Nelle notti da fiaba veglia un censore di Giampaolo Dossena
Nelle notti da fiaba veglia un censore Nelle notti da fiaba veglia un censore SECONDO una notizia di stampa, in Egitto la Procura generale (non quindi, sembra, le autorità religiose) avrebbe ordinato il sequestro c la distruzione del testo integro delle «Milk e una notlt», come offensivo della morale e ispiratore di depravazione tra i giovani. In mancanza di ogni più preciso particolare, possiamo solo esprimere la meraviglia che il draconiano provvedimento di censura letteraria ci venga da un paese che è da secoli, culturalmente, alla testa di rutto il mondo arabofono, c sul piano religioso s'è mostrato refrattario, almeno finora, alle Iucca (secoli XIII e seguenti dell'era nostra). A quest'epoca risale il nucleo più tardo ma anche artisticamente più pregevole della celebre raccolta narrativa, che al principio del Settecento il Galland rivelò alla Francia e all'Europa, e il Romanticismo diffuse nelle varie lingue, come tipico capolavoro della fantasia orientale. Anche se tale apprezzamento entusiastico va a nostro giudizio temperato (come spiegammo anni fa in testa alla prima versione italiana dall'arabo delle «Sotti»), resta il fatto che la disuguale silloge contiene talune parti davvero di prim'ordine, e che la sua enorme diffusione nel mondo le assicura sempre un primato storico-culturale incontestabile. Quanta parte ha in realtà, nel complesso dell'opera, l'elemento erotico, o addirittura scabroso e pornografico? Esso è certo presente e diffuso qua e là, in certe situazioni e non meno nei versi intercalati che le commentano. Questo pepe orientale e certo un ingrediente dell'opera, e più d'uno dei suoi interpreti europei lo ha ancor più caricato. Ma non si può dire clic Je «Notti» ne siano tutte inficiate, per troppi altri elementi artistici e storici che vi concorrono; né, sinora, avevamo mai sentito che quell'opera, così cara un tempo agli strati popolari d'Oriente, ne avesse gravemente compromesso il medio livello di moralità. Come uomini moderni dell'Occidente, avversi a ogni censura, bando e proscrizione di pensiero e d'arte, non possiamo consentire con questa improvvisa impennata di intolleranza della magistratura egiziana; e tanto meno come arabisti, studiosi ed estimatori del patrimonio letterario dell'Arabismo. Trasposto in termini occidentali, il bando alle «Sotti" arabe equivarrebbe fra noi alla censura e al sequestro del Decameron, il libro «dettato dagli dei», che pure ha preoccupato nei secoli tanti pedagoghi e moralisti. Gbili posizioni estreme del rigorismo musulmano. Non minor fonte di meraviglia è che l'opera proibita non sia un qualsiasi libro moderno, giudicato lesivo della pubblica morale, ma proprio un classico della letteratura araba, annoverato, a torto o a ragione, fra le opere sue più rappresentative nel coro della letteratura mondiale. Dalle loro lontane origini indiane, le «Sotìi» migrarono infatti verso Occidente, e ricevettero la loro forma definitiva nel mondo musulmano medievale, e definitivamente proprio in Egitto nell'età marne- Francesco Gabrieli All'interno Quante copie dovrete vendere per recuperare l'anticipo? «Basterà venderne 50 mila. Del nostro ultimo successo anomalo nella narrativa tedesca. La storia infittita di Ende. ne abbiamo vendite 150 mila: dunque dovremmo farcela anche col Profumo. tranquillamente. La traduzione dovrebbe essere pronta in autunno». Chi è l'autore, e cosa racconta il romanzo? Dell'autore non si sa quasi niente: se non che è giovane e vive a Monaco, molto ritirato. L'edizione italiana non avrà il sottotitolo di quella tedesca, -Storia di un assassino-. Perché? «I sottotitoli si usano in Germania ma non da noi, per i romanzi, e poi nel libro sulla trama e sulle vicende degli assassini! prevalgono i valori fantastici, simbolici». // profumo del titolo, è una cosa da vedere o da annusare nel quadro della Storia sociale degli odori di Alain Corbin tradotta due anni fa da Mondadori? «Tutto il romanzo è una scoperta del mondo olfattivo», cf dice Spagnol. «E'' la storia di un ragazzo francese che alla fine del Settecento riesce a sentire il profumo dell'amore, e arriva a distillarne qualche boccettina». E i iwlori simbolici sono cose alla Michel Tournier? «No, per fare un paragone, per dare un'idea, io nominerei piuttosto 11 Calvino delle storie illuministiche, del Barone rampante e del Visconte dimezzato: ma un Calvino volto al nero». Giampaolo Dossena
Persone citate: Alain Corbin, Calvino, Ende, Francesco Gabrieli, Galland, Michel Tournier, Mondadori, Spagnol
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