Scusi quale Stato vorrebbe?

Scusi, quale Stato vorrebbe? Un sondaggio Demoskopea sulle riforme proposte dal «Gruppo di Milano» Scusi, quale Stato vorrebbe? n 60 % degli intervistati è favorevole all'elezione diretta del presidente del Consiglio - L'83 % non ha dubbi: dopo avere discusso, chi ha il potere deve decidere - Ma è meglio rafforzare i poteri degli enti locali che quelli centrali - Otto cittadini su dieci pensano che l'Italia sia mal governata MILANO — Sfiducia nei partiti e nel Parlamento e convinzione diffusa di essere mal governati. Ma anche apprezzamenti per il «decisionismo», che tuttavia incontra qualche diffidenza quando è esercitato a Roma e sarebbe maggiormente apprezzato se trasferito agli enti locali. Un sondaggio della Demoskopea sul progetto di riforma costituzionale elaborato dal «Gruppo di Milano» (un centro di studio coordinato dal prof. Gianfranco Miglio dell'Università Cattolica di Milano) conferma la lacerazione tra cittadini e istituzioni, ma evidenzia anche la disponibilità a profonde modifiche istituzionali. Gli italiani e la politica — Il 30% lo ammette: non segue per nulla le vicende politiche e soltanto il 4,8 % se ne occupa molto. L'effetto-Pertini è evidente per quanto riguarda il grado di informazione sui massimi organi dello Stato: l'82,2 % è al corrente dell'attività del Quirinale (tra gli in-'segnanti la percentuale sale a 97,8) mentre la presidenza del Consiglio si attesta sul 73,4 %, ministri e governo sul 67,9 e il Parlamento sul 60,9. Il mal governo — Otto, cittadini su dieci sono convinti che l'Italia sia mal governata. Lo sono soprattutto 1 giovani tra i 25 e 34 anni e gli studenti, senza differenze apprezzabili tra gli intervistati maschi e femmine. C'è qualche va- riazione sólo in base all'ap-' partenenza politica: il malcontento domina in tutti gli schieramenti, ma si attenua (circa del 10 %) tra coloro che si dichiarano democristiani. Il decisionismo — Dopo avere discusso, chi ha il potere deve decidere? L'83,7 % è d'accordo e la percentuale sale all'86% tra imprenditori, dirigenti, commercianti, liberi professionisti. I pochi che si sono dichiarati contrari hanno motivato questa loro opinione con il fatto che «/e decisioni affrettate spesso conducono all'errore». «Nessuno del contrari — rileva il prof. Miglio — ha risposto che "sulle decisioni Importanti è bene che vi sia l'unantvittà o quasi dei consensi». Ma chi deve decidere? Il 10 per cento punta sui partiti (il 20,7 tra 1 simpatizzanti della sinistra), 1116,2 sulle corporazioni e i sindacati (30,1 tra gli operai), 11 64,8 sugli organi dello Stato. Dovendo.stabilire se vanno rafforzati i poteri degli organi centrali dello Stato o quelli degli enti locali, la preferenza va però a questi ultimi (51,7) e solo il 27,2% accorda fiducia a governo e Parlamento. Il capo del governo — Qua- si 60 cittadini su 100 sono favorevoli a eleggere direttamente il presidente del Consiglio. Più di altri lo sono i commercianti, gli operai, gli studenti e in genere i cittadini più giovani. La maggioranza (40,4% contro 29,8 di contrari) è anche favorevole alla possibilità da parte del Parlamento di togliere la fiducia al primo ministro e contemporaneamente sciogliere le Camere. Di fronte a questa norma è molto alta («a causa della sua complessità», rileva Miglio) la percentuale degli incerti (29,8). Il controllo del Parlamento sul presidente del Consiglio è sollecitato con maggiore forza dai cittadini più «politicizzati» (studenti, operai, simpatizzanti della sinistra) e trova invece contrari insegnanti, imprenditori, professionisti, dirigenti e impiegati. I controlli — Il 67,8% è favorevole ad attribuire alla Corte Costituzionale poteri «autonomi e diretti» di controllo su tutte le leggi del Parlamento e sui «regolamenti» del governo e delle Regioni. Il 60 per cento vorrebbe che la Corte potesse annullare se contrarle alla Costituzione, le decisioni in materia economica del governo e degli enti pubblici e 1 contratti collettivi di lavoro. Chi attuerà la riforma? — Dall'ultima domanda del sondaggio emergono dati sorprendenti. Se il 3,5% è pessimista («non si farà mai») e lo 0,8 si aspetta un colpo di Stato, solo l'8,3% confida nel .Presidente della Repubblica, il 10,7% nei partiti, il 16% nel Parlamento e nel governo. La maggioranza (43,2%) punta Invece sul referendum che tuttavia è inattuabile in base alla prassi e alla legge per innovazioni cosi importanti. Ma dalla ricerca, afferma il prof. Miglio, emerge coiiunque un messaggio: «La gente vuole cambiare, e vuole farlo esercitando la sovranità popolare in forrtta diretta, sema deleghe parlamentari». r. i.

Persone citate: Gianfranco Miglio, Miglio

Luoghi citati: Italia, Milano, Roma