Le Province assediate da troppa concorrenza
Le Province assediate da troppa concorrenza Abolirle? Istituirne altre? Dibattito senza soluzione Le Province assediate da troppa concorrenza Provincia si o Provincia no? È' un ente inutile e quindi da abolire 0 va rivalutato attribuendogli specifiche competenze? E come mal non è mal cessata la richiesta di costituzione di nuove Province (le piti pressanti sono quelle di Rimini, Lodi, Biella e Verbanla)? A questi interrogativi le forze politiche, sindacali, economiche e sociali non sono riuscite a dare una risposta In questi annL-,v,.>ju,' | E' stata cosi che questo ente — la cui istituzione risale allo Statuto Albertino del 1848 — negli ultimi quindici anni è praticamente sopravvissuto» a se stesso, spogliato di antiche competenze, sminuito nel suo ruolo istituzionale, messo in ombra dalla proliferazione di una miriade di altri enti intermedi. Il periodo più buio per le Province è stato quello Immediatamente successivo alla nascita delle Regioni. In Piemonte, ad esempio, fino al 1970 esisteva lo Stato con le sue articolazioni periferiche: sei Province e 1203 Comuni. Poi, nel giro di pochi anni, furono delimitate 45 Comunità Montane, vennero Istituiti 15 Comprensori, 17 Consorzi Trasporti, 76 Unità sanitarie locali (a loro volta suddivise in distretti); 11 territorio regionale fu diviso in quattro quadranti sanitari e in 200 Comitati zonali agricoli, sorsero 76 Distretti scolastici; nelle città piti grandi furono Istituzionalizzati 100 Comitati di quartiere (oggi sono aumentati). Da una tale moltiplicazione di livelli, enti, organismi, è derivata una confusione Istituzionale di difficile comprensione per il cittadino. In molti casi, inoltre, si sono avuti conflitti di competenza, doppioni di spesa, Interventi incrociati o sovrapposti, iter buro¬ cratici sempre più lunghi e complessi. Pur nell'incertezza del suo destino, l'ente Provincia non ha abdicato, e svolge accanto al suol compiti istituzionali (edilizia scolastica per l'Istruzione tecnica superiore, viabilità provinciale e poco altro), una ancora attiva presenza sul territorio; assume funzioni di sostegno, di Integrazione e di coordinamento deUe avvita comunalL,e,^4?rflmp^ngie di, intervento diretto nel campo economico e sociale. I Olà nel "76 le forze politiche prendono coscienza di queste difficoltà, ma sono necessari otto anni prima che si arrivi a qualcosa di concreto: nel maggio 1984 il Senato approva un ordine del giorno che restituisce alla Provincia la posizione costituzionale di unico ente Intermedio tra Regione e Comune. Lo stesso principio viene ribadito in un disegno di legge governativo sul riordinamento delle autonomie locali. Esso riconosce alla Provincia una funzione socio-economlco-terrltoriale, che va dalla partecipazione alla programmazione regionale all'adozione di piani provinciali di sviluppo e d'Intervento. Le affida, Inoltre, la realizzazione delle infrastrutture e del servizi «a maglia larga» e di quelli reali che non possono essere affrontati dai singoli Comuni. Fini principali del provvedimento, dunque, sono quelli di una semplificazione dell'assetto istituzionale, per dare modo al cittadino di muoversi con maggiore facilità tra gli enti esistenti, di assicurare un corretto rapporto tra Regione, Provincia e Comune, di contenere e qualificare la spesa pubblica. Aldo Lamanna
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