appena usciti

appena usciti appena usciti fin dalle sue lontane radici l'identificazione con quel mondo prediletto. Con Anne Marie invece, terzo e a tutt'oggl ultimo volume di questa autobiografia romanzata, il personaggio della madre che prima era rimasto piuttosto in ombra non soltanto viene a completare 11 trittico famigliare, ma rivendica un ruolo primario in tutta la vicenda. E' stata lei, con la sua bellezza e la sua freddezza, a sconvolgere la grigia esistenza del console francese a Chengtu; è stata lei soprattutto a segnare In maniera indelebile l'infanzia del piccolo Lucien che ora ci rivela 11 proprio amore strugente e infelice raccontandoci 11 viaggio fatto a dieci anni in Francia con una Anne Marie che la lontananza del padre gli faceva sognare di avere tutta per sé e che gli obblighi mondani, gli interessi famigliari e qualche non chiarito mistero «da grandi» disperatamente gli sottraeva. Qui la Cina è lontana, ma 11 lettore non avverte lo stacco dagli altri romanzi di Bodard: un po' perché a riproporla provvedono i ricordi e i confronti, un po' perché lo scrittore, in Oriente come In Europa, forse non fa altro che esplorare le terre incognite di Edipo. Giovanni Bogliolo Lucien Bodard, «Anne Marie», trad. di Dianella Selvatico Estense, Rizzoli, 358 pagine, 18.000 lire. «Anne Marie» 4i Lucien Bodard CI sono buone ragioni per considerare Lu.clen. Bodard l'unico scrittore.cinese di lingua francese: è nato in Cina, nel 1914; ha trascorso buona parte della sua vita in Estremo Oriente come corrispondente di FranceSoir; ha trasfuso in appassionate descrizioni e in vivaci quadri storici (La Chine de la douceur; La Chine du cauchemar; La Chine de ts'heu-hi à Mao) il suo amore e la sua conoscenza di quel mondo per tanti versi impenetrabile; ma soprattutto, nelle sue prove più felici di romanziere (La ralle delle rose e La duchessa), per raccontare storie cinesi ha voluto adottare senza remore la morale, la cultura, la psicologia dei suoi personaggi esotici e si è perfino sforzato di piegare la sua concreta lingua europea alle fantasiose metafore, alle impercettibili sfumature, alle cerimoniose iperboli orientali. Questa • particolarità, che gli è valsa molti riconoscimenti ma anche accuse di verbosità torrenziale e di eccessivo compiacimento nell'esibizione di perversioni ed efferatezze, ha però distolto l'attenzione da un motivo d'ispirazione che a quello esotico intimamente s'intreccia, ma possiede una sicura autonomia e una più protonda e genuina risonanza. Dietro il labile velo di qualche storpiatura onomastica (Bonnard anziché Bodard, André

Luoghi citati: Chengtu, Cina, Estremo Oriente, Europa, Francia