali» fosse fatta «col massimo di veracità». Qui la,; natura non esiste. Tutto si svolge tra lugubri mura di cemento armato. Niente pergolato nell'osteria all'aperto del second'atto, ma una grande scalinata pure cementizia, che per combinazione rassomiglia a quella del placentiniano palazzo delle Poste qui a Napoli in piazza Matteotti. Poi, senza transizione, la gradinata servirà pure per il dormitorio della caserma dove russano i soldati. Infine, quando Wozzeck annegherà, lo farà infilandosi in una delle tristi finestre d'una casa coricata. Un particolare, ma gravissimo, dà la misura del fraintendimenti, che si direbbero voluti, delle intenzioni di Berg. Wozzeck uccide Maria con ripetuti fendenti di coltellate. Berg prescrive: «Per uccidere Maria Wozzeck le affonda — uno solo volta — il coltello nella gola... Evitare ogni macello supplementare». Si deve certamente a questi strafalcioni della messa in scena, pur d'alto stile figurativo, se la mirabile esecuzione musicale diretta da Siegfried Kurz alla testa di un'orchestra di prlm'ordlne non arriva a rendere piena giustizia al capolavoro di Berg. La compagnia di canto è ottima, e in un caso meravigliosa: Maria ha una voce bellissima e naturalmente commovente, né è da meno la presenza scenica. Non sappiamo se sia June Card o Kathryn Montgomery Meissner, perché nel buio della sala non siamo riusciti a registrare i nomi che venivano annunciati frettolosamente. Molte parti principali altercano infatti doppi interpreti nelle sei recite. Wozzeck era alla prima Siegfried Lorenz, vocalmente Ineccepibile, ma un po' rigido, meno impregnato di dolente miseria umana. Tutti 1 personaggi, del resto, sono un po' indistinti, grazie anche all'uniforme grigiore dei costumi. Tutti cantano 11 loro Berg con tanta spontaneità e naturalezza con cui da noi si canta Puccini, ma quel che manca un poco è 11 dialogo, la caratterizzazione. Ognuno canta per conto suo, guardando davanti a sé, poco curandosi dell'interlocutore. La distanza tra 1 personaggi e tanta che, per esempio, la passacaglia della visita medica- avviene col Dottore (Oerd Wolf) su un terrazzo al secondo plano e Wozzeck a piano terra, appeso a funi, In un cortile di tetri caseggiati popolari. Chi riesce a farsi dlstlguere bene, per caratterizzazione vocale, è 11 pletorico Capitano (Peter Haage o Peter Menzel). I personaggi minori, In-' vece, scompaiono letteralmente nell'uniformità della scena: cosi Margret, cosi 1 garzoni e li folle nelle scene d'osteria, due grandi occasioni di teatro mancate. La forza dell'opera, naturalmente, é tanta da avere, ragione d'una messa In scena che del resto non la contraddice propriamente; semplicemente non la esalta quanto si potrebbe. E due scene almeno sono perfettamente riuscite: la prima, come s'è già detto, e l'ultima. Quel cortile sbrecciato, tra incombenti mura di periferia, ospita come meglio non si potrebbe i giochi degli sparuti bambini di città. Lo spettacolo ha avuto un bellissimo successo, con ripetute chiamate e passerelle dei numerosi esecutori. Massimo Mila Un momento del «Wozzeck»: mura di cemento, qui la natura non esiste (Berg però voleva il realismo)

Luoghi citati: Berlino Est, Napoli, Wiesbaden