Pechino per le grandi riforme si apre alla finanza mondiale

Pechino per le grandi riforme si apre alla finanza mondiale CREDITI LA CINA SI APPELLA AI BANCHIERI INTERNAZIONALI Pechino per le grandi riforme si apre alla finanza mondiale PECHINO — La Cina ha rotto il ghiaccio con le grandi banche del mondo capitalista. Prevedendo di avere bisogno di crediti massicci (molti miliardi di dollari) per poter continuare II suo processo di rinnovamento, 11 governo ha invitato 400 banchieri, in rappresentanza di dieci tra le più grandi banche del mondo occidentale (dalla Royal Bank of Canada alla National Westminstcr Bank, dal Crédit Sulsse alla Commercbank Ag, dalla Bank of Tokyo all'Arab Banking Corporation, alla Banque Bruxelles Lambert). Alla conf erenia, unica nel suo genere, erano presenti tutti coloro che in Cina hanno una mano sul volante delle riforme economiche in corso. Tre giorni di discussioni sono serviti ai banchieri , come essi stessi hanno riferito, non solo a capire meglio la Cina, ma anche a valutare con esattezza lo sforzo che sta compiendo. Questa comprensione — mista a una maggiore fiducia in questo Paese che ! dirigenti cinesi si sono sforzati di istillare nei loro ospiti — potrà avere in un futuro non troppo lontano conseguenze di rilievo nel mondo finanziario internazionale. Finora la Cina aveva sempre preferito usare i crediti che le vengono concessi dai governi stranieri e fare poco ricorso alle banche. Ma dal convegno (il tema era: «La Cina affronta il futuro*) è emerso chiaramente dalle parole dei ministri e degli esponenti della Bank of China che vi hanno preso parte l'orientamento ad attingere anche dal sistema bancario internazionale per riuscire a portare in porto le riforme. Negli ultimi sei anni questo Paese ha assorbito investimenti stranieri per oltre 17 miliardi di dollari, ma avrà bisogno di molto di più nei prossimi sci. •Fare il banchiere è avere fiducia. Solo venendo qui ci siamo potuti rendere conto dell'impegno del governo cinese e dell'entità delle riforme e ne abbiamo tratto un'impressione molto positiva*, ha sintetizzato per tutti Rainer Gut, presidente del consiglio d'amministrazione del Crédit Sulsse, che proprio ieri ha aperto a Pechino un ufficio di rappresentanza. Il primo ministro cinese Zhao Ziyang ha consegnato ai banchieri un messaggio molto chiaro: 'La Cina è riccoj di risorse ed ha un vasto^ mercato. Ma dispone di sèaWT {afidi. Esistono Wste ifróspW- Uve di collaborazione tra voi e noi*. E per rassicurarli ha aggiunto: «La strada di apertura verso il mondo che abbiamo imboccato non cambierà. Se cambiamenti ci saranno, essi saranno solo nel senso che ci apriremo ancora di più*. Ha detto dal canto suo il presidente della Bank of China. Zhao Blngde: .Siamo molto interessati a collaborare con banche e imprese straniere per la formazione di joint ventures e per la formazione di consorsi con la partecipazione di imprese cinesi*. Le società a partecipazione straniera costituite in Cina dal 1981 in poi sono già 1200: 11 dato è stato fornito da un funzionario del ministero dell'Industria, sottolineando che le imprese in questione danno lavoro a più di 160.000 persone, compresi 11.000 stranieri. Gran parte delle società sono finanziate da investitori di Hong Kong, Macao, Giappone, Usa e Inghilterra: 870 operano in campo industriale, 345 nel servizi, 197 nell'edilizia, 185 nel commercio e catering, le altre nelle comunicazioni, trasporti e agricoltura. Nello stesso periodo fra 11 1981 e 11 1984, con l'applicazione delle riforme economiche di Deng Xlaoping, la Cina ha visto nascere più di 2 milioni di nuove attività industriali e commerciali. Complessivamente, le imprese attualmente registrate sommano a 3.680.000 di cui 800.000 gestite dallo Stato con 56 milioni di operai e 2.850.000 a conduzione collettiva con 70 milioni di addetti.

Persone citate: Arab, Deng Xlaoping, Rainer Gut, Zhao Blngde, Zhao Ziyang