Il gigante Sme-Buitoni preoccupa i «big» dell'industria alimentare

Il gigante Sme-Buitoni preoccupa i «big» dell'industria alimentare Come i vertici di Barilla, Par mala!, Unilever, Star e Saclà giudicano l'accordo Il gigante Sme-Buitoni preoccupa i «big» dell'industria alimentare DAL NOSTRO INVIATO PARMA — La cornice di Cibus '85, il salone dell'alimentazione italiana aperto ieri all'Ente Fiere di Parma, offre spunto agli industriali per un primo confronto di idee sull'operazione a sorpresa di Carlo De Benedetti, che riunisce in un unico colosso le forze di Buitoni-Perugina e del gruppo Sme. Se 1 diretti Interessaci (nello stand della Sme, 640 metri quadri, li più grande tra tutti, presente anche l'amministratore delegato Giuseppe Raserò) preferiscono un isolato silenzio in attesa dell'intervento di De Benedetti, domani, alla prima assemblea della Federallmentare, altri sono più loquaci. Tutti d'accordo sul passaggio dal pubblico al privato del più grande gruppo alimentare italiano. «Non c'è più le Stato che ripiana i bilanci' sottolinea Albino Canapini, responsabile dell'ufficio di presidenza della Barilla. Ma la soddisfazione si ferma qui. Studia le parole, evita 'preoccupazione-, preferisce 'riflessione: Spiega: 'Ogni azienda alimentare di certe dimensioni deve riflettere sulla strategia interna dei propri piani di sviluppo. Ora sono cambiate le regole del gioco». E se cambia lo scenario, si fanno subito i conti. 'Nonostante la fusione BuitoniSme, anche sommando t volumi del nuovo pacchetto, sia per la pasta sia per i prodotti da forno, la Barilla resta l'azienda leader: Per la pasta alimentare l'analisi di Canapini trae conforto dal divario, da 22 a 6 per cento, tra Barilla e Buitóni ('Siamo consolidati e tranquilli su questo mercato'), ma per i prodotti da forno l'orizzonte cambia: •Il confronto è sempre con marchi preesistenti, Motta, Alemanna, Pavesi, ma ora ci troviamo di fronte a un organismo con una sola testa che può utilizare sinergie di gruppo». Cosi, se si teme che uno attacchi, si passa si contrattacco. Crostatine, saccottlni e trottoline sono state do di penetrare con maggior efficacia nei mercati esteri con marchi e tecnologie, altrimenti la cuctna italiana finisce per esportare soltanto pie-' eaioli emigranti:- Evidentemente tra multinazionali ci si intende, se l'Unilever tramite il direttore generale divisione ristorazione Nlco Mennltl Ippolito è più che soddisfatta:: «Con la Findus siamo i leader assoluti e la concorrenza qualificata ci fa piacere: potremmo sommare gli sfarei nell\nformaelone e allargare il mercato; ricordiamo che con un consumo di 4,5 chili prò capite di surgelati l'Italia è ancora un campo molto appetibile: Alvise Vitturl, consulente della Star, non esita a vantare 11 pregio della «più grande industria alimentare italiana diversificata, con prodotti che vanno in tavola in tutto l'arco della giornata, dalla colazione alla cena*. Forse prò-' prlo la Star però, potrebbe essere l'azienda con- progetti più ambiziosi: da circa tre mesi, dopo 15 anni di «matrimonio», con la Sme, Danilo Fossati, è rientrato in possesso dell'intero pacchetto azionario della ditta della quale era stato fondatore. Se prima, nel gruppo coi) Cirio e De Rica, poteva sentirsi con le mani legate, ora è libero nel programmi e nel nuovi sviluppi. Ottimista è ramministratore della Saclà, Carlo Ercole: «A noi ({ nuovo gruppo sembra un mastodonte, ma è senz'altro la prima possibile sfida italiana sui mercati esteri.. Con una buona gestione fra quattro o cinque anni al potrebbe assistere ai- primi risultati positivi: l'espansione dell'export dei prodotti mode in Italy: Simonetta Conti

Luoghi citati: Cirio, Italia, Parma