Che braccia lunghe, cugino gibbone!

Che braccia lunghe, cugino gibbone! Che braccia lunghe, cugino gibbone! ALLE prime luci dell'alba, le foreste dell'Asia sudorientale risuonano di una strana musica, all'inizio bassa e profonda come il rintocco grave di una campana, poi sempre più acuta e squillante. La si sente a un paio di chilometri dì distanza. E' la voce del Gibboni (genere Hylobates), i nostri ..cugini., più piccoli, inquadrati dagli zoologi, insieme con oranghi, gorilla e scimpanzè, nella superfamiglia degli Ominoidci, a cui appartiene anche l'Homo sapiens. Tra i loro piccoli e i nostri bambini c'è una straordinaria rassomiglianza: le stesse testine tonde, le stesse movenze aggraziate, la stessa passione per il gioco. E' una delizia vederli correre all'impazzata quando cercano di acchiapparsi l'un l'altro e lamio baruffa giocondamente, rotolandosi sulla schiena della madre. Lei li lascia fare, sopportando dì buon grado le birichinate dei monelli. Poi il tempo passa. Verso i 7 anni di età, il gibbone è già sessualmente maturo, è diventato adulto e, seppure di bassa statura — nemmeno le specie maggiori raggiungono il metro di altezza — se ne sta in posizione eretta, cosa che ce lo fa sentire parente abbastanza prossimo. Anche il fatto che non possegga nemmeno un'ombra di coda e che spesso la sua faccia sia sia incorniciata da una folta barba accresce la somiglianza con la specie umana. Ma c'è nei gibboni una peculiarità anatomica che noi non abbiamo: una vistosa sproporzione tra la statura modesta e la lunghezza delle braccia. E' proprio grazie a queste braccia Qiumdo le piante s ' smisurale, terminanti in due mani dalle dita prensili, che 11 gibbone riesce ad agganciarsi alle liane o ai rami nei suoi voli prodigiosi di decine di metri. Acrobata dall'occhio infallibile, è raro che manchi la presa. La sua vita si svolge in prevalenza a una trentina di metri dal suolo, nell'intrico delle chiome arboree. Quando ha sete, il gibbone si porta sui rami più bassi e, senza scendere a terra, si sporge sul fiume o sul ruscello, vi immerge una mano allungando il braccio, poi la solleva e beve l'acqua che cola lungo i peli. Animali gregari per eccellenza, i gibboni vivono in gruppi di otto-quindici individui. Fra questi c'è sempre un nucleo familiare in senso stretto — padre, madre e non più di quattro figli — cui si aggregano altri individui. E' una piccola comunità che vive in buona armonia, difendendo il territorio dall'intrusione degli estranei. Ma non sono tanto le abitudini di vita che incuriosiscono nei gibboni, quanto le esuberanti manifestazioni canore. Le si possono paragonare soltanto a quelle delle scimmie urialrici del Nuovo Mondo, le Aluatta. Paul Gitlons, dell'Università del Galles, ha trascorso due anni nelle foreste di Sumatra e della Malesia per analizzare e studiare il significato dello strano linguaggio ed è arrivalo alla conclusione che i gibboni possono aspirare alla qualifica di «animali musicali» non meno degli uccelli. Ciascuna delle nove specie che si conoscono ha un canto diverso dalle altre. Ogni comunità canta due volte al giorno, la prima all'alba, la seconda a mattina avanza¬ i proteggono da sole Acausa del suo isolamento sulle impervie montagne della Cina Sud occidentale, il panda gigante è stato visto raramente allo stato brado: stranamente si sa molto poco su uno degli animali più amati del mondo. Un gruppo di scienziati americani e cinesi ha avviato uno studio sulle montagne ricoperte di foreste di bambù nella provincia di Sichuan. L'obiettivo è di conoscere il comportamento e il ruolo ecologico àeWAiluropoda vielanoleuca, il mammifero simile agli orsi che si ciba di bambù e i cui caratteri non sono cambiati dal Pleistocene, circa quattro milioni di anni fa. George Shaller. che ha capeggiato il gruppo americano, è uno dei pochi scienziati che hanno visto i panda nel proprio ambiente naturale, la riserva naturale di Wolong. Nella fitta foresta di conifere e bambù, Schaller e il dottor Hu Jinchu, capo della delegazione cinese, sono riusciti a catturare sci panda giganti, li hanno dotati di collari con radiotrasmittente e li hanno lasciati liberi. I segnali radio, clic restano attivi per più di due anni, indicano sia il luogo sia il grado di attività dell'animale solitario. Si è cosi scoperto che la femmina vive in un'area di circa un chilometro quadralo, che aumenta per i maschi in funzione del numero di femmine che corteggiano. Registrando i segnali radio per periodi di 24 ore. più volte in una settimana, e seguendo le orme sulla neve, i ricercatori hanno scoperto che il maschio visita molte femmine durante l'inverno, apparentemente per assicurarsi di poterle ritrovare nella stagione degli amori e per accertarsi della loro disponibilità. Il maschio marchia le aree ta. E' sempre il maschio che attacca con un .do di petto». Più tardi entra in scena la femmina che unisce la sua voce squillante a quella del compagno, il quale ammutolisce per qualche istante, poi interviene nuovamente in chiusura. Un vero e proprio duetto. I gibboni cantano in varie riprese: ciascuna dura in media un quarto d'ora. Dopo la cantata dell'alba, le scimmie consumano il primo pasto della giornata a base di fichi selvatici, foglie, fiori, insetti e uova di uccelli. 11 guscio lo rompono con i denti, poi ne fanno colare il contenuto in bocca, tenendo l'uovo in aria con le mani, esattamente come facciamo noi con l'uovo fresco. Una volta riempito lo stomaco, intonano il secondo canto della giornata, più breve di quello precedente. Dura soltanto undici minuti in media. Gitlins si è divertito a lare statistiche. Ha calcolato che il maschio canta per circa 35 minuti al giorno e litiga per altri quindici. Sono baruffe di poca importanza con gli intrusi clic tentano di invadere il suo territorio. Il ricercatore inglese ha registrato i canti dei gibboni e ne ha analizzato i i-ispettivi sonogrammi. paragonandoli con quelli degli uccelli. Tradotto nel freddo linguaggio dello scienziato, le meravigliose sinfonie canore dell'usignolo o 1 gorgheggi armoniosi dei bengalini sono soltanto un'affermazione di proprietà territoriale rivolta ai rivali o un richiamo sessuale rivolto alle femmine. Per Gitlins, anche i canti dei gibboni avrebbero un significalo analogo e siccome 1 maschi cantano anche quando la compagna l'hanno già trovata, egli ritiene che in questo caso il canto serva a mantenere e rinsaldare il legame di coppia. Ma quegli straordinari cori musicali che echeggiano nel cuore della foresta non potrebbero essere anche espressione della gioia di vivere? Forse si, visto che i gibboni prigionieri degli zoo diventano generalmente mesti e taciturni. I. Latles Coifmann dico prontamente accorso: • Davvero non c'è nessuna speranza?... E il medico: «Alcuna. E' all'ultimo respiro. Per di più ha una brutta ferita alla tela. Mmm... si potrebbe fargli un salasso». Il salasso: ecco il rimedio universale della medicina dei secoli scorsi. Tanto uni¬ IN Delitto e castigo, Dostoevskij racconta come un vecchio beone, che tornava a casa ubriaco, fosse stato investito da una carrozza a cavalli subendo gravissime perdile di sangue. Poco dopo si ha il seguente, incredibile, dialogo Ira un soccorritore e il me¬ dio alle Galapagos

Persone citate: Coifmann, Dostoevskij, George Shaller, Hu Jinchu, Paul Gitlons, Schaller

Luoghi citati: Asia, Cina, Galles, Malesia