Craxi e la legge dello spettacolo «Atto di fiducia ma migliorate»

Craxi e la legge dello spettacolo «Atto di fiducia, ma migliorate» Analisi polemica davanti ad attori, registi e produttori Craxi e la legge dello spettacolo «Atto di fiducia, ma migliorate» ( ROMA — -La nuora legge di riforma dello spettacolo è Un grande atto di fiducia nelle forse del teatro, del cinema, della musica. Negli scrittori, nei registi, negli attori, nei produttori e nei tecnici. Con essa lo Stato intende riassumere il ruolo suo proprio, che non è quello di produttore, via di sollecitatore di cultura, riqualificando la normativa dei proprii istituti e riorganizzandoli in funzione della produttività. Vogliamo più spettacolo e più spettatori: e soprattutto spettacoli migliori». Cosi ha detto ieri mattina il presidente del Consiglio Bettino Craxi parlando agli operatori dell'industria culturale. ,, A Villa Mlani, sulle pendici di Monte Mario, in coincidenza della pubblicazione sulla «Gazzetta Ufficiale» della nuova disciplina degli Inter* venti delloStato a favore dello spettacolo, l'Agis e la Banca Nazionale del Lavoro hanno sponsorizzato un incontro sulla nuova legge che ha riunito attorno a Craxi e al ministro dello Spettacolo Lagorio, qualificati esponei. i del mondo dello spettacolo italiano. Le rappresentanze più numerose sono apparse quelle del settore cinema (da Manfredi a Lattuada, da Gassman a Bolognini, da Monica Vitti a Bquitierl, da Lina Sastri a Damiani, da Giannini a Montaldo) e del teatro (Stoppa e Scaparro, Adriana Asti e Squarzina, Anna Proclemer e Giancarlo Sepe, Ottavia Piccolo e Giancarlo Nanni). La delegazione «musicale» era, invece, capeggiata dai sovrintendenti dell'Arena di Verona (Giacchierl), della Scala di Milano (Badini) e dell'Opera di Roma (Antignani). Numerosi anche i dirigenti del gruppo cinematografico pubblico, tra i quali c'era il nuovo presidente dell'Ente Gestione Cinema, Ivo Grippo. Nell'Intervento introduttivo, ■ il presidente dell'Agis Franco Bruno ha sottolineato, tra l'altro, come la nuova legge fornisca strumenti legislativi, amministrativi e di intervento a sostegno del pubblico spettacolo, che non interessano soltanto il mondo imprenditoriale, artistico e professionale, ma l'intera collettività. Per l'industria dello spettacolo, l'approvazione della «legge madre» della riforma Lagorlo dovrà adesso agire da .apripista» alle attese leggi organiche di settore (musiche, cinema, teatro di prosa e attività circense). Il ministro Lagorlo appariva ieri mattina come il più soddisfatto poiché la nuova legge, sebbene abbia impiegato sette mesi per superare il dibattito parlamentare, introduce elementi «di novità e di modernizzazione» nel settore dello spettacolo per quanto riguarda il meccanismo fiscale e le agevolazioni sui reinvestimenti, da parte delle imprese, degli utili ottenuti nella produzione cinematografica, teatrale e musicale. Dopo aver sottolineato come la spesa prò capite per lo spettacolo sia oggi dello 0,71 per cento del consumo individuale di ogni cittadino rispetto all'1,34 per cento di venti anni fa, il presidente del Consiglio nel suo discorso ha auspicato che si possa intraprendere al più presto la strada della modernizzazione imprenditoriale: -E modernizzare vuol dire concepire la cultura come una struttura industriale, nella quale è il fattore produzione ad assicurare le garanzie di sviluppo e di stabiliti». Nel suo discorso, Craxi non ha perso l'occasione di «tirare le orecchie» agli operatori del singoli settori. -Il nostro cinema — ha detto — non ci rappresenta più adeguatamente, né all'interno del Paese , né all'estero. Io sinceramente non credo che tutto, proprio tutto il male del nostro cinema sta nella concorrenza televisiva. Ci sono molte altre cause che non vanno ignorate. Siamo scaduti spesso in una provincializzazione eccessiva dalla quale è necessario uscire rinnovando le nostre strutture produttive e distribuitile». Per il teatro, Craxi ha auspicato che dagli «Stabili» ci si possa attendere di più, «di meglio e anche qualcosa di nuovo non solo in termini culturali, ma anche come produzione e promozione di mercato. E gestioni più equilibrate». Il presidente del Consiglio ha poi precisato: -Questo discorso vale anche per la lirica». Ernesto Baldo

Luoghi citati: Giacchierl, Milano, Roma, Verona