Comprare il vino da Christie's come bottiglia di antiquariato di Gigi Padovani

chroties chroties Comprare il vino da Christie's come bottiglia di antiquariato m ' \ «su • GiìNhVA rolo Fontanafredda 1971, 12 mila per il Brunello di Montanino Poggia alla Mura, poche migliala di lire per Barbaresco e Chianti Classico. Collezionare bottiglie è senz'altro una passione piacevole e diffusa, ma 1 vini ricercati dagli intenditori (pochi in Italia, molti di più in Francia o in Svizzera) hanno una particolarità che rende quasi austera questa passione: non si devono stappare. Il collezionista non ignora il sottile bouquet che può ancora emanare da un Brunello di Montalcino BiondiSanti del '45 (valore supcriore al mezzo milione), ma non lo potrà mai verificare. L'intenditore saprà tutto di uno Chateau Mouton-Rothschild della stessa annata, venduto in un'asta a Ginevra per qualcosa meno di un milione, eppure non riuscirà a provarlo agli amici, pena la perdita di uno dei FINE ANI) KAKI- WINJ-S ;it the ! loto! KicfK-iiHnì'J. ÈJtSiftVa Imaitre priseur delle più importanti case d'aste internazionali non si occupano più soltanto di quadri e oggetti d'arte: da qualche anno battono lotti con bottiglie di vini pregiati, etichette rare che hanno acquistato valore nel buio delle cantine di qualche intenditore. Una cassa di Chateau Margaux 1970, «ier Cru Classe' parte con la quotazione di 600 franchi svizzeri (oltre 400 mila lire), accanto a una bottiglia di Chateau d'Yquem del 1924 valutata intorno alle 150 mila lire. Più bassi valori per alcune etichette italiane: 18 mila la bottiglia per un Ba¬ ~ir -Ut*.?/*- ******* ~*±4-< pezzi più rari della sua raccolta. Forse questa impossibilità a godere delle proprie «perle» più preziose rende cosi schivo il collezionista di «/ine and rare wines* (vini pregiati e rari). In Italia sono una sparuta minoranza, mentre in campo enologico le pattuglie di chi raccoglie mignonnette (le piccole bottiglie-campione di liquori con meno di 10 ce) e di chi mette da parte etichette, magari d'autore, sono assai più sostenute. Trattandosi di vini d'antiquariato, l'attenzione maggiore deve essere puntata sull'annata. C'è chi, come il collezionista Aldo Vada di Torino, indica un limite preciso: «Perché siano davvero bottiglie da collezione devono essere anteriori agli anni Cinquanta, e soprattutto il contenuto deve essere in perfette condizioni, vinoso e non spogliato completamente del suo colore. Per conservarle occorre una buona cantina con sbalzi non troppo forti tra una stagione e l'altra». L'antiquario Giovanni Bodini, di Belluno, ha raccolto 4500 pezzi dal 1790 fino al 1974, e due anni fa a Caorle ha organizzato una mostra con parte delle sue bottiglie. Dice Bodini: «E' una mostra che si potrebbe portare in altre città per incrementare la conoscenza su questa passione, che oltretutto può essere anche una ottima forma di investimento». Le quotazioni sono sempre molto difficili. Nelle aste di Londra (tutti i mesi) e Ginevra (due volte l'anno) i vini italiani sono raramente rappresentati, e le valutazioni piuttosto basse. I collezionisti. Invece, forniscono prezzi da capogiro: due o trecentomila per un Barolo di trent'anni, e fino al milione per esemplari, rarissimi, dello scorso secolo. E magari quella vecchia bottiglia impolverata è stata acquistata in una mescita di vino per poche migliaia di lire, dimenticata da anni in uno scaffale. Spiega l'enotecario Felice Sole! di Milano: «Manca 11 mercato. In Italia si è iniziato soltanto una decina di anni fa e, dopo 11 boom iniziale, non si fanno più aste ufficiali». E l'architetto Franco Giorgi, titolare di una galleria a Firenze, aggiunge: «Soltanto tra qualche anno ci saranno di nuovo occasioni di vendita, e allora le quotazioni torneranno a salire». Dunkan McEuen è l'esperto di vini della casa londinese Christie's: «Non organizziamo aste in Italia perché la richiesta è scarsa. I nostri principali clienti di Ginevra sono svizzeri, e qualche americano o giapponese di passaggio. L'ultima volta abbiamo battuto circa 7 mila bottiglie, con un giro d'affari superiore al 200 milioni». Gigi Padovani

Persone citate: Aldo Vada, Bodini, Franco Giorgi, Giovanni Bodini, Manca, Montanino, Mouton, Rothschild