Mondadori: i Classici nella tempesta

Mondadori: i Classici nella tempesta Mondadori: i Classici nella tempesta MILANO — Mondadori ha deciso di liberarsi di un carico di magazzino troppo oneroso, con titoli che negli ultimi anni avevano venduto poche copie, e di interrompere, dopo i prossimi due titoli, gli .Scritti linguistici e letterari» del Manzoni e il quinto volume del Boccaccio con la «Fiammetta' e le Rime, la collana dei Classici Italiani. Impostata nel 1924 da Arnoldo Mondadori e Francesco Pastonchi. e iniziata dieci anni dopo sotto la guida di Flora, la prestigiosissima collana era rimasta immutata finora, anche nell'aspetto, e aveva continuato, seppur lentamente. un'Oliera di documentazione e conservazione del patrimonio letterario italiano, in alcuni casi addirittura in edizione critica. Questo non comporta un disimpegno da parte della casa editrice nel settore dei classici, dove la Mondadori continua a mantenere eccellenti collane come gli scrittori greci e latini della Fondazione Valla. I Meridiani, l'economica e pure rigorosissima Biblioteca, i volumi curati dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori. Ma è certamente l'interruzione di un cammino già intrapreso: per cui alcune edizioni di opere complete non verranno terminate, e in alcuni casi i lavori critici già iniziati come l'epistolario di Aretino e di Bembo non vedranno la luce, perlomeno qui. Vediamo le cose con ordine. Quando nel 1911 Arnoldo Mondadori aveva deciso di fare il grande salto da tipografo stampatore di calendari ad editore, col proposito, riuscito, di «ingoiare Casa Treves-, si proponeva di trarre, dalla propria attività, il proprio utile. Uomo non colto, ma profondamente affascinato dalla cultura, dai libri per bambini era riuscito a passare via via a mete più ambiziose, coltivando costantemente il proprio strabismo di imprenditore accorto e abile e di grande editore in grado di finanziarsi i sogni con opere di successo. Pensava in grande, Arnoldo: ecco dunque l'edizione nazionale delle opere di D'Annunzio, ecco la Medusa, ecco finalmente i Classici Italiani, dove avrebbe dovuto trovare posto ogni autore grande o minore della nostra storia letteraria, con una cura al massimo livello di studi raggiungibile in quel momento. Grande sogno, che certamente fa onore a chi l'ha concepito, ma che godeva anche di una situazione fortunata: questi bellissimi libri in carta di riso e rilegatura in pelle si vendevano. Evidentemente negli Anni Trenta. Quaranta o Cinquanta c'era ancora un pubblico di professionisti, avvocati, medici, notai, che utilizzava parte del proprio tempo libero per leggere le opere di Matteo Bandelle e che amava leggerle in edizione preziose anche esteticamente. Ma nel 1978 è stato pubblicato il primo tomo delle lettere di Baldasar Castiglione, curato da Guido La Rocca, edizione ritenuta eccellente e prima raccolta completa: ne sono state tirate le regolamentari 1500 copie (non certo un'esagerazione, dunque) e a tutt'oggi ne sono state distribuite (vendute è un'altra cosa) 801. DANTK Isella, uno fra i maggiori critici italiani, filologo e storico della letteratura, e il direttore della collana «I classici Mondadori... Come giudica la polemica che si è sviluppata in questi giorni? E quale è lo spazio che può ancora avere l'iniziativa? Alla prima domanda Isella ritiene di non poter rispondere in questo momento («Ilo le mie opinioni, ma ho anche una veste, per cui non devo parlare»). Sulla seconda accetta il dialogo: 'Posso dire quali sono gli elementi che caratterizzano la collana in rapporto ad altre. E' una collana insostituibile, sia da quando è nata, sia da quando la dirigo io. Non è un riciclaggio di lavori compiuti nei tempi passati. Noi non pubblichiamo un Poliziano o un Marino facendo fare la prefazione a un professore o magari a gualche avvocato dì cultura letteraria con le note finali. Quelli che noi pubblichiamo sono i migliori risultati della cultura letteraria e della filologia italiana. Con i testi che non si trovano in altre edizioni, un Ariosto curato da Segre, con un gruppo di coUaboratori della sua scuola, un Marino diretto a Friburgo da padre Pozzi con una équipe di studiosi del Seicento e dell'Adone sono li. Le lettere del Manzoni sono soltanto lì. E così l'edizione critica, e unica, degli scritti di Manzoni sulla lingua. -Le lettere del Castiglione, di cui al momento abbiamo potuto pubblicare il primo volume, rappresentano il primo tentativo di dare l'epistolario di uno fra i più grandi personaggi dell'età fra la fine del '400 e l'inizio del '500: un'opera che interessa non solo i letterati, ma anche gli storici. Il curatore. Guido La Rocca, vi lavora da 25 anni, con abnegazione. )ia dedicato la sua vita a un progetto che stavamo realizzando. nuovi, come un Petrarca volgare con un nuovo commento, un Machiavelli integrale, edizioni quasi integrali di Alfieri, e di scritti letterari di Leonardo. Certo, si obietterà, una quasi integrale non è un'integrale, e di quasi integrali, anche di ottima qualità, ce ne sono spesso più d'una già disponibili. Gli autorevoli studiosi che adesso non hanno più un punto di riferimento come i Classici Italiani, sostengono che se Mondadori avesse rinunciato ad altri meno indispensabili progetti forse avrebbe ancora potuto proseguire l'opera intrapresa. Mondadori ribatte che non si può negare ad un imprenditore, che per di più ritiene di impegnarsi molto in un campo dove altri da tempo hanno già smobilitato, e dove lo Stato è latitante, il diritto di utilizzare le proprie risorse come meglio crede. In uno Stato che destina fonti non proprio marginali all'effimero, forse si dovrebbero trovare risorse anche per 11 permanente. Le lettere di Nievo. pubblicate nel 1982. hanno venduto — anzi, distribuito, il che vuol dire che circa metà di queste copie sono ancora nelle librerie — 49G copie, di cui 35 negli ultimi dodici mesi. Facciamo due conti: i Classici vengono venduti a 60 mila lire al pubblico. Di queste le Mondadori ne incassa 30 mila. Consideriamo fermo per comodità questo prèzzo: a fronte di un investimento fatto prima del 1978 la Mondadori ha incassato finora 24 milioni lordi, nel caso del Castiglione, e nel caso del Nievo. a tre anni di distanza, circa 15. Ecco allora la decisione di levare totalmente dal catalogo (vendendoli a blocco ai Rcmaindcrs) i volumi più lenti a muoversi o il cui apparato critico era nel frattempo invecchiato. L'editore continua invece a mantenere disponibili i titoli come Leopardi. Boccaccio o Manzoni che danno ragionevoli risultati sul piano delle vendite. Alcuni titoli, bisogna precisare, verranno trasferiti nei Meridiani dove saranno affiancati da Patrizia Moggi

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