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Fra i ghiottoni c'era un conte ( CURIOSITÀ'PRESSO TORINO) Fra i ghiottoni c'era un conte Da qualche tempo i ghiottoni sembrano sfidare gli appassionati d'arte nel riscoprire 1 «segreti» del Piemonte. Ecco per esempio le Confraternite gastronomiche, tra cui i Fratres Bibones di Torino e 1 Maestri Trippai di Moncalierl, accorrere domenica scorsa a Guarene nell'Albese richiamati dalla gara regionale del 'miglior bagnet: Quale sia la salsa giusta da accompagnare al bollito — la classica verde con il prezzemolo, la gala rossa con il pomodoro, la piccante al rafano o, con un pizzico di fantasia, la marronclna di acciughe pestate — lo hanno deciso i giudici. Suscitando per la verità infuocate polemiche. Ma l'incontro più ricco di interesse è stato quello pro¬ posto dallo splendido palazzo-castello di Guarene. In quell'atmosfera senza tempo ad attendere 1 gitanti sulla soglia sembrava infatti esserci colui che se la costruì, due secoli fa, come residenza di campagna, 11 torinese conte Carlo Giacinto Roero. Carlo Giacinto, il gentiluomo imparruccato dal naso aquilino e gli occhi astuti, come lo presenta il ritratto appeso, con quelli delle sue tre mogli, nella quadreria, appare singolarmente suggestivo e attuale. Un vero uomo del Settecento, uno spirito eclettico aperto a ogni esperienza culturale e mercantile, dalla divisa del reggimento del Dragoni alla attività musicale suscitata dal nuovo teatro.. E soprattutto uno straordinario architetto dilettante che, impratichitosi nell'arte della costruzione alle fortificazioni di Vercelli (distrutte nel 1704 dal duca di Venderne), non seppe più rinunciare a questo hobby, di gran moda nel secolo dello Juvarra. Eccolo dunque nel 1715 dedicarsi alla ristrutturazione del palazzo di famiglia a Torino nel quadrilatero dell'isola di San Melchiorre in piazza Carlina, di recente ripristinato se pure con la perdita di preziosi particolari come le pitture a encausto. K v. sin. Il conte Rocro di Guarene