Il cosmo al bivio: morte calda o morte fredda

Il cosmo al bivio: morte calda o morte fredda Il cosmo al bivio: morte calda o morte fredda VALE la pena di mettere in ordine ogni tanto la propria scrivania: chi è costituzionalmente disordinalo come me finisce sempre per ritrovare tesori smarriti. Ho rivisto dunque con sollievo le quattro lezioni tenute da Dyson (l'autore di «Turbare l'Universo... Borlnghierl) sul tema «Tempo senza fine: fisica e biologia in un universo aperto» alla New York University nel 1978. Per quanto ne so Dyson è stato il primo a occuparsi .seriamente della cosmologia del futuro remoto e a tentarne una valutazione scientificamente rispettabile. Come fa notare lui stesso, anche la cosmologia tradizionale, quella del passato e del big-bang, ha stentato a farsi accettare. In parte questa attitudine deriva dulie proibizioni aprioristiche' di Comte e di Kant, che consideravano la cosmolo- fi anche un trilione non basterebbe; occorre infatti l'eternità. Per queste ragioni spero ardentemente che l'universo sia aperto; questo garantirebbe che tutto ciò che è possibile possa in effetti accadere. In fisica, si sa. tutto quello che è permesso e obbligatorio. Le quattro lezioni di Dyson si occupano appunto della escatologia dell'Universo aperto. In questo Universo si corre il rischio di morire congelati, in quanto la temperatura diminuisce costantemente, le stelle si spengono e la stessa radiazione fossile, già tenue, continuerebbe a affermarsi sempre più. La cronistoria del freddo futuro è affascinante. Le ^sielle^iranno.U'BombUBU- ben noti; il più importante di questi e il cosiddetto parametro di decelerazione •q» legato alla densità media di materia nell'Universo. Se «q» valesse meno di 1/2 la densità sarebbe minore di quella critica, circa 2-3 protoni per metro cubo, e l'attrazione tra galassie non sarebbe sufficiente a frenare l'espansione cosmica; si otterrebbe cosi un modello aiicrto cui allude Dyson nel suo titolo. Se «q.. fosse maggiore di 1/2 l'universo sarebbe chiuso, esso avrebbe una estensione finita e. giunto a una dimensione massima, Invertirebbe la marcia collassando verso il blg-crunch, una sorta di big-bang alla rovescia. Éto Un universo chiuso sareb¬ già un retaggio della teologia e della filosofia. Nel suo libro «I primi tre minuti dell'Universo» Weinbcrg impiega 150 pagine per descrivere appunto i primi tre minuti del cosmo ma liquida il futuro in cinque pagine. Il suo detto famoso rimane: «Quanto più l'universo sembra comprensibile tanto più sembra privo di scopo... Vediamo dunque il perché di questa frase e in quale modo Dyson intende superarla. La scoperta della radiazione fossile (Penzias e Wilson, 1965) ha reso rispettabile lo studio dell'inizio dell'Universo e ha fatto prendere sul serio il modello standard (quello del bigbang). In questo modello permangono paranictri.;ioi.' be privo di scopo? La domanda è filosofica e teologica. Sant'Agostino proclamava che tutte le cose create devono avere un fine: avrebbe optato per un universo chiuso. A Dyson questo non piace, in un universo del genere lo spazio è limitalo, al momento non si dovrebbe estendere per più di qualche decina di miliardi di anni luce. Come me, soffrirebbe di claustrofobla. Inoltre non godremmo di vita eterna: risulta infatti impossibile evitare di finire arrosto nella caldissima stretta finale del bigcrunch. Peggio ancora, non sarebbe possibile esplorare tutte le meravigliose possibilità delle leggi naturali In meno di 100 mlliardijU ai»$£ ongfi ^ Una serie di esperimenti fatti negli Stati Uniti ha rivelato i da LA recente esplosione di episodi di carenza di cibo nelle popolazioni africane ha riportato alla luce un problema di dimensioni epidemiche: la denutrizione dei bambini e 1 