E suocero di Zaza in Tribunale «Io un boss? Solo un magliaro»
E suocero di Zaza in Tribunale «Io un boss? Solo un magliaro» Roma, sceneggiate in aula dei camorristi della Nuova Famiglia , E suocero di Zaza in Tribunale «Io un boss? Solo un magliaro» DALLA REDAZIONE ROMANA , ROMA — Al processo contro i camorristi della «Nuova Famiglia», che si sta celebrando a Roma e nel quale compaiono come imputati Michele Zaza e un'altra trentina di persone, tutti sembrano cadere dalle nuvole quando si affronta l'argomento droga. -Micìielino 'o passo- si è proposto al giudici come - importatore di tabacchi-, cercando di spacciarsi come un semplice ed innocuo contrabbandiere di sigarette, mentre è additato dall'accusa come uno del boss internazionali del traffico di stupefacenti, in lotta con il clan di don Raffaele Cutolo, signore incontrastato della Nuova Camorra Organizzata. Seguendo le orme di Zaza, anche suo suocero, Giuseppe Llguorl, sentito ieri dal Tribunale, si è quasi strappato gli abiti quando il presidente Carlo Briasco ha contestato anche a lui, oltre all'associazione per delinquere di stam- po mafioso, l'accusa di essere un trafficante all'ingrosso di droga. Seguendo un copione inaugurato nel corso della sua deposizione da Michele Zaza, anche Llguorl ha dato vita ad una sceneggiata tipicamente napoletana, suscitando l'ilarità del pubblico e applausi a scena aperta, mettendo a dura prova la pazienza dei giudici. Il suocero di «Michelino 'o pazzo» si è sdegnato quando è stato affrontato il discorso della droga. «Sono soltanto un magliaro, sia pure in grande stile — ha detto l'imputato, che proprio ieri ha ottenuto gli arresti domiciliari —. Sono qui solo per un rispetto verso di voi... Non ricordo nulla del mio passato Ed ha spiegato di essere stato colpito da un'amnesia totale per colpa di un proiettile calibro 38 che gli si conficcò nel cervello durante una sparatoria avvenuta lungo l'autostrada Roma-Napoli. «Portello 50 o 60 milioni di merce comprata al mercato di Resina. Tutta roba pulita, perché io droga non ne tratto. Maglie di lana, camicette, vestaglie, jeans. La verità è che io non ho mai fatto traffici loschi-. Proprietario della -boutique più grande del mondo- . un enorme emporio nella zona della Magliana, Llguorl fu arrestato insieme con un'altra dozzina di presunti camorristi nel cosidetto «blitz di San Valentino» compiuto dalla Finanza il 14 febbraio di due anni fa. Secondo l'accusa, dietro l'attività apparentemente legale del negozio, si celavano ben altri tràffici: era in so¬ stanza una vera e propria filiale romana per 11 riciclaggio a Roma degli immensi profitti del commerci clandestini di droga. L'organizzazione, sempre secondo l'accusa , era collegata con la mafia siciliana (in particolare con 11 clan del Bono, di cui due rappresentanti della famiglia sledono sul banco degli imputati) e con l'americana «Pizza Connecttór».bi''tMl?.9 Sv 9<l0 Stessa linea difensiva è stata tenuta da un altro imputato sentito ieri. E' l'ex finanziere e assicuratore Oiampasquale Grappone, accolto in aula da un prolungato applauso per avere ottenuto anche lui gli arresti domi¬ ciliari. -Droga? Mai tratato queste porcherie! — ha detto Grappone —. Unico rapporto con Zaza la mia attività di fabbricante di maglie-. Il finanziere ha invece ammesso di essersi interessato perché il cognato di «Michelino», 11 costruttore Smiraglia, potesse ottenere appalti per la ricostruzione di alcune zone terremotate di Ancona. Grappone ha-ricordato di èssersi rivolto all'avv. Bombare, dello studio di Loris Fortuna, allora ministro per la Protezione civile, il quale gli rispose che la cosa dipendeva esclusivamente dagli enti locali. Pertanto il discorso fini 11.
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