A cena con lo stilista

A cena con lo stilista A cena con lo stilista re: «Dov'è la frutta marcia per la macedonia?». Non sempre è cosi, ma può capitare. Conto e mance Esigete la ricevuta fiscale, anche se l'oste volesse proporvi un piccolo sconto: se pagassimo tutti le tasse, le pagheremmo tutti di meno. Eviterete a voi stessi eventuali multe, nel caso di un ■i, rvV tìM&Sfàs* 4z+vIili .•> —» i'-fV-:-' tro i fornelli a trovare soluzioni ardite e alle vamp in caccia di un marito da sottojiorre al test di ricchezza. Dove andare a mangiare se. per caso, si è a Talloir, in Francia, un luogo poco frequentato dal turismo di massa e si vuol fare bella figura? Giovanna Fcrragamo propone «L'auberge du' Pére Bise» e visto che lo dice lei, per Talloir deve essere sicuramente la migliore soluzione. E se, più banalmente, si ci trova di passaggio a Noceto in provincia di Parma? Renzo Rossetti suggerisce •L'aquila romana», famosa per i funghi di Borgotaro, i tortelli alle erbette e 11 proscluto di Langhirano. A Lerlcl la giornalista di moda Adriana Mulassano sceglie «Cicclllo a mare», a Ischia Barbara Vitti è per «Il porticciolo», a Napoli la ballerina Carla Fraccl va da «Dante e Beatrice», a Milano Franco Savorclll, il patron del couturiers, va all'.Osterla della Cagnola», a Torino 11 poeta pellicciaio Carlo Tlvioli opta per «Il Cambio». Ovviamente, visto che gli Stati Uniti sono il miglior compratore di moda italiana, la città straniera più citata è New York dove lutti, almeno una volta, giurano di aver voglia di tornare a mangiare. Simonetta Robiony stero va a «Le Cirque- a New York; al mare va «Da Mastino», a Fregcne, dove mangia bruschettà e telline. Enrico Cover!, quello dei vestiti maglioni, in Italia preferisce il «Vien, di Firenze, un localìno lanciato anche grazie al suo aiuto, all'estero «Il Carpaccio» di Parigi. Alda Fendi, una delle celebri cinque sorelle, sceglie «Il meloncino» di DOVE vanno a mangiare i grandi personaggi della moda, quelli che stanno sempre in viaggio, quelli che vanno e vengono sugli aerei, quelli che portano modelle e collezioni in giro per il mondo alla ricerca di un nuovo mercato da vestire col Made In Italy? L'interrogativo se lo è posto Maria Vittoria Alfonsi, una giornalista di Verona esperta del bel vestire e del bel vivere. La risposta è in un libro, «i4 tavola con stile», appena edito da Cappelli, un libro che reca in copertina la foto dello svettante campanile di San Marco, davanti a una tavola elegamentemente imbandita per sei commensali. Allora, quali sono i ristoranti in Italia e nel mondo preferiti dagli stilisti italiani? Giorgio Armani va da «El Toula» dove, se può, si lancia su un menù classico: antipasto di songino e bresaola al melograno, cappelletti in triplo consommé, arrosto di vitello alla piacentina, carciofini ripieni, spinaci al burro, patatine novelle al forno, insalatina di stagione, plateau de fromages. sorbetto al mandarino, friandises. E se. invece che in Italia Giorgio Armani è all'estero? Se è a New York va al «Coach House», se è a Tokyo invece al «Kocho». Laura Biaglotti, la regina degli angora, in Italia va ai «Do Forni» a Venezia; all'e¬ controllo della finanza. Il conto controllatelo sempre, non abbiate paura né vergogna. Occhio alla percentuale di servizio: è del 10 per cento nei ristoranti di quarta categoria. dell'I 1 in terza e del 12 in seconda, del 13 in quelli (pochissimi) di prima. Dal 13 al 15 per cento è la percentuale massima, ammessa solo nei ristoranti «di lusso» (ma a Milano non ce ri'è nemmeno uno). «Contestate e protestate», come dice Anna Bartolinl, del Comitato difesa consumatori. Mance: datele solo se i camerieri se le meritano. Certi camerieri portano a casa molli milioni esentasse all'anno. Se nel conto avete pagato la percentuale di servizio, lasciate poche lire. Date una mancia anche abbondante se il servizio non è stato fatto pagare, ma sia un premio, per l'efficienza e la cortesia di chi vi ha servito. Contribuirete, non immaginate quanto, ad alzare il livello della ristorazione Edoardo Raspolli Giorgio Armani Cortina e «Il Mister Chow» di New York. Ma il libro di Maria Vittoria Alfonsi non si limita a raccontare dove vanno a mangiare gli stilisti, ma raccoglie ricette, insinua tentazioni, suggerisce consigli, propone idee. Il suo . A tavola con stile- perciò può piacere ai curiosi, agli snob, agli emergenti ma anche alle massaie affannate die¬ sangiovese e montepulciano. A Pitlgliano (c'è una interessante necropoli etrusca) nasce un vino bianco doc ottenuto da uve procanico con l'aggiunta di grechetto e malvasia bianca toscana coltivate sulle colline tra Sorano e Scansano. Sul colli intorno a quest'ultima località viene il rinomato e simpatico Morellino. Dalla necropoli museo di Chiusi si raggiunge la vicina Montepulciano, patria del Vino nobile uno del primi cinque doc Italiani. Vino di antico prestigio anche a Montalcino dove si produce il Brunello (ovviamente doc). un rosso da Invecchiamento di grande stirpe. In Valdlchiana. da Arezzo sconfinando fino a Cortona (importanti centri di origine etrusca) si coltiva il Trebbiano toscano che unito alla malvasia dà origine al doc «Bianco vergine di Valdlchiana. Anche la zona del Chianti è da considerarsi «etrusca». A Castellina c'è un complesso di tombe, mentre Siena offre la doppia possibilità di visitare oltre al museo etrusco l'Enoteca italica dove sono ospitati quasi tutti i migliori vini della penisola. E a Volterra, accanto al museo nazionale che ospita la famosa statua «L'ombra della sera-, sono in mostra alcuni dei più importanti vasi vinari della civiltà elrusca.