«Un giornalista non sempre sa quando una notizia è urgente» di Giuseppe Fedi

«Un giornalista non sempre sa quando una notizia è urgente» Craxi insiste : non è lecito lo sciopero totale nell'informazione «Un giornalista non sempre sa quando una notizia è urgente» ROMA — La polemica tra Craxl e i giornalisti, aperta domenica dalla lettura in tv di un comunicato della presidenza del Consiglio durante lo sciopero del giornalisti, è tutt'altro che chiusa. A riaccenderla è stata una nota, diffusa ieri da Palazzo Chigi, che sottolinea, ancora una volta, l'inammissibilità dell'assenza di un minimo di informazione nei servizio pubblico, che deve essere garantita anche in caso'di sciopero, •Mentre, dtf esempio — prosegue la nota facendo un paragone che ha destato perplessità —, per il servizio sanitario si è ritenuto che tale continuità sìa assicurata dalla garanzia degli interventi urgenti, non altrettanto può farsi nel campo dell'informaeione, sia perché ìn esso l'interesse costituzionalmente protetto è quello dell'opinione pubblica afta informazione complessiva e non a quella urgente, sia)'.pér l'ovvia diversità tra la discrezionalità tecnica del medico che valuta l'urgenza àeglinterventl sa¬ nitari e quella del giornalista tvaluta t'urgenza delle noe da mandare in onda». La reazione dei giornalisti Rai è stata immediata. «S'(i«mo assistendo ad una clamorosa'provocazione per quanto riguarda la-tentazione di legittimare interventi censori e di indirizzo dell'esecutivo sull'azienda», ha detto Lucio Orazi, segretario del sindacato.. Nella polemica sono intervenuti ieri 1 ministri Signorile, Gava e Nlcolazzl e il sottosegretario Amato. Per il primo, «ii sistema democratico per affrontare il problema è l'autoregolamentazione: . ha funzionato nel servizi e ritengo, che possa funzionare anche per. linforinazione». Secondo Gava, si tratta di «una questione delicata che non può essere affidata solo ai comitati di redazione: occorre pertanto trovare una regolamentazione con l'accordo tra le parti». Nlcolazzl, sostanzialmente d'accordo con la presa di posizione di Craxi, ha proposto di ^fissare delle regole di comportamento». •Nei servizi pubblici essenziali — e tale è quello dell'informazione affidata alla Rai — le interruzioni totali sono state espressamente escluse dalla Corte Costituzionale», ha detto Amato. Occorre pertanto che 'le parti interessate trovino il modo di evitarle, non essendo sufficiente la disponibilità dei giornalisti televisivi a trasmettere le notizie da loro ritenute urgenti». La Federazione nazionale della stampa (il sindacato del giornalisti) conferma la disponibilità ad approfondire 11 problema, fermo restando però il principio, ha chiarito Miriam Mafai, che «spetta ai giornalisti la gestione dell'informazione e che non può essere negato in alcun modo l'esercizio del diritto di sciopero». Il problema di non far mancare un normale flusso di informazione — ha precisato la presidente della Fnsi — «non può comunque essere affrontato con la richiesta di una normativa particolare o di un codice di comportamen¬ to, ma trova la sua naturale soluzione nell'ambito della deontologia professionale ai cui principi i giornalisti della Rai si sono sempre attenuti con sensibilità». Sulle terapie da seguire per risolvere il problema le posizioni, come si vede, sono nettamente contrastanti. Craxl ha querelato VUnità per l'articolo, pubblicato il primo maggio, nel quale la vicenda della lettura in tv del comunicato della presidenza del Consiglio veniva definita «un attacco duro e arrogante alla libertà di informazione e all'autonomia del giornalisti della Rai». Il direttore del quotidiano pel replica oggi con un corsivo: «Il presidente del Consiglio ci ha querelato e noi saremo lieti di incontrarlo anche in un'aula di tribunale. Ci auguriamo, tuttavia, che in questa occasione non fioccheranno altre ingiunzioni nel confronti di quei magistrati che dovranno decidere chi è il calunniatore», scrive Macaluso. Giuseppe Fedi

Persone citate: Craxi, Gava, Lucio Orazi, Macaluso, Miriam Mafai

Luoghi citati: Roma