E nella bioingegneria la fabbrica della salute

E' nella bioingegneria la fabbrica della salute E' nella bioingegneria la fabbrica della salute All'ambulatorio di un medico di montagna arriva un malato con un Infarto cardiaco. Il medico è generico, non è uno specialista, ma 11 suo ambulatorio è dotato di un apparecchio che tutti i medici lontani da grossi centri e grossi ospedali dovrebbero avere: il cardiotelefono. Innesta la spina del telefono e mette in funzione l'elettrocardiografo: all'altro capo del filo su un rotolo di carta il pennino disegna il ritmo del cuore malato. E lo specialista,' al telefono, dà le indicazioni. Il cardiotelefono — uno dei vanti della Sip — è un connubio tra medicina e ingegneria, una tecnologia alla quale non è troppo attribuire la qualifica di prodotto bloingegneristlco. Anche perché la bioingegneria ha un campo vastissimo: il pacemaker e l'apparecchio per l'emodialisi, che appartengono alla categoria degli organi artificiali, sono prodotti bioingegneristici; le valvole cardiache, metalliche o animali, lo sono altrettanto: i radiofarmaci sono 11 frutto della collaborazione di medici, chimici, biologi, ingegneri. Come li chiamiamo? Ricordo quando la Sorln di Saluggla, convertitasi alla biomedlcina dal primitivo impegno di studio che era l'energia nucleare, costruì il primo pacemaker. L'elettronica interna del piccolo stimolatore cardiaco era derivata dalle esperienze elettroniche intorno al reattore, ma il .guscio (di titanio) doveva essere assolutamente impermeabile perché 11 piccolo congegno veniva collocato dentro il corpo, con una sonda che finiva dentro 11 cuore. Il problema era la saldatura. Si trovarono in un paesetto del Veneto due fratelli, specialisti in saldatura. E si trasferirono In provincia di Vercelli. Adesso 1 pacemaker che la Sorln costruisce sono molto più piccoli, le pile che li azionano sono praticamente Inesauribili, é in collaudo un pacemaker che entra in azione soltanto quando il cuore ne ha bisogno, per accelerare o ridurre i suol battiti. Chiamatelo come volete, ma il connubio tra biologi, medici, ingegneri, esiste. Come esiste per le valvole cardiache. La prima generazione costruita dalla Sorin è meccanica, costituita da un disco di •pirografite-, cioè carbonio durissimo e purissimo, compatibile col sangue, che oscilla lasciando passare il flusso sanguigno, poi si richiude per evitare il riflusso: questo per 60-70 volte il minuto, 40 milioni di volte l'anno. Ci sono 25 mila persone nel mondo che hanno nel cuore una valvola del genere e alcune da 15 anni. Ma l'oscillazione della valvola può rompere il sangue, rompere i globuli; comunque c'è il rischio della formazione di grumi e il malato deve essere trattato sempre con anticoagulanti. Allora — il progresso cammina — ingegneri e medici si sono dati da fare per costruire una valvola il più vicino possibile a quella naturale. E' nata cosi la valvola biologica, costruita con 11 pericàrdio (cioè 11 sacco che contiene 11 cuore) di vitello trattato in modo che perda le sue qualità naturali per diventare una specie di tessuto artificiale indistruttibile. Vi pare poco? I problemi invece sono infiniti. Innanzitutto la scelta: occorrono almeno dieci pericardi per trovarne uno adatto; ma i macelli ne forniscono quanti se ne vuole. Poi la lavorazione deve avvenire In ambiente completamente sterile realizzato mediante flusso laminare che ricambia l'aria una volta al minuto. E l'emodialisi. Il filtro prima era a nastro, ora è capillare, che significa tubicini grossi come un capello, ma cavi. Soltanto produrli è un'impresa. Attraverso ad essi 11 sangue lascia le impurità (che normalmente ven-, gono espulse con l'urina) e consente al nefropatlco di vivere. Il passo successivo sarà V•incollamento-, sulla superficie di questi tubi capillari, di enzimi intelligenti che scelgano le impurità e trat-, tengano invece componenti utili del sangue. Andate dal medico, fa una smorfietta alla denuncia di un certo sintomo e dice: ^Facciamo una scintigrafia-. Significa iniettarvi nel sangue un liquido radioattivo che va a concentrarsi sulla parte malata e viene poi rilevato da un apparecchio che si chiama gammacamera. Questo •liquido- radioattivo è un • radio-farmaco- e la Sorin li produce fin dal 1960. Il suo catalogo si arricchisce di anno in anno. Un altro campo è la produzione di •immunodiagnostici-: marker dell'epatite virale B, che scoprono cioè, all'esame del sangue, se è infetto o no; marker tumorali che scoprono il tumore annidato nel colon; marker gastroenterologi, altri che denunciano il benessere del feto.

Luoghi citati: Veneto, Vercelli