Il Presidente tedesco «L'8 maggio per noi giorno di liberazione» di Mario Ciriello

Il Presidente tedesm «L'8 maggio per noi giorno di liberazione» Il Presidente tedesm «L'8 maggio per noi giorno di liberazione» Vori Weizsacker: «Siamo tutti vittime e responsabili del passato» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — In un discorso dinanzi alle due Camere del Parlamento — Bundestag e Bundesrat — riunite in seduta solenne, il presidente della Repubblica Federale, Richard von Weizsacker, ha ricordato alla nazione le tragedie e le speranze dell'8 maggio 1945, il giorno della capitolazione. Il nobile messaggio s'è concluso con un appello ai giovani, ai quali il Presidente ha chiesto «di non lasciarsi mai trascinare dall'odio o dall'ostilità contro gli altri, contro sovietici o americani, contro ebrei o turchi». E' stato 11 momento più importante e significativo delle commemorazioni, iniziatesi, in realtà, varie settimane or sono, quando il tema «fine della guerra» ha cominciato a monopolizzare l'attenzione del tedeschi. Iersera, si è celebrato l'ultimo atto, con un servizio religioso ecumenico, nel duomo di Colonia, cui hanno assistito von Weizsacker e il cancelliere Kohl. •L'8 maggio — ha detto von Weizsacker — resta nella memoria dei tedeschi come un giorno di liberazione, come la fine di un sistema fondato sul disprezzo per l'uomo», «/n realtà — ha proseguito — i tedeschi non hanno motivo alcuno di partecipare oggi alle feste per la vittoria, ma hanno ogni motivo di vedere nella data dell'8 maggio '45 l'ultimo capitolo di una triste storia tedesca, un capitolo che conteneva in sé il germe della sperama di un avvenire migliore*. E anche un giorno di lutto: per «tutti i morti della guerra e della tirannide, in particolare i 6 milioni di ebrei assassinati». Ma vi furono milioni (14 sembra) cui 1*8 maggio portò nuove angosce. E, cosi, il Presidente ha ricordato i tedeschi cacciati dall'Est, i profughi fuggiti dinanzi all'Armata Rossa e tutte le vittime della divisione della Germania. «Nei ricordare quella liberazione, non dobbiamo dimenticare le soffereme terribili che, in quello stésso momento, si abbattevano su molti altri». Però aggiungeva: 'Noi non abbiamo il diritto di vedere nella fine della guerra la causa di questo grande esodo, di queste espulsioni, dell'attuale assenza di libertà». Infine: 'Non si può pretendere che i giovani tedeschi portino oggi il cilicio soltanto perché sono tedeschi. Ma tutti noi, colpevoli o no, vecchi o giovani, dobbiamo accettare il passato. Ne siamo tutti vittime e tutti responsabtli». Mario Ciriello

Persone citate: Kohl, Richard Von Weizsacker, Weizsacker

Luoghi citati: Bonn, Germania