L'ambasciatore a Beirut conferma Un «pericolo grave» per gli italiani

Vambas€Ìatore a Beirut conferma Un «peritele grave» per gli italiani Vambas€Ìatore a Beirut conferma Un «peritele grave» per gli italiani : ROMA — 'E' vero, siamo in' stato di allarme. Non abblamo ricevuto minacce dirette, ma in presema di un pericolo, igrave abbiamo adottato misure di sicurezza particolarmente scrupolose per proteggere il personale della nostra, sede diplomatica'. Con queste parole l'ambasciatore Antonio Mancini ha confermato ieri le voci secondo le quali 11 personale dell'ambasciata italiana a Beirut è nel mirino di un'organizzazione terroristica. A minacciare rappresaglie contro i dipendenti della nostra ambasciata sarebbe un gruppo che ha già rivendicato numerosi rapimenti e orni-' cidi in Medio Oriente e In Europa, le Fari, Frazioni armate rivoluzionarle libanesi, che reclamano la scarcerazione di due loro esponenti detenuti in Italia, Abdallah Mansurl e Josephine Abdo. L'ambasciatore Mancini,' Insediatosi nella capitale libanese da appena due settimane, ha assicurato di aver disposto «rutto quello che è umanamente possibile per tutelare i collaboratori. Se mi telefonassero da Roma e mi chiedessero di prendere altre precauzioni — ha aggiunto — non saprei più che fare. A questo punto, chi non se la sente di rimanere in Libano è Ubero di partire quando vuole. E' quello che io chiamo il diritto di don Abbondio: il coraggio, chi non ce l'ha, non se lo può dare: I funzionari dell'ambasciata (I dipendenti sono In tutto una decina) circolano In questi giorni accompagnati da una scorta, che di norma è riservata al capo della missione. Grandi blocchi di cemento sono stati eretti per tenere lontane eventuali «auto esplosive» dalla cancelleria di Beirut Est. «Non abbiamo intenzione di sospendere l'attività a Beirut Ovest, nel settore musulmano — ha spiegato l'ambasciatore Mancini — anche se operiamo con maggiore cautela. Naturalmente, l'Istituto di cultura e quello per il commercio con l'estero, sempre aperti al pubblico e quindi particolarmente esposti, sono in testa alle nostre preoccupazioni*. Negli ambienti di Palazzo Chigi si fa notare che Crasi segue con preoccupazione gli ultimi drammatici sviluppi della lotta fra le diverse fazioni In Libano. Una nota, dopo aver ricordato' che il presidente del Consiglio «/in dal novembre '83 aveva lanciato l'idea di una grande iniziativa multilaterale centrata* su di un plano di ricostrueione del Paese», sottolinea che «il governo italiano, d'intesa con i suoi partner comunitari, ha svolto nei giorni scorsi un passo presso il governo di Beirut e di Damasco e i principali leader musulmani nell'obiettivo di promuovere la composizione pacifica degli opposti contrasti ed evitare ulteriori atti di violenza». Da parte Italiana, conclude la nota, «si nutre la speranza che la missione del patriarca maronita Khorelsh possa raccogliere i consensi necessari a garantire una maggiore protezione alla comunità cristiana, indispensabile premessa per una sollecita soluzione della crisi». La stessa speranza è stata espressa ieri da Amln Awad, presidente dell'Unione Maronita mondiale, In una conferenza stampa svoltasi nella sede del mensile Prospettive nel mondo dopo un incontro in Vaticano con monsignor Silvestrini. g. f e.

Persone citate: Abdallah Mansurl, Antonio Mancini, Awad, Josephine Abdo, Mancini, Silvestrini