Spaccatura tra Francia e Usa nel vertice delle polemiche

Spaccatura tra Francia e Usa nel vertice delle polemiche I primi colloqui di Reagan a Bonn dedicati al «caso Bitbtìrg» Spaccatura tra Francia e Usa nel vertice delle polemiche Mitterrand al suo arrivo nella capitale federale ha subito rivolto due «no» all'America: sul progetto «guerre stellari» e sulla riduzione delle barriere doganali con l'Europa - La posizione di Parigi sui negoziati commerciali condivisa solò dall'Italia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE i BONN — Il sipario si è le-1 vaio sul vertice dei Sette, i ■leaders delle massime democrazie industriali sono tutti qui, in una Bonn bruscamente destata dalla s.ua sonnacchiosa vita di mini-capitale: ima neppure questa effervescenza diplomatica ha allontanato i pensieri dall'«affare Bitburg». La visita del presidente Reagan al cimitero militare tedesco, dove tra duemila soldati della Wehrmacht riposano pure 49 Waffen SS, resta, imperiosa, al proscenio. Ne hanno parlato Reagan e il presidente della Repubblica Federale, Richard von Weizsacker. Ne hanno parlato Reagan e il cancelliere Kohl. Per le falangi di giornalisti americani non sembra esservi altro argomento. La visita si farà, ma scotterà più che mal. Esagera chi sostiene che il consesso dei Sette sarà ricordato non come il «vertice di Bonn» bensì come il «vertice di Bitburg»: tuttavia, non c'è dubbio che il «pellegrinaggio» che Reagan compira domenica fra quelle tombe resterà nella memoria dei tedeschi e degli americani assai più a lungo delle mille consultazioni diplomatiche. Nessuno si illude infatti su una fine rapida e indolore delle controversie. Le voci che, in America, protestano contro la visita, sono sempre vigorose e incalzanti (i funzionari di Washington qui convenuti riconoscono tali •difficoltà») e le voci che, in Germania, criticano Kohl per avere acceso un'inutile crisi sembrano trovare ogni giorno nuovi appigli. «La congratulo per il suo coraggio», ha detto ieri Weizsacker a Reagan, nel loro incontro a Villa Hammerschmidt, residenza del presidente federale. «L'atteggiamento che lei ha assunto è stato per noi motivo di conforto». Reagan ha risposto: •Non ho mai vacillato... Siamo dinanzi al tema della riconciliazione». Poi, ancora Weizsacker: «La sua visita nella Repubblica Federale costituirà un messaggio importante per i nostri popoli. Certo, c'è un dibattito e sugli euromissili e sulla SDÌ,'ma la nostra alleanza riceve l'appoggio di tutti». Nessuno la mette in dubbio. Neppure i giovani. L'.affare Bitburg» ha fatto da ouverture anche al colloquio con Kohl. Comprensivo, il Cancelliere ha detto all'ospite: «Tutti sanno, signor Presidente, cosa lei abbia dovuto sopportare nelle ultime settimane. Ma non ha ceduto, ha preferito guardare lontano, nel futuro. Il suo gesto è un gesto di amicizia verso la Germania, verso i giovani». 'Da politico a politico, Kohl ha ricordato quanto sia difficile «andare contro corrente», la prova piti ardua per uno statista. Reagan ha ringraziato, ha sottolineato la robu¬ stezza dell'alleanza tedesco-' americana, ha pronunciato parole d'ammirazione per lo slancio dell'Europa tutta. ' Domenica, dunque, il Presidente, accompagnato dal Cancelliere e seguito, ad ogni istante, da varie centinaia di giornalisti americani, scenderà prima al lager di Bergen-Belsen, a Nord di Hannover, poi, con un volo di oltre 400 chilometri, alla grande base statunitense di Bitburg, vicino alla frontiera con il Lussemburgo. Dalla base al cimitero. Il programma è ancora protetto da severa segretezza, ma, quasi certamente, la cerimonia sarà assai breve e Reagan deporrà una corona. Gli ottimisti sostengono che Reagan, con la sua esperienza di attore, con la sua affabilità, offrirà alle telecamere uno spettacolo né imbarazzante né irritante. E' possibile, ma il nocciolo della disputa resta immutato, la scelta errata di un cimitero militare, con o senza SS, invece di un cippo a un soldato Ignoto, un monumento alla Resistenza tedesca o un qualsiasi simbolo della nuova' Germania. Un'ultima notizia. Il proprietario del castello di Gymnich, vicino a Bonn, residenza di Reagan, è un figlioccio di Hitler. Lo ha rivelato un giornale e il barone Jorg Adolf Siglsmund von Holzschuher, 50 anni, non ha smentito. Mario ClHello