Il tifo di Imola sa di fanatismo di Gian Paolo Ormezzano

Il tifo di Imola sa di fanatismo Dai fischi per Prost all'eccessivo amore prò Ferrari Il tifo di Imola sa di fanatismo La prova decisiva, «terribile», si sarebbe avuta con De Angells sul podio di Imola, da vincitore del Gran Premio di San Marino: come si sarebbe comportata la folla? Il timore nostro è che avrebbe egualmente fischiato: forse senea fischiare anche l'inno nazionale, scusa lanciare le lattine (piene) di birra, senea fare gesti osceni. Nella migliore delle ipotesi, pensiamo che non avrebbe applaudito. La folla, quasi tutta la folla. Tantissima gente inferocita perché Johansson. svedese su Ferrari, non aveva vinto. Tantissima folla dimentica del fatto che lo stop a Johansson non è av-v'fWùt&ti un chilometro-dalla ffn$fM$> alfttmdrdtcl chilometri:E ~ch'e<*tìè?fa« analoga (cioè analogo errore di consumo) aveva fermato anche Senna. La memoria ha funzionato Invece per il gesto dell'ombrello che Prost fece alla stessa tifoseria, corpo più corpo meno, in quel di Monna: ma è roba di due anni fa, e se proprio la si voleva sottolineare, dimenticando le provoca¬ zioni di cui Prost era stato fatto oggetto, bastava il silenzio. Davvero quel che è accaduto ieri l'altro all'autodromo Dino Ferrari è triste ed inquietante. Il tifo di tipo calcistico, con il teppismo immanente, il settarismo inquietante, ha preso possesso della Formula 1, nel nome della Ferrari, che merita un amore magari leggermente meno intenso ma decisamente meno fanatico e più sportivo. Enzo Ferrari, che è italiano ottimo filassimo, sa il male che fanno i fischi ad un inno nazionale. Quando poi si è vinto, e bene. Prost fra l'altro non ha voluto concedersi a radio e televisioni WittfàìeV'e^ti&'WùtWbr.remmo che queW^WPmaWhnterpretato, alimentasse altro astio nei suoi confrontiMa il problema non è solo Prost. E' anche la festa quando un italiano. De Angells, è superato da uno svedese, Johansson: ed è venuta alla mente un'altra festa, allorché si «celebrar- proprio a Imola un ritiro sfortunato di Patrese, Sappiamo che alla Ferrari sono preoccupati. Forse lui, Enzo, con una semplice apparizione, o con un semplice intervento scritto o orale, potrebbe sistemare tutto, calmare tutti. Fra l'altro c'è il pericolo che ti fanatismo amoroso degeneri in rabbia contro chi si ama: sabato, dopo le prove, tifosi infuriati perché la Ferrari non stava in pole posìtion hanno aggredito a parole piloti e dirigenti del Cavallino. E Johansson, dio il venerdì, è diventato personaggio quasi spregevole il sabato, salvo tornare dio la domenica. Ripensata, Imola appare una gran brutta pagina, come suol dirsi, per lo sport italiano, almeno quello che sta al I di là della\ràte.;fyMmn^qfe^o far siche *ren viventi Jatpr4uw.4mg.Uui di un brutto libro. Il lungo prologo — Patrese, Prost, altri episodi, i graffiti scolici a Monza nel posto della pole position dell'odiato straniero, certi sassi — c'era già, adesso ci sono le bozze dell'inizio-libro. Enzo Ferrari può essere quello che le getta o le fa gettare ria. Gian Paolo Ormezzano

Luoghi citati: Imola, Monza, San Marino