Nel Libano del Sud tra le milizie che assediano i rifugiati cristiani di Robert Fisk

Nel Libano del Siili, fra le milizie che assediano i rifugiati cristiani Il leader druso Jumblatt: Israele vuole creare dei cantoni confessionali Nel Libano del Siili, fra le milizie che assediano i rifugiati cristiani NOSTRO SERVIZIO SALHIYE (Libano meridionale) — «Scappate, scappate. Ci sono centinaia di proiettili che schizzano qua intorno». Il miliziano druso spara attraverso il finestrino dell'auto. Da mezz'ora appena Walld Jumblatt ha dichiarato che i suoi uomini non attaccheranno la città di Jezzine, affollata di rifugiati cristiani. Parecchi colpi di mitra esplodono sulla strada verso Est, dalla direzione di Kfar Falous, dove il vento copre le colline di polvere e sabbia. Un'ambulanza dipinta di verde scende la strada, col segnalatore che lampeggia; un uomo armato si sbraccia dal finestrino, sparando colpi in aria. E' un veicolo della milizia «Amai», e porta un musulmano shiita ferito al di là del fronte, dove staziona la milizia del filoisraeliano Antonie Lahd. Altri spari. Il combattente druso e molti suoi compagni — con sulla manica il simbolo del Partito Socialista Pro¬ gressista di Jumblatt — si riparano sotto gli alberi. «Via di qui, non si può passare». L'uomo spara di nuovo. L'insistenza con cui ieri Jumblatt ha ripetuto che i suol uomini non attaccheranno Jezzine deve essere parsa un vero sollievo al centomila cristiani riuniti nell'enclave cristiana quasi circondata. Ma sulla ventosa strada di Sidone decine di miliziani, la maggior parte del quali del movimento sunnlta nasserlano, stanno marciando verso Kfar Falous, come se la battaglia fosse ben lontana dalla fine. Tutti hanno armi automatiche, molti di loro fasce rosse intorno alla testa. «Consideriamo Jezzine una linea rossa — ha dichiarato Jumblatt ai giornalisti —. Non vogliamo entrarvi e non vogliamo che nessun altro ci entri». E' una dichiarazione non del tutto inaspettata; Jumblatt è stato chiaramente turbato dalle notizie secondo le quali oltre seimila cristiani di Jezzine erano appena passati nella zona cuscinetto che Israele sta creando nel Libano meridionale, una enclave che suscita l'opposizione di Jumblatt e dei suoi alleati musulmani. «Se scoppia una guerra per Jezzin — ha detto Jumblatt — sarà in un modo o nell'altro la realizzazione del piano israeliano di creare cantoni divisi per setta. Chiunque attacchi Jezzin punterà a una spartizione». Certo, la milizia cristiana non sembra disposta a accettare le ;ue assicurazioni. Il generale Lahd. l'ex ufficiale dell'esercito libanese che guida le milizie filoisraeliane, aveva giurato in precedenza di difendere Jezzin; i suoi uomini hanno «bombardato» la città con annunci all'altoparlante, promettendo al rifugiati che non li avrebbero abbandonati. A Beirut Samir Geagea. il comandante della milizia cristiano-falangista, i cui bombardamenti su Sidone avevano avviato la battaglia lungo la costa del Mediterraneo, ha promesso una violenta sia pur tipica vendetta contro Jumblatt e Nablh Berrl, il leader della milizia musulmana che è anche ministro del governo libanese. «Pagheranno caro per ogni goccia di sangue cristiano versaro nelle regioni di Kharroub e Sidone», ha detto. Jumblatt e Berrl hanno promesso che non ci sarebbero stati assalti contro i cristiani, «ma noi abbiamo molti dubbi». Mentre i rifugiati cristiani fluivano verso Sud da Jezzin verso la città cristiana di Majayoun, al di là della frontiera israeliana, molte delle loro case sopra Sidone e lungo la valle dei fiumi Awali e Bissrl erano ancora saccheggiate dai miliziani drusl e musulmani. Nella città cristiana di Elman, sulla riva settentrionale dell'Avvali, ieri molte case bruciavano ancora, mentre i miliziani drusi si avvicinavano alle postazioni delle milizie cristiane sul monte Gorge e al ponte sul Bssrl. A Beirut, milizie druse e cristiane si sono scambiate colpi di artiglieria pesante durante la notte. Robert Fisk Copyright «Times Newipaperv» e per l'Italia «l,a Stampa»

Luoghi citati: Beirut, Israele, Italia, Libano