Gorbaciov attenua la polemica Moderato ottimismo su Ginevra di Fabio Galvano

Gorbaciov attenua la polemica Moderato ottimismo su Ginevra Dopo gli attacchi del ministro della Difesa alle «guerre stellari» Gorbaciov attenua la polemica Moderato ottimismo su Ginevra Il temporaneo «disgelo» favorito dall'euforia per le celebrazioni della vittoria - Festa al Cremlino e parata sulla Piazza Rossa: divisi gli ambasciatori Nato - «Volgograd non cambia nome» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Esprimendo «moderato ottimismo» sul possibile esito del negoziato ginevrino, ma dopo aver denunciato un'altra volta la «spericolata corsa alle armi» di Washington, Mikhail Gorbaeìov ha smorzato l'escalation polemica che avvolgeva i preparativi alle celebrazioni — domani e giovedì — del quarantesimo anniversario della vittoria. Rispondendo a un messaggio dei veterani francesi, il leader sovietico ha rielencato le «Iniziative di pace» dell'Urss, accusando gli Stati Uniti di non averle volute raccogliere; ma è stato attento a evitare l'aspro linguaggio usato nel giro di 24 ore dal ministro della Difesa Sokolov e dal suo vice Petrov. Domenica l'erede di Ustinov aveva denunciato come «offensive» le intenzioni americane in merito alle armi spaziali e aveva invitato Washington a fare concrete concessioni per salvare Ginevra, feri il maresciallo Petrov ha accusato gli Usa di «ignorare le lezioni della seconda guerra mondiale» e di «spingere l'umanità verso 11 precipizio». Accusando l'Occidente di sminuire volutamente il ruolo sovietico nell'ultimo conflitto, egli ha accusato «gli Imperialisti Usa. di voler «stabilire un'egemonia mondiale» con le armi spaziali. Non è mancato l'ormai consueto parallelo sovietico fra Germania nazista e Stati Uniti. Dalla conferenza stampa, cosi ricca di elementi polemici e di recriminazioni storiche, è emerso un unico elemento concreto: la città di Volgogrado non sarà ribattezzata Stalingrado, come avrebbero invece desiderato i veterani di guerra che in tal senso si erano rivolti al Presidium. «Non per 11 momento», ha detto Petrov, dissipando quello che era uno dei maggiori punti interrogativi sulle celebrazioni del 9 maggio. Non è mancato, da parte del portavoce del ministero degli Esteri Vladimir Lomejko, un ulteriore accenno alla visita di Reagan a Bitburg: «blasfema», l'ha definita. «Non possiamo mettere sullo stesso plano — ha aggiunto — carnefici e vittime». In questo clima, che avvolge una Mosca ormai proiettata verso il rito celebrativo, le parole di Gorbactov sembrano riannodare un filo di dialogo. «A giudicare dalla prima fase del negoziato di Ginevra — ha detto il capo del Cremlino, dopo aver ricordato la moratoria unilaterale sugli euromissili annunciata da Mosca — la delegazione Usa non ha alcun desiderio di raggiungere un accordo. Un'altra cosa è evidente: gli Usa sono protagonisti di una spericolata corsa alle armi e stanno attivamente cercando di protettarla nello spazio. Per ottenere un successo a Ginevra è necessaria una buona volontà politica — ha tuttavia aggiunto —. Nonostante una situazione mondiale complessa e tesa, e le difficoltà del negoziato di Ginevra, restiamo moderatamente ottimisti». E' difficile dire se l'intervento di Gorbactov possa dis¬ sipare certe incertezze occidentali relative alle celebrazioni dei prossimi giorni. Pare che tutti gli ambasciatori Nato partecipino domani sera alla solenne cerimonia in programma al Cremlino; e, giovedì, rendano omaggio alla tomba del Milite Ignoto e partecipino al ricevimento del Cremlino. Ma ci saranno defezioni per quanto riguarda la parata militare sulla Piazza Rossa, come accade ogni 7 novembre, salvo rare eccezioni, dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan. Presenti — secondo notizie delle ultime ore — gli ambasciatori d'Italia, Francia e Gran Bretagna, mancheranno quello olandese e—più significativamente — quello americano Fabio Galvano

Persone citate: Gorbaciov, Mikhail Gorbaeìov, Petrov, Reagan, Sokolov, Ustinov, Vladimir Lomejko