Trionfa il computer ma anatomia scrive a mano

Trionfa il computer, ma anatomia scrive a mano! Trionfa il computer, ma anatomia scrive a mano! I/Istituto universitario presso le Molinette: 20 mila esami l'anno, poco personale - Nei corridoi i «pezzi» viaggiano a piedi, dalla Nani talvolta in taxi • Si comincia a studiare anche l'Aids Può sembrare un paradosso, ma nell'epoca del computer l'elenco delle biopsie che l'Istituto di anatomia patologica dell'Università compie deve ancora essere compilato a mano, su due rubriche; i «protocolli» (diagnosi) sono scritti in quattro copie su una vecchia Olivetti. «Speriamo di avere presto un terminale collegato col calcolatore dell'ospedale» dice il prof. Palestro, aiuto del direttore dell'Istituto, prof. Stramignoni. Il quale ha scritto una lettera a tutti i suoi colleglli dell'ospedale chiarendo che, se ci sono ritardi, la colpa è della critica situazione dell'ente: «La sempre maggiore carenza di personale tecnico, cui peraltro fa fronte un continuo aumento delle richieste, 7ion consente di espletare il servizio diagnostico con la tempestività dovuta». Non spirito di polemica, ma amara constatazione dei fatti. «Trent'anni fa — dice il prof. Palestro — l'anatomopatologo lavorava soprattutto alle autopsie. Trenta casi al mese. Adesso si lavora quasi soltanto sul vivo, con biopsie e ectoscopie e i cast sono diventati 30, 50. 100 al giorno». In sostanza, tra l'Istituto di Stramignoni e quello del prof. Mollo si fanno sulle 29 mila biopsie l'anno. Hanno un «tempo tecnico»: 24 ore per la preparazione del pezzo, 3-4 giorni di fissazione sul vetrino (lavoro eseguito dai tecnici) quindi passaggio agli anatonio patologi. Cile essendo pochi (meno di 20 tra universitari e ospedalieri) «si arrangiano, lavorando anche di sera. L'Istituto è universitario; dopo la convenzione del '74 con l'ospedale e quella più recente con la Regione, serve tutto il complesso del.San Giovanni. Dall'aprile '84 è convenzionato anche il Cto (un tumore alia prostata o alla mammella può trasferire metastasi su un osso o su un muscolo) con servizio affidato al prof. Bussolatl e al dott. Valepte, che vanno (a piedi) a fare i prelievi e poi fanno tutto 11 resto. «Abbiamo ottenuto questo servizio con grande fatica — dice il prof. Gallinaro direttore della II Cattedra di ortopedia trauinatologica presso il Cto — ma era assolutamente necessario». Infine, nell'ambito delle due strutture universitarie di anatomia patologica, è stato istituito un servizio di ricerca' legato alle linfopatie nel quale si comincia a studiare anche il mistero dell'Aids, malattia o infezione del sangue e dei linfonodi. E chi ci lavora? «Personale che fa già tutto il resto». Solo per le ematolinfopatie ci sarebbe bisogno di due patologi, due biologi e due tecnici. Non ce n'è nemmeno uno. A proposito di trasferimenti «a piedi.: sono sempre più frequenti le biopsie o citoscople (esame Sul solido 11 primo, su liquidi il secondo) d'urgenza, vale a dire intraoperatorle. Il chirurgo deve conoscere immediatamente la natura di un frammento asportato per sapere come comportarsi nel seguito dell'intervento: e manda il frammento prelevato, direttamente dalla camera operatoria all'I¬ stituto. Un chilometro di corridoio, percorso «a piedi» da qualcuno. Se poi il chirurgo opera alla Nani, il «pezzo»' viaggia in taxi. Si dice che bisogna razionalizzare gli ospedali. Bisognerebbe rifare tutto da capo. Ma nel frattempo almeno 11 problema del personale e delle strutture dovrebbe essere preso in seria considerazione. • Non è il solo caso, del resto. A Odontostomatòlogla il prof. Bruno De Michette attende da un anno che si dia il via al lavori per il day hospital riservato agli handicappati (sul quali qualsiasi intervento richiede particolari accorgimenti, se poi sono emofillcl là prudenza va moltipllcata)! C'è già l'autprizzazÌone-| all'adeguamento dell'organico. E al Maria Adelaide il prof. Pietro Rastel Bogin chiede un po'- più di spazio per la sua Divisione ortopedica che cura le deformità vertebrali. Ha un apparecchio, donato "da" «La Stampa», per il controllo, secondo il metodo fotografico Moiré, delle deformità vertebrali. L'anno scorso ha controllato, per conto dell'Usi 1-23. 1060 studenti delle medie Croce. Verga e Giacosa «Il depistage potrebbe essere esteso ad altre scuole» dice il prof. Rastel Bogin in una lettera all'Usi e all'ospedale; e consentirebbe di evitare in tempi'successivi cure e spese per correggere mali che avrebbero potuto essere prevenuti. Domenico Garbarlno

Persone citate: Bruno De Michette, Domenico Garbarlno, Giacosa, Palestro, Pietro Rastel Bogin, Rastel Bogin

Luoghi citati: Cile