Pasqua a Parigi musei e gallerie

Pasqua a Parigi musei e gallerie Pasqua a Parigi musei e gallerie Budda rìde al Guirnet UN buon punto di partenza per il giro del musei di Parigi è piazza Concorde. Non c'è che da salire una breve rampa di scale per accedere, sul terrapieno del giardini delle Tuileries, al Jcu de Paume. E' il famoso santuario della ■ pittura Impressionista e postimpressionista, 1 Manet, 1 Degas, da Monet a Renoir, da Pissarro a Cézannc e Van Gogh. Se non si ha tempo che per un solo museo, è d'obbligo andarci. La visita può richiedere due ore (o una vita). Sullo stesso terrapieno, verso la Senna, fa pendant al Jcu de Paume il museo de l'Orangerle, riapertosi di recente, dopo un periodo di lavoro di ripristino: ospita l'Importante collezione Guillaume, con 1 celebri quadri di Soutlne. Il Jeu de Paume e l'Orangerle, come quasi tutti i musei parigini, aprono alle 9,45 e chiudono alle 17,15. L'orario continuato invita a rimandare la seconda colazione o a sostituirla con un veloce «croque-monsleur» alla caffetteria. Anche se si ha un'intera giornata da dedicare al musei, la distribuzione del tempo è la prima cosa da considerare. Il Grand Palai» non è molto distante da Place Concorde, lo si raggiunge a piedi, volendo fare una passeggiata lungo gli Champs-Elysées o con un comodo pullman, il 72, senza preoccupazioni per 11 biglietto, fornito dallo stesso guidatore. Le ore da mezzogiorno al¬ le due sono perfette per una visita al museo. Il biglietto d'entrata al musei parigini oscilla dai nove ai sedici franchi, costa di più se è comprensivo dell'accesso ad un'esposizione straordinaria; soltanto alcuni musei sono gratuiti la domenica. Lo sono sempre per 1 giovani fino al diciotto anni (agli studenti fino ai venticinque anni e a chi ha superato 1 sessantaclnque anni, metà tariffa) e per la persona che accompagna un bambino al di sotto dei sette anni. Uscendo dal Jeu de Paume o dal Grand Palais, si prende il metrò direzione Chateau de Vlncennes, si scende alla fermata Hotel de Ville, ecco il Beaubourg. ARTE Parigi, wcck end pasquale (13, 14 e 15 aprile): forse chiusi Louvre, Jeu de Paume, Orangerie. In testa alle mostre «Il paesaggio impressionista» al Grand Palais (dalle 10 alle 20) e James Tissot al Petit Palais (sabato e domenica dalle 10 alle 17,40, lunedi chiusa).Aperto anche il Beaubourg, sabato e domenica dalle 10 alle 22, lunedi dalle 12 alle 22. FONDATO nel 1878 da Emile Etienne Guirnet (1836-1918), viaggiatore, esploratore e collezionista d'arte orientale, l'omonimo museo, donato dal suo creatore allo Stato francese nel 1884, è una delle sedi più suggestive e prestigiose in fatto di arte orientale. Dal Nepal al Tibet, dall'India all'Afghanistan e al Pakistan, dalla Corea al Giappone, dalla Cambogia al Vietnam, dalla Cina all'Indonesia, tutta l'arte dell'Asia antica vi è splendidamente rappresentata. Provvisto di una vastissima biblioteca, il museo costituisce un punto di riferimento per lo studio di un mondo che rappresenta in realtà una filosofia di vita. Ingresso in piazza Jena, orarlo: 9.45-12. 13.3017.45, chiuso il martedì. Al piano terreno sono esposte le collezioni di arte Khmer (Cambogia e Thailandia), costituite prevalentemente da statue in gres o in granito di Budda e dei Bodhlsattva. Ci si aggira fra immagini misteriose, perennemente sorridenti, come il grande Bodhlsattva (divinità maschile benevola) del 9G5 ca.. o il «Makara che fa uscire dalla sua bocca una coppia abbracciata» (XI sec). Nel piani superiori, le vetrine del Giappone espongono una serie di maschere teatrali in lacca e in legno, scatole di lacca appartenute a Maria Antonietta, minuscoli astucci istoriati, delicati natsuké, paraventi su carta e su seta assolutamente magnifici, scrigni di lacca dipinti o incrostati di madreperla, scrittoi da viaggio, dipinti su seta, stampe di lili liili. Due fermate prima c'è Louvre. Naturalmente, a più riprese, a seconda del tempo a disposizione e della durata del soggiorno, 11 Louvre, che è un vero continente della pittura, della scultura nel secoli andrà per lo meno costeggiato; una volta il Rinascimento italiano, la prossima 11 Gabinetto del disegni, o 1 fiamminghi. Ma in alcuni padiglioni del Louvre, come quello di Flora, sono ospitate esposizioni particolari, da non trascurare. Scesl all'Hotel de Ville, l'uscita Beaubourg è bene indicata, da rue Rivoli la via più diretta è comunque la rue Renard. All'angolo con rue Saint-Merry è sempre una sorpresa l'irta costruzione di vetro e gonfi tubi colorati, la folla in trasparenza sulle scale mobili lungo 1 suol cinque plani. Il Beaubourg è esso stesso una mostra perenne, carica di mostre, vale la pena di prenderne visione, magari a piccole dosi. Dalla galleria del quinto plano vista su Parigi. Sulla sinistra, la fontana Strawinsky, ingigantita bocca rossa con zampillo, giochi elicoidali, figure stravolte. Può accadere di avere tempo per 1 musei proprio nel giorno meno adatto, il martedì. Chiusi il giorno prima, sono aperti però due musei prestigiosi. . Uno è il Petit Palais, proprio di fronte al suo gemello più grande, con le collezioni d'arte decorativa dal Medio Evo al Settecento e dell'arte francese dall'Ottocento ai primi anni del nostro secolo, con le sue esposizioni spesso a carattere etnogra-' fico. L'altro è 11 Museo d'arte moderna della città di Parigi, In Avenue du Presldent Wilson, risalendo dagli Champs-Elysées all'Alma. E' uno del più vivaci musei parigini, aperto all'arte applicata come agli artisti di rango della cultura europea contemporanea. Siccome osserva lo stesso orarlo anche 11 Museo della moda e del costume, che fa ruotare in mostre a tema, gustosissime, le sue straordinarie collezioni di abiti, quadri e oggetti, prima di entrarvi sarà piacevole, traversato il viale, riposare nel bel giardino all'italiana Intorno al Palazzetto Galliera. Utamaro, disegni di Hlroshfgé, contenitori di terracotta del II millennio a.C. Un Immenso tamburo in bronzo del Vietnam (III sec. a.C.) ci introduce nelle vastissime collezioni cinesi. Si rimane senza fiato per la dovizia e la scientifica magnificenza del materiale. I vasi Celadon, le statuine funerarie Ming-k'i (581-618), le terracotte Tang — figure femminili dai movimenti lievi in magnifici toni di blu e di verde —, le giade a partire dal IV sec. a.C, le curiose «ossa divinatorie Sliang.. (XII sec. a.C), sorta di piastrine in tartaruga essiccata e decolorata sulle cui crepe veniva letto il destino del re, ci riavvicinano a un inondo misterioso e remoto. Paola Watts