Caccia all'ultimo voto di Luca Giurato

Caccia all'ultimo voto Si chiude la campagna per le amministrative di domenica Caccia all'ultimo voto Il presidente del Consiglio prospetta un patto per il resto della legislatura, sempre che i risultati diano ragione al pentapartito - Ma gli alleati di governo non hanno ancora risposto - Tutti i leader invitano a respingere le tentazioni dell'astensionismo ROMA — Si chiude stasera la campagna elettorale per le elezioni amministrative più politicizzate della storia della Repubblica. Sino all'ultimo, i leader di ogni partito, intervenuti in massa nella battaglia, hanno battuto su temi lontani dagli interessi concreti locali della stragrande maggioranza dei SO milioni di elettori che andranno alle urne domenica e lunedi. La settimana scorsa, dopo un duro intervento di Spadolini In tv, molti leader si dissero propensi a cambiar musica, ad avviare una salutare autocritica dalla quale doveva emergere una maggiore attenzione per problemi come sanità, casa, ospedali, ambiente, bilanci delle amministrazioni. Ma è stata una «fiammata» durato poche ore. Poi, la super-politicizzazione ha di nuovo prevalso, caratterizzando in modo netto e definitivo la campagna elettorale. Anche ieri, Craxi ha parlato di un negoziato per un patto di legislatura, De Mita ha attaccato il pei e cosi pure Martelli. Longo si è scagliato contro 1 giornali che hanno sot-' tovalutato l'importanza poli¬ tica del «vertice» e Spadolini ha insistito sull'importanza di catturare i voti di astensione e di protesta. Zanone ha insistito sulla necessita di fronteggiare gli assalti delle opposizioni di sinistra e di destra per il referendum e Natta da una parte, Almirante dall'altra, hanno ripetuto che questo governo farebbe meglio a fare le valigie. Nulla di nuovo o quasi, tranne, forse, l'uscita di Craxi in tv, che ha dato una impennata a queste ultime ore di dibattito elettorale. A «Tribuna elettorale», il presidente ha fatto capire che se i risultati elettorali saranno positivi questo governo dovrebbe rimanere in carica fino alla fine della legislatura. Craxi ha-usato un tono assai sfumato e prudente, e non ha detto in modo esplicito che nulla deve cambiare nella struttura dell'esecutivo, dal presidente all'ultimo dei ministri. Non è, però, una forzatura interpretare la sua dichiarazione sulla falsariga di quanto aveva già detto Forlani il giorno prima: «Squadra che vince non si cambia. Si può pensare al massimo a qualche ritocco'. Di certo, Craxi non pensa che qualche eventuale ritocco possa riguardarlo. Ma anche questa Ipotesi, come qualsiasi problema politico che conta, è legata al voto di domenica, ' «A chi mi chiedeva che fine avesse fatto la nostra proposta di un accordo per tre anni, ho risposto che era finita nel cestino, nel senso ette non era stata raccolta da nessuno, praticamente — ha dichiarato 11 presidente del Consiglio in tv —. Gli altri partiti della coalizione hanno preferito non assumere impegni di sorta circa la continuità e la durata del governo. Poi, nonostante mancasse un impegno di questo tipo, il governo è ugualmente durato due anni. Ebbene, io penso che se si discuterà, come si dovrà discutere, di molti pro- blemi all'indomani delle elezioni, e di molte questioni che aspettano una risposta ed un accordo, se si farà un negoziato, credo che non c'è più la proposta di tre anni, ci sarà la proposta di un accordo di legislatura-. Queste parole ricordano un altro intervento di Craxi, proprio alla vigilia delle elezioni politiche dell'83. Allora, un de, Fanfant, sledeva a Palazzo Chigi. Come leader del psl, Craxi propose alla de e agli altri partiti quel patto di tre anni poi «finito nel cestino-. Ma il senso politico della dichiarazione di allora (come di quella di ieri) era che Craxi si proponeva agli alleati come futuro capo di una coalizione a cinque. I fatti gli hanno dato, ragione. Vedremo, da lunedi notte, se gli daranno ragione per la seconda volta. Per ora, non ci sono, tra gli alleati di governo, né reazioni né commenti. In queste ultime ore di battaglia elettorale, ogni leader si impegna come crede, sul temi che crede. Di certo, gli alleati sono convinti, assieme a Craxi, che un «negoziato» dopo le elezioni sia indispensabile. Luca Giurato

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