E un giorno il Po divenne più pulito
E un giorno il Po divenne più pulito Parte dalla depurazione dei fiumi la lotta contro l'inquinamento E un giorno il Po divenne più pulito « L'Italia ha 8 mila chilometri di coste, quindi è importante per noi conoscere i parametri caratteristici dei fenomeni di diffusione in ambiente marino per far sì che eventuali rilasci di inquinanti possano essere smaltiti senea dar luogo a concentrazioni anomale nella fascia costiera-. Queste parole, pronunciate il 26 settembre del 1983 inaugurandosi il Centro di Santa Teresa di La Spezia, un vecchio forte che l'Enea ha adattato a centro di ricerche sull'ambiente, vengono in mente oggi che il fenomeno di inquinamento dello Stretto di Messina non ha ancora finito di suscitare polemiche. Ma non è dell'Italia che si deve parlare qui, bensì del Piemonte. Che non ha mari, quindi non coste, ma fiumi e lagni, quindi sponde. Sarebbe interessante uno studio sulle correnti del Po, non soltanto per la diffusione degli inquinanti, ma anche per il loro effetto sull'erosione delle sponde. Un fisico del Politecnico spiega, con un gioco di parole, l'importanza dell'acqua: ••Il termine rivale — dice — proviene da riva e indica, secondo me, le continue liti che si sono sempre scatenate nei secoli, per il possesso delle rive e l'uso dell'acqua*. E noi lasciamo che quest'acqua venga Inquinata, che le rive vengano sconvolte. Certo, è molto facile fare una marcia contro la centrale nucleare ingigantendo il rischio remotissimo di un possibile rilascio; ma nessuno si sognerebbe mai di organizzare una marcia contro l'uso indiscriminato di detersivi che inquinano ogni giorno con un ri¬ schio reale ed evidente laghi e fiumi. Eppure, chi garantisce che la padrona di casa o la colf non esagerino nella quantità immessa in lavatrice perché il loro bucato sia più bianco di quello della vicina? «L'uomo sporca, l'uomo pulisce- è il titolo di un congresso svoltosi a Modena il 29-30 marzo; anche il Piemonte avrebbe potuto organizzare qualcosa di simile, perché il grande depuratore di cui si sta ultimando l'ultimo modulo, in territorio di San Mauro, e al quale arrivano le acque sporche, cioè gli scarichi industriali e civili di un comprensorio che si estende da Bruino-Rivalta fino a San Mauro-Settimo raccogliendo gli sbocchi anche di Orbassano, Beinasco, Torino, Trofarello, Moncalieri, Nichelino, ,San Mauro, Settimo; e poi ancora Druento, Venarla, Borgaro, Leinl, ha già notevolmente contribuito a pulire le acque del Po. Nelle quali ogni giorno quest'area industriale e sovrabitata versa sotto forma di residui di lavorazione e rifiuti umani 110 chili di cromo, 90 di rame, 40 di piombo, 860 di zinco, 250 di nichel, 1 tonnellata e 800 chili di ferro. E poi una quantità non definita, ma ingente, di olio e grasso. La legge Merli ha obbligato — e anche se parti del provvedimento continuano a slittare un certo numero di industrie già vi si è adeguato — le imprese a depurare le proprie acque di scarico prima di immetterle nelle acque di su]>erficie o nel collettori che portano ai depuratori (in questo caso la depurazione ha limiti di tolleranza maggiore) e questo è già un fatto- re positivo; il depuratore elimina tutto il materiale inquinante e le restituisce pulite al corso del fiume. C'è da dire anche che il recupero di tutto il ferro, piombo, zinco, rame, nichel potrebbe essere un'operazione remunerante; come si è dimostrato positivo in termini di bilancio per le aziende produttrici di fibre artificiali, il recupero, prima dello scarico, dei residui cuproammonlacali delle loro acque di lavorazione. Ma mentre si combatte l'inquinamento si potrebbe anche tentare qualcosa contro l'erosione. La sistemazione idrogeologica di cui si fa tanto parlare nei piani della Regione non può basarsi soltanto sullo studio delle frane e degli smottamenti. Perché la correntójdel ulSidoteijXMflali stituto WPcosmogeoflstca del Cnr, che finora ha lavorato in stretta collaborazione con l'Università di Grenoble per la simulazione delle correnti aeree in una vasca rotante, ne ha allestita da poco tempo una propria in collaborazione con la Fiat Engineering. Parlando dei lavori di Grenoble dove si studiò ad esempio l'andamento del fumi su tutto il golfo ligure, uno del ricercatori accennò anche al fatto che certi porti turistici si ritrovano insabbiati dopo una grande mareggiata, perché costruiti in zone non adatte, senza studiare l'andamento delle correnti. Le quali potrebbero essere simulate .appunto in vasche del genere. Perché non tentare di simulare anche la corrente del fiume in certe zone particolarmente pericolose? Olili. Stili il Impianto di depurazione delle acque
Persone citate: Borgaro
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