danni che ne subisce lo sviluppo cerebrale. La denutrizione è un problema che Interessa, secondo le cifre della OMS (Organizzazione mondiale della sanità) un minimo di 300 milioni di individui sotto i 10 anni. Questa dimensione potrebbe ancora aumentare fino a raggiungere nel prossimi 20 anni la cifra di 2 miliardi. Si sa da tempo che la mancanza di certi clementi nella dieta provoca un numero di anomalie gravi nello sviluppo del sistema nervoso. Tra queste la più studiala è la mancanza di crescita della mlelina, una guaina sottile che avvolge le fibre nervose e che è essenziale affinché quesle possano condurre l'impulso nervoso. E' il passaggio di quest'impulso che permette la comunicazione dei vari centri del cervello tra di loro e di questi colla periferia. Oltre a questi più visibili effetti ne esistono altri più sottili e meno facili da individuare, come i danni localizzati in particolari regioni del cervello. Le conseguenze a lungo termine di privazioni prolungate nella dieta producono danni neurologici che possono accompagnare tutta la vita dell'individuo, e quindi suscitano un interesse eccezionale tra 1 neurobiologi. Malgrado l'enorme materiale umano che è sfortunatamente a disposizione degli scienziati non è facile studiare l'effetto di queste privazioni non conoscendo esattamente in ogni individuo la lunghezza della carenza di un detcrminato fattore e la mancanza selettiva di alcuni componenti che possono essere di cruciale importanza. Per poter caratterizzare con maggiore precisione l'essenzialità o meno di certi componenti alimentari, l'effetto della loro carenza e lo sviluppo di detcrminati deficit e di danni specifici al la vita riesce a dare uno scojio all'Universo e dà dunque una risposta a Weinbcrg: occorre continuare a vivere e a pensare nel freddo estremo. Se la vita cosciente dipende solamente dalla struttura non e affatto escluso che organismi viventi e Intelligenti possano originarsi da strutture completamente differenti da quelle attuali. Dobbiamo dunque prendere sul serio la nuvola nera di Hoyle? Se i nostri remoti discendenti vorranno sopravvivere dovranno certamente evolversi verso strutture più adatte all'ambiente. Una delle ipotesi contempla una nuvola di grani di polvere dotati di cariche elettriche, altamente organizzata e che smista bilc in circa 100.000 miliardi di anni trasformandosi in nane bianche, pulsar o buchi neri. Un milione di miliardi di anni garantisce il disfacimento dei sistemi planetari in seguito a ripetute collisioni tra stelle. Tenmi mille volte più lunghi conducono al collasso galattico in un maxi buco nero centrale e alla evaporazione delle stelle rimanenti nello spazio esterno. Siamo a 10 elevato a 18 anni. 1 seguito da 18 zeri. A 10 elevato a 64 anni, avviene la evaporazione dei buchi neri di massa stellare in radiazione secondo il processo Hawking. Su di una scala di tempo poco più grande. 10 elevato a 65 anni, possiamo considerare tutta la materia come ..-liquida. Qualunque pezzo di roccia finirebbe per assumere la forma sferica. In un arco di tempo mostruoso. 10 elevato a 1500 anni, tutti gli elementi chimici sarebbero tramutati in lerro attraverso varie reazioni nucleari. In un tempo inimmaginabile, per cui non bastano gli aggettivi e tantomeno i caratteri de -La Stampa- tutti i corpi farebbero una transizione a buco nero con .immediata- evaporazione alla Hawking. Questi processi sviluppano energia ma su scala evanescente rispetto a quella attuale, a sua volta gelida rispetto ai fatidici tre minuti di Weinbcrg. Come potrebbe sopravvivere la vita Intelligente in circostanze slmili? Dyson dice chiaramente che solo nni della denutrizione Mini-reattori urbani progettati dall'en

